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Elfo sulla mensola
The Elf on the Shelf o "l'elfo sulla mensola" è una tradizione americana legata alla festa del Ringraziamento e al Natale, e che da poco ha iniziato a prendere piede anche qui da noi. Si tratta di un'antica leggenda che è stata riproposta nel 2004 in un libro per bambini, The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition. Il testo ha avuto un successo enorme aggiudicandosi innumerevoli premi e riconoscimenti e piazzandosi al numero 1 nella classifica dei libri più venduti negli USA nel 2013.
Questo a dispetto delle modeste aspettative delle autrici Carol Aebersold e Chanda Bell, che pare lo abbiamo scritto "davanti ad una tazza di the" e che, dopo averlo autopubblicato a tiratura limitata, lo hanno venduto durante il primo anno solo presso piccole fiere e festival letterari. La svolta c'è stata nel 2007, quando l'attrice Jennifer Gardner è stata fotografata con una copia di The Elf on the Shelf e da quel momento il libro è diventato un best seller.
La storia dell'elfo di Natale
La storia narra di elfi che, dal giorno del Ringraziamento fino alla vigilia di Natale, si nascondono nelle case dei bambini allo scopo di riferire poi a Babbo Natale tutte le azioni buone o cattive che essi compiono. In questo senso il libro è stato lodato da alcuni per il suo valore educativo, e anche per essere un imbattibile alleato dei genitori durante il periodo natalizio.
Come funziona?
La leggenda si colora di tanti piccoli dettagli che rendono la presenza dell'elfo in casa divertente e appassionante per i più piccoli: affinché il pupazzetto acquisti la sua magia bisogna dargli un nome, e non bisogna mai toccarlo durante il giorno, durante il quale resta immobile. È durante la notte che l'elfo prende vita per riferire a Babbo Natale quello che è successo nella giornata appena trascorsa, ma muovendosi in casa può combinare tanti piccoli disastri: così la mattina i bambini potranno trovare le tracce dei pasticci dell'elfo (come cereali rovesciati, il presepe in disordine, le decorazioni dell'albero di Natale gettate in terra) o anche misteriosi messaggi da decifrare.
Nei paesi anglosassoni, dove la tradizione del The Elf on the Shelf ha preso maggiormente piede, i bambini a scuola la mattina si raccontano le prodezze che il loro elfo ha combinato durante la notte, e anche per i genitori è divertente svegliarsi ogni giorno facendo un tour della casa a caccia del silenzioso ospite che, a qual punto, si è già nascosto da qualche altra parte dopo il suo viaggio al polo nord, e dei suoi disastri.
Chi è l'elfo di Natale?
L'elfo può essere rappresentato da un pupazzetto, oppure alcune mamme lo realizzano con il fai da te. In altri casi ancora l'elfo resta invisibile, sempre nascosto - ma sono ben visibili i pasticci che combina alla notte - e può esserci una porticina attaccata su una parete che gli permette di entrare e uscire durante la notte per recarsi al Polo Nord.
Cosa fa l'elfo sulla mensola
Naturalmente, quello che l'elfo riferisce a Babbo Natale durante i suoi viaggi notturni è determinante nel far sì che i desideri espressi dai bambini nelle loro letterine vengano esauditi: potete quindi ben immaginare l'impatto che può avere questa presenza in casa durante il periodo natalizio. Ed è precisamente in questo senso che la tradizione ha ricevuto anche aspre critiche: secondo alcuni l'idea stessa di spiare i bambini non è proprio edificante e viene promosso un sistema premiale (fare i bravi = regali) non condiviso da tutte le mamme.
Psicologi hanno osservato che implicitamente la presenza dell'elfo impone ai bambini di vivere sempre sotto sorveglianza e di non avere diritto alla privacy. Su internet non mancano le testimonianze di mamme che raccontano di come l'elfo abbia "rovinato il Natale" dei loro bambini, mentre altre trovano che rappresenti una scorciatoia pericolosa per evitare di impartire ai figli un'educazione come si deve.
Il fatto che l'elfo sparisca alla vigilia di Natale, poi, è diventato un problema per molti genitori che hanno visto i loro bambini disperarsi fino alle lacrime per la mancanza del loro nuovo amico. Inoltre, in molti hanno paragonato l'elfo ad una forma di intrattenimento passiva, come la tv o il tablet: è vietato interagire con lui come si farebbe con qualsiasi altra bambola.
Se da un lato quindi la leggenda di The Elf on the Shelf viene accusata di promuovere il consumismo e di avere nullo valore educativo (anzi, semmai di averlo dis-educativo), dall'altro ha avuto un seguito così vasto che dopo il primo libro le autrici ne hanno pubblicato un altro che narra di un elfo esploratore che stavolta entra in azione al compleanno dei bambini: The Elf on the Shelf: A Birthday Tradition. Inoltre, dal libro è stato tratto uno show animato di 30 minuti trasmesso dalla CBS e intitolato An Elf's Story: The Elf on the Shelf. Negli USA in conseguenza alla diffusione di questa tradizione è nato anche un vasto merchandising: oltre ai pupazzetti ci sono anche dvd, gadget, giocattoli e persino vestitini e accessori "a misura di elfo".
E voi siete più pro o contro la tradizione di The Elf on the Shelf? Conoscete qualche famiglia che la pratica? Eravate a conoscenza di tutte queste critiche?
Come abbiamo detto l'elfo di Natale arriva all'improvviso attraverso una porta magica e ogni notte proprio entrando e uscendo dalla porticina andrà al polo Nord per riferire a Babbo natale come si stanno comportando i bambini.
Possiamo acquistare un porticina dell'elfo già pronta nei negozi di bricolage, oppure possiamo realizzarla noi con cartone e cartoncino, legno, pasta di sale dipinta, materiali di recupero.
Un'altra soluzione molto semplice è quella di stamparla e colorarla e poi ritagliarla per incollarla su una parete di casa.
Per attivarla il giorno in cui è previsto l'arrivo dell'elfo i bambini dovranno recitare una formula magica o fare un piccolo rito di attivazione.
Ad esempio:
- fai 5 battimani,
- fai 3 saltelli,
- fai 2 giri su te stesso,
- soffia sulla porta ed chiama l'elfo.