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Candelora: origini, poesie e ricette per il 2 febbraio

di Emanuela Cerri - 30.01.2024 Scrivici

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Fonte: shutterstock
La Candelora è una festa a metà tra religione e paganesimo e celebra la rinascita dopo un lungo e buio inverno. Ecco come festeggiare in famiglia

In questo articolo

Candelora

Il giorno della Candelora, ovvero della Purificazione della Vergine è un giorno "di svolta" della stagione invernale. La Candelora, ricorda il rito di purificazione che la Vergine Maria seguì dopo aver dato alla luce Gesù Cristo. Nel Levitico è infatti prescritto che ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, sarebbe stata considerata impura per sette giorni, e che per altri 33 non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto (se ci pensiamo corrispondono ai 40 giorni post parto nei quali oggi si consiglia di non avere rapporti sessuali, prima della visita ginecologica post parto)

Candelora significato

Già dal VIII secolo d.C., la festa della Calendora era molto sentita. A Roma, nel Medioevo, si compiva una lunghissima processione che partiva da Sant'Adriano e attraversava i fori di Nerva e di Traiano, attraverso il colle Esquilino, per raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore. In tempi più recenti, la processione si accorciò, svolgendosi intorno alla Basilica di San Pietro. In quell'occasione, all'interno della Basilica, sull'altare venivano poste delle candele, con un fiocco di seta rosso e argento, e con lo stemma papale

Erano scelte tre di queste e la più piccola era consegnata al Papa, mentre le altre due andavano al diacono e al suddiacono ufficiali. Una volta benedetti i ceri, il Papa consegnava la sua candela al cameriere segreto, insieme con il paramano di seta bianca, che gli era servito per proteggersi le mani dalla cera calda, e passava alla benedizione dei ceri.

In molte regioni italiane la Candelora viene ancora oggi rievocata attraverso messe e processioni. Oggi, la Candelora segna per lo più, la fine dell'inverno.

Dal punto di vita pagano la Candelora ha a che vedere con la purificazione e con i riti propiziatori per la fertilità della terra e rientra a pieno titolo tra gli otto Sabba (Shamain, Yule, Imbolc, Oestara, Beltane, Litha, Lammas e Mabon) che sono le principali festività del nostro calendario in cui vengono celebrati i solstizi, gli equinozi e altre ricorrenze legate alla Natura (a cui si sovrappongono le festività "religiose")

La Candelora è quindi un momento di passaggio, tra l'inverno/buio/"morte" e la primavera/luce/risveglio.

Candelora è il nome popolare (deriverebbe dal tardo latino "candelorum", per "candelaram", benedizione delle candele). Andando indietro nel tempo, in italia, a Roma, risaliamo ai Lupercalia che si celebravano alle Idi di febbraio, per i romani l'ultimo mese dell'anno, che servivano a purificarsi prima dell'avvento dell'anno nuovo e a propiziarne la fertilità. In questa celebrazione, dedicata a Fauno Lupercus, due ragazzi di famiglia patrizia venivano condotti in una grotta sul palatino, consacrata al Dio, al cui interno i sacerdoti, dopo aver sacrificato delle capre, segnavano loro la fronte con il coltello tinto del sangue degli animali. Il sangue veniva poi asciugato con della lana bianca bagnata nel latte, e subito i due giovani dovevano sorridere.

A quel punto i due ragazzi dovevano indossare le pelli degli animali sacrificati; con la medesima pelle venivano quindi realizzate delle strisce (dette februa o anche amiculum Iunonis) da usare a mo' di fruste. Così acconciati e con le strisce in mano, i due giovani dovevano correre attorno alla base del Palatino percuotendo chiunque incontrassero, in particolare le donne che si offrivano volontariamente ad essere sferzate per purificarsi e ottenere la fecondità. Un altro momento particolare della festa era la 'februatio', la purificazione della città, in cui le donne giravano per le strade con ceri e fiaccole accese, simbolo di luce.

Per le tradizioni celtiche questa ricorrenza viene chiamata invece Imbolc (da imbolg - nel grembo) e risulta particolarmente legata alla triplice Dea Brigit (o Brigid), divinità del fuoco, della tradizione e della guarigione; anche questa festa venne poi trasformata in età cristiana e il ruolo della Dea affidato alla figura di santa Brigida, a cui vengono attribuite tutte le caratteristiche della divinità, in particolare quella del fuoco sacro.

La Candelora in alcuni luoghi viene chiamata "Giorno dell'orso" o Giorno della Marmotta. In questo particolare giorno, l'orso si sveglierebbe dal letargo e uscirebbe fuori dalla sua tana per vedere come e' il tempo e valutare se sia o meno il caso di mettere il naso fuori

Candelora proverbio e poesie

Un celebre proverbio, ricordato anche da Papa Giovanni Paolo II, recita "Candelora dell'inverno semo fora", ossia il 2 febbraio l'inverno può considerarsi finito.

Il proverbio però continua "Ma se piove e tira vento, dell'inverno semo drento", ossia se il 2 febbraio il tempo è brutto, l'inverno durerà un altro mese almeno. In questo senso la Candelora è anche legata ad alcune feste di origine agreste, in molti Paesi europei, infatti, si cucinano piatti specifici, che vengono offerti alla natura o alle fate, come in Francia.

Il primo antichissimo proverbio latino sulla Calendora recita:

Si Purificatio nivibus - Pasqua floribus Si Purificatio floribus . Pasqua nivibus

Se il 02 Febbraio era freddo e nevoso, la Pasqua sarebbe stata bella, se invece il giorno della Purificazione fosse stato sereno, a Pasqua sarebbe caduta la neve.

Sembra incredibile, ma questi modi di dire furono così popolari da avere anche una versione in inglese:

If Candelmas Day be fair and bright

Winter will have another fight

If Candelmas Day bring clouds and rain

Winter is gone and won't come again

La Candelora è stata oggetto di tanti altri detti e proverbi popolari di carattere meteorologico che variano secondo il dialetto tra regione e regione, ma possono tutti riassumersi in questo significato

Madonna della Candelora

dall'inverno siamo fuori

Se piove o tira vento

nell'inverno siamo dentro

A Forlì e in tutta la Romagna, invece, il proverbio suona all'opposto:

Per la candlora, o ch'u piov o ch'u neva da l'inveren a sem fora;

ma s'un piov, quaranta dé dl'inveren avem ancora.

(Per la Candelora, se piove o nevica, dall'inverno siamo fuori; ma se non piove, abbiamo ancora quaranta giorni di inverno).

In Toscana si dice:

Se nevica o gragnola dell'inverno siamo fora.

Se c'è sole o solicello siamo ancora a mezzo inverno.

Se c'è sole o sole tutto dell'inverno resta il brutto.

Come prepararsi ai festeggiamenti di Imbolc

Il tema principale della Candelora è la purificazione. Per iniziare è utile adottare un alimentazione più leggera seguita da una profonda pulizia della propria casa, in modo da ripulire la nostra dimora spirituale (il corpo) e quella fisica, (la casa).

Fatto ciò, potremo utilizzare del fumo d’incenso per completare l’opera. Anche la nostra mente avrà certamente bisogno di una ripulita, così sarà bene cercare di scacciar via i cattivi pensieri, promuovendo il desiderio di migliorarsi.

Un rituale semplice è quello di munirsi di alcune candele bianche da spargere per casa. Con una potremo girare tutte le stanze, in senso orario, per purificarle ed impregnarle dell’energia della Dea Brigid. Prima di andare a letto potremo bere del latte, lasciandone un po’ come offerta per la Dea che passerà per proteggerci.

Cosa si fa per la Candelora?

Si preparano e si consacrano le nuove candele che si utilizzeranno durante l'anno, si spazzano casa e uscio a mandar via polvere e stantio, si prepara il sapone, ci si purifica in preparazione della nuova stagione e di tutto quello che porta e comporta.

Ricette per la Candelora

Che dolci o piatti possiamo preparare in occasione della Candelora? Sicuramente ci sono le crepes, che rappresentano la pietanza tipica di questa festa. In Francia, secondo la tradizione, nel giorno della Candelora si dice bisogna far saltare la prima crêpe con la mano destra, tenendo nella mano sinistra dell'oro se si vuole prosperità e ricchezza.

  • Crepes dolci e salate: le crepes sono la ricetta tradizionale della Candelora. Per prepararle il procedimento è piuttosto semplice: mettere in una ciotola farina e latte e mescolare con una frusta. Amalgamate il resto degli ingredienti, tranne le uova. Mescolate ancora e aggiungete le uova e poi mescolate nuovamente. Lasciare i composto in frigorifero per circa un'ora e poi ungete una padella dai bordi bassi con un po' di olio e versate un mestolo di composto. Quando un lato sarà bello dorato girate la crepe.
  • Crepe Suzette: venne inventata per sbaglio da un discepolo del grande chef Auguste Escoffier, per soddisfare il palato del principe di Galles, Edoardo VII. Questa versione prevede la presenza della salsa d'arancia e Grand Marnier.
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