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Che fare se tuo figlio fa i capricci

di Emanuela Cerri - 07.08.2017 Scrivici

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Cosa fare se il bambino fa i capricci? A 2, 3 anni i esprimono un bisogno di autonomia del bambino, più tardi sono sintomo di maleducazione

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Cosa fare se il bambino fa i capricci

Fare i capricci significa opporsi alle regole stabilite dagli adulti, ma prima di un anno il bambino non vuole contestare nulla. Piangendo o comunque manifestando atteggiamenti di ribellione chiede aiuto per un suo momento di difficoltà. Ad esempio, se piange dopo essere stato messo nella culla dopo il pasto, può significare che ha fastidio per il ruttino non espletato.

È dai 2 ai 3 anni che i bambini possono trasformarsi in piccoli contestatori con la 'fase dei NO' caratterizzata dal continuo rifiuto di fare qualsiasi cosa venga loro richiesta. Anche questi primi 'abbozzi' di capriccio vanno controllati, non bisogna però dimenticare che queste prime manifestazioni denominate capricci, sono tappe fondamentali verso l'indipendenza, nonchè espressione del sano desiderio di imporre la propria personalità attraverso il dominio e il controllo dell'ambiente.
I capricci insomma, sono da considerare un passaggio obbligato nell'evoluzione del bambino.

È molto difficile stabilire un limite di età nella quale un capriccio sia da ritenersi 'normale', l'età si può protrarre anche fino ai 5-6 anni. Dopo questa età invece, se i genitori hanno gestito bene la situazione, si passerà all'epoca della ragionevolezza.
Tutto dipende comunque sia dall'atteggiamento dei genitori sia dal temperamento del bambino, è infatti certo che, se l'ambiente contribuisce preponderatamente sulla personalità, anche il carattere influenza l'atteggiamento che i genitori adottano nei suoi confronti.
Verrebbe da dire, una sorta di circolo vizioso!!

È lo stesso bambino a strutturare l'ambiente in cui cresce: un esempio lampante è costituito dal fatto che due fratelli sviluppino personalità differenti e rapporti spesso opposti con gli stessi genitori.

Come gestire bene la situazione per fronteggiare i capricci?

L'importante è fissare poche semplici regole, non dimenticandosi poi di essere intransigenti nel farle rispettare. I capricci sterili fatti solo per contestare in un bambino di 4-5 anni possono proseguire all'infinito se il bambino ha la sensazione che i genitori prima o poi cederanno.
Un bimbo che sa che no significa no e non 'forse' o peggio ancora 'sì, basta insistere' è perfettamente consapevole del fatto che non ha senso tirare a lungo un capriccio, tanto con mamma e papà non porterebbe a nulla. È solo l'assenza di paletti che porta a disubbidire, a impuntarsi e a compiere azioni come gettarsi a terra, scagliare oggetti e/o tirare calci ai genitori. I capricci continuano anche ben oltre i 6 anni se non vengono gestiti subito nel modo corretto che consiste nel rimanere fermi sulla propria posizione, mostrandosi indifferente alla reazione avversa.

Il messaggio che si deve trasmettere a un bambino già grandicello e molto capriccioso è che i genitori osservano la sua ribellione e ne prendono atto, ma sono certi di essere nel giusto imponendogli una certa cosa o insistendo perchè ne faccia un'altra, che per lui non esiste alcuna possibilità che cambino idea.
È probabile, a fronte di un simile atteggiamento dei genitori, che il bambino abbandoni velocemente la contestazione; i piccoli rimangono infatti sconcertati dal fatto che la loro reazione non impressioni più di tanto, e questo loro 'punto debole' a volte va sfruttato a scopo educativo. Se però mamma e papà tentennano anche solo in cuor loro, il bimbo fiuta uno spazio per la contrattazione e la possibiltà di averla vinta.

Ancora peggiore è il caso in cui i genitori si dimostrano spaventati dalla violenza del capriccio: una simile debolezza fa un pessimo regalo al bambino trasmettendogli la sensazione di essere un tiranno pieno di potere. Sensazione pericolosa che, se avvertita troppo spesso, può portare a un ruolo di onnipotenza e ad un errato equilibrio psico-emotivo.

Non fatevi prendere dal panico se:

  • è possibile che durante un capriccio molto violento il bambino vada in apnea, tecnicamente spasmo affettivo. Questo può anche provocare un lieve cambiamento del colorito del viso che assume una sfumatura bluastra dovuta alla temporanea riduzione di ossigeno al cervello. A volte lo spasmo affettivo può anche essere caratterizzato da lievi contrazioni muscolari (scatti involontari del corpo sempre dovuti alla carenza di ossigenazione). Non c'è da spaventarsi: questo tipo di reazione, frequente nei bimbi molto vivaci, è sempre benigna e destinata a scomparire dopo pochi attimi. Per tranquillizzare il bambino può essere utile coccolarlo e parlargli con tono dolce e basso, mentre per interrompere l'apnea può aiutare il soffiargli all'improvviso sugli occhi

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