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Sospendere l’allattamento per affrontare una cura
Sospendere l'allattamento per affrontare una cura è un'eventualità che può capitare durante i mesi dopo la nascita del bambino. Secondo l'ospedale Bambino Gesù, l'uso di farmaci è spesso la prima causa dell'interruzione del nutrimento al seno del neonato. Sia Oms che l'Agenzia italiana del farmaco ritengono che, nei primi 6 mesi, il latte materno è l'alimento ideale per il bebè. Il ministero della Salute indica però alcuni casi in cui può essere indicato sospendere l'allattamento al seno per curare alcune specifiche patologie.
L’allattamento al seno
Sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano come l'allattamento al seno porti innumerevoli vantaggi per il bambino, per la mamma e per la famiglia. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'allattamento esclusivo al seno nei primi 6 mesi di vita del neonato deve essere incoraggiato proprio per i numerosi benefici che comporta. Primo fra questi la protezione contro le infezioni gastrointestinali, che si osserva non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli industrializzati. Inoltre, l'allattamento al seno protegge dalle infezioni respiratorie, riduce il rischio di sviluppare allergie, migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni. Il colostro è definito dall'OMS come l'alimento ideale per i nascituri. È stato dimostrato, infatti, che iniziare l'allattamento entro un'ora dalla nascita protegge il piccolo dalla possibilità di contrarre infezioni e riduce la mortalità neonatale. Il latte materno rappresenta anche una fonte importante di energia e nutrimento nei bambini dai 6 ai 24 mesi: può fornire oltre la metà del fabbisogno energetico di un bambino di età compresa tra i 6 e i 12 mesi e un terzo del fabbisogno energetico tra i 12 e i 24 mesi.
Quando sospendere l’allattamento per affrontare una cura
Come riporta il sito del ministero della Salute, seppur il latte materno è consigliato almeno per tutti il primo anno, ci sono condizioni che lo sconsigliano e motivano all'uso di sostituti del latte materno.
Si tratta di:
- galattosemia
- malattia delle urine a ''sciroppo d'acero''
- fenilchetonuria.
Anche alcune patologie della mamma possono controindicare l'allattamento materno. Ad esempio, è giustificata l'astensione permanente dall'allattamento per le donne con infezione da HIV. Inoltre è opportuno sospendere temporaneamente l'allattamento nei casi in cui la mamma sia in condizioni di salute tali da non potersi prendere cura del figlio, oppure sia affetta da un'infezione da virus dell'Herpes simplex a livello del capezzolo o debba assumere particolari farmaci. In realtà il ministero specifica che la gran parte dei farmaci è compatibile con l'allattamento e sono solo pochi quelli realmente controindicati. In ogni caso, è sempre bene consultare il proprio medico.
Quali farmaci interferiscono con l’allattamento
Le controindicazioni considerate "assolute" riguardo l'allattamento al seno sono limitate a pochi i farmaci che necessitano sempre di sospendere di dare il latte materno al bambino. I farmaci controindicati sono:
- i farmaci anti-tumorali (ciclofosfamide, ciclosporina, doxorubicina, metotrexate);
- le sostanze radioattive utilizzate in radiodiagnostica (limitatamente alla loro durata di azione);
- i farmaci antitiroidei (diversi dal tiouracile);
- il cloramfenicolo.
In questi casi è necessario che la mamma sospenda l'allattamento, per alcuni di essi solo temporaneamente, fino al termine della terapia. Il pediatra fornirà indicazioni su come mantenere la produzione lattea fino al momento della ripresa dell'allattamento al seno. Per gli altri farmaci esistono liste preparate dall'Accademia Americana di Pediatria o dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e testi di riferimento che forniscono informazioni dettagliate e aggiornate ai medici. Da considerare è che la maggior parte dei farmaci passa nel latte materno, ma la gran parte di essi, quando assunti alle dosi terapeutiche, non ha effetti sulla produzione del latte o sulla salute del lattante. A parte rare eccezioni, la concentrazione dei farmaci nel latte è molto bassa e, in generale, si può affermare che la dose assunta dal lattante non supera l'1% di quella introdotta dalla mamma.
FONTI:
Quando l'allattamento materno non è possibile
Farmaci e allattamento al seno: non sempre un binomio impossibile