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Importanza del gioco per i bambini
“Non siamo più pienamente vivi, più completamente noi stessi, e più profondamente assorti in qualcosa, che quando giochiamo”. A sostenerlo è Charles E. Schaefer, psicologo americano che – non a caso – è anche il sostenitore della Teoria del Gioco, ovvero quella teoria che sostiene l’importanza dell’espressione personale del bambino dai 3 agli 11 anni proprio attraverso il gioco. Per i bimbi infatti giocare non è solo un passatempo, ma un’attività seria e importante: un lavoro.
E’ attraverso il gioco che imparano i confini corporei di sé e degli altri, ad interagire e a conoscere il mondo che li circonda. Fin da piccolissimi è fondamentale che imparino – esattamente come per il linguaggio e il camminare – a giocare. Glielo dobbiamo insegnare noi adulti il prima possibile.
Il gioco per i bambini a 3 mesi
Già a tre mesi si possono approcciare i primi rudimenti. A quest’epoca infatti i neonati amano molto i suoni: ad esempio il fruscio della carta, il battito di mani, il tintinnio di un sonaglio. Si tratta appunto di un inizio, ma imprescindibile. Se il neonato ci metterà un po’ a rispondere, magari con un sorrisino o un gorgheggio, non vi preoccupate: è tutto perfettamente nella norma. Un’altra cosa che piace molto ai bimbi piccolissimi è ballare. Certo, non ballano sulle proprie gambette, ma apprezzano particolarmente essere cullati a ritmo di canzoni varie dalle braccia di mamma e papà. Oppure a loro piace osservare ciò che c’è in casa, anche se non hanno una visione ancora chiara: mi ricordo per esempio che a mia figlia Paola apprezzava moltissimo quando aveva 3 mesi girare per le varie stanze del nostro appartamento e guardarsi intorno.
Con il passare del tempo imparerete ad osservare il temperamento del vostro bambino e capirete quanto dedicare al gioco: all’inizio può essere qualche minuto, fino ad aumentare.
Ricordatevi che la concentrazione di un bimbo non è quella di un adulto e che probabilmente si stuferà dopo poco di un’attività che gli avete proposto. Come capire se non vuole più giocare o vuole passare ad altro? Se si inquieta, piange o si agita. Se invece sorride ed è allegro, allora potete continuare.
Il gioco a 4-6 mesi
Dai 4 ai 6 mesi si verifica una piccola rivoluzione: il bambino – dopo i 6 mesi – comincia a stare seduto da solo e ciò significa che comincia ad avere una certa autonomia. Che giochi si possono fare con lui? Leggere dei libri tattili, per esempio, dove le figure hanno delle parti in tessuto e consistenza diversa, in modo che imparino a conoscere attraverso il tatto. Un’altra cosa che amano molto sono le bolle: provate a fargliele prendere con le manine, vedrete che divertimento!
Il gioco per i bambini tra i 7 e 9 mesi
Tra i 7 e i 9 mesi c’è ancora un ulteriore scatto di crescita: il bimbo impara ad avere più controllo delle manine, anche se non è ancora del tutto padrone dei suoi movimenti. Che giochi potete fare con lui? Per esempio far roteare una palla accompagnandola con frasi di incitamento come “Oplà!”, oppure lanciarla verso di lui che la guarderà con occhi sognanti. Un’altra attività può essere la corsa ad ostacoli: probabilmente comincerà a gattonare e gli piacerà fare lo “slalom” tra i vari oggetti (sì, anche il cane addormentato può esserlo).
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Il gioco a un anno
Al compimento del primo anno di vita cominciano anche i primi passetti. Il bambino diventa più autonomo e ancora più interessato a ciò che c’è attorno. A quest’epoca un gioco che gli piace molto è quello del “travaso”: si possono riempire delle ciotoline con un po’ di pasta. Il bimbo la potrà così afferrare e spostare da un’altra parte.
Anche il bagnetto è un momento ludico: si possono leggere delle storie grazie ai libri impermeabili e creare delle piccole avventure con i giochi nell’acqua.