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Allattare al seno fa bene anche alla mamma
Allattare al seno, un argomento sicuramente vasto per i suoi benefici e le sue contraddizioni. Vorrei prima di iniziare a trattare l’argomento sottolineare il fatto che ciò che scriverò non vuole essere giudicante nei confronti di chi non può o non vuole allattare al seno. C’è chi decide di non farlo e credo che comunque il bambino e la mamma possano crescere felici, anzi meglio una mamma serena con il latte artificiale che una mamma depressa con l’allattamento.
C’è chi invece non può farlo, per motivi che vanno oltre la sua volontà, sicuramente sarà una strenua lotta contro i propri desideri e comunque troverà accoglienza presso i professionisti che sanno quanto sia difficile a volte fare delle scelte. Ho scelto di trattare questo argomento non per confrontare chi allatta al seno e chi invece artificialmente, ma solo per rendere noti i risultati degli studi scientifici sulle sole mamme che allattano al seno.
Vorrei quindi che nel caso non facciate parte di questa categoria non vi sentiate “meno mamme”, rifiutate e dipinte come le “cattive”. Semplicemente la vostra esperienza sarà diversa ma non meno importante, e avrete sicuramente una bella storia da raccontare alla fine del percorso.
Ormai tutti gli studi eseguiti sulle donne che allattano ci dicono che allattare al seno fa bene, fa bene al bambino perché gli fornisce i nutrienti necessari per crescere, sotto forma immediatamente digeribile.
Ma per la mamma quali sono i benefici dell'allattamento al seno?
- Spesso dopo il parto ci dimentichiamo che esistono anche le mamme e la loro salute, non solo i bambini, allora posso dire che uno dei principali benefici dell'allattamento al seno è che consente di ridurre velocemente e drasticamente le perdite di sangue dopo il parto. Grazie all'azione dell'ossitocina che fa contrarre il muscolo uterino anche durante l'allattamento (i famosi morsi uterini), l'utero "cicatrizza" più velocemente i vasi a cui era collegata la placenta. Questo consente di avere perdite minori e di minore durata.
- L'allattamento al seno ha anche la funzione di stabilizzare l'umore, perché il legame che si crea durante la poppata scatena la risposta del cervello e lo stimola a produrre endorfine, le molecole del benessere. Tutto sempre grazie all'ossitocina, la cosiddetta "molecola dell'amore". Avere con sé il proprio bimbo, guardarlo e sentirlo in contatto è la più potente delle "medicine" contro la depressione, lo scoraggiamento, il senso di solitudine e di impotenza che molto spesso capitano nei primi mesi dopo la nascita del bambino.
- Ce ne sono molti altri di benefici alla coppia mamma-bambino, alcuni più noti come la protezione da malattie infettive anche in caso di contatto con malati (ad esempio i casi di varicella nei bambini allattati al seno mentre un fratellino la contrae ci dicono che il decorso della malattia è più veloce e meno intenso). Altri invece sono meno noti perché appunto riguardanti la mamma. Ne ho scelti un paio per andare ad analizzarli con voi.
- Allattare al seno fa dimagrire: alcuni credono che sia solo una diceria popolare ma effettivamente alcuni studi dimostrano che ciò avviene. Va però precisato una cosa, allattare non è avere la bacchetta magica, non è che i chili accumulati durante la gravidanza e dopo il parto spariscono in un lampo. È un lavoro continuativo ma a 6 mesi si è visto che le donne che allattano al seno sono ritornate al peso pre gravidanza. Perché accade? Perché tra i nutrienti essenziali per la crescita e lo sviluppo del bambino vi sono anche alcune sostanze che si accumulano normalmente nello strato adiposo della mamma. Quando questi nutrienti si rendono necessari, ovvero ad ogni poppata, il nostro meraviglioso corpo è in grado di "staccarli" dalla loro sede per poterli passare nel latte e quindi al bambino. Ecco quindi che pezzo per pezzo ciò che si era accumulato si stacca e quindi i chili di troppo spariscono. Tutto questo va ovviamente associato ad una dieta equilibrata il più possibile, e parlo sia in eccesso che in difetto perché molte mamme troppo concentrate sull'allattamento dimenticano di mangiare. Mangiare significa stare bene, cosa che è indispensabile per far star bene anche il bambino.
- Inoltre il lattè ha una componente liquida, anzi dire che la parte maggiore è liquida, liquido che viene preso dal corpo della mamma. È quindi una sorta di drenante naturale dei liquidi in eccesso. Per questo molte mamme riferiscono sensazione di sete quando allattano. È molto importante che questa sensazione venga assecondata affinchè la mamma non si privi dei liquidi che sono necessari al corretto funzionamento del suo corpo.
Allattamento al seno e prevenzione
Questo aspetto dei benefici dell’allattamento al seno è poco conosciuto ma non meno importante.
Quando parlo di prevenzione intendo prevenzione contro i tumori femminili ed in particolare il tumore al seno e il tumore ovarico. È stato dimostrato che allattare al seno sia uno dei fattori che proteggono dall’insorgenza del tumore alla mammella, si è ipotizzato un motivo (che ad ora però resta sconosciuto) e questo sembra da ricercarsi nella mobilitazione e maturazione delle cellule della ghiandola mammaria operate dall’allattamento. In sostanza è come se, dal momento che si è allattato, la ghiandola mammaria abbia raggiunto il suo sviluppo completo “sotto controllo” delle nostre sentinelle corporee e quindi sia più difficile che possa avvenire uno sviluppo incontrollato (tipologia di sviluppo che è alla base della formazione di tumori).
L’effetto preventivo sulle ovaie sembra invece essere legato alla regolazione ormonale che l’allattamento al seno riesce a mantenere bilanciata. Purtroppo non ci sono ancora studi univoci e su grandi campioni in merito, non abbiamo numeri precisi da poter fornire né la motivazione per cui allattare al seno sia certamente preventivo di tumori alle ovaie o alla mammella, altrimenti avremmo trovato la terapia contro questi tipi di tumore. Si parla quindi di fattori protettivi, non è detto però che comunque in futuro non si possano sviluppare forme cancerose, quindi mai abbandonare i controlli (ecografia transvaginale, ecografia al seno e mammografia) solo perché si è allattato.
Svantaggi dell’allattamento al seno
Ora vorrei sottolineare che allattare al seno e allattare a richiesta non sono esattamente la cosa più semplice del mondo. Anzi, allattare al seno significa essere sempre disponibile per il bambino, quando ha voglia di attaccarsi deve trovare la mamma a disposizione. È evidente quindi che il centro di tutto ruota intorno al bambino, almeno per i primi mesi, e la mamma può sentirsi frustrata, messa da parte e alcune mi dicono anche con una frase un po' forte “una mucca da allevamento”.
Chi decide di intraprendere questo percorso deve sapere che ci saranno momenti difficili, il bambino potrebbe svegliarsi ogni ora e voler mangiare (anche di notte); se non si è ben seguite potrebbero esserci problemi nell’attacco al seno con la formazione di ragadi e ingorghi; sarà una lotta continua con la bilancia per capire se ha mangiato e quanto.
E se la mamma torna al lavoro bisognerà anche trovare il tempo per poter tirare il latte e conservarlo in modo da poterlo dare al bambino quando avrà fame. Insomma non un percorso lineare. Lo svantaggio più grosso quindi dell’allattamento al seno risiede nella gestione del proprio tempo, che sarà focalizzato sull’allattamento e non sui proprio bisogni almeno per i primi due-tre mesi. Poi piano piano si instaureranno degli equilibri tra voi e il tempo libero andrà aumentando, ma all’inizio non sarà semplice.
Fino a quando allattare al seno
Anche questo aspetto è piuttosto controverso, o meglio, è causa di molte polemiche e confusioni. Le mamme si trovano sballottate tra chi dice che deve terminare a 4 mesi e chi invece a 4 anni e posso capire che non si sappia più da che parte rivolgersi e a chi dare retta. La realtà è che non esiste una teoria unica, la gran parte dei medici fa riferimento alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero l’ente più rilevante a livello mondiale per guidare i medici e i professionisti sanitari nella loro pratica. Queste linee guida sostengono che l’epoca ideale per terminare l’allattamento esclusivo sia intorno ai 6 mesi. Ci sono due parole chiave: la prima è “esclusivo”, la seconda “intorno”.
Allattamento esclusivo significa che il bambino si nutre solo di latte. Dopo i sei mesi si è visto che per la corretta crescita il bambino necessita di nutrienti che sono contenuti sì nel latte materno, ma in misura maggiore negli alimenti che ormai riuscirà ad ingerire e digerire da solo. Intorno al sesto mese perché ogni bambino in sostanza sa quando è pronto a ridurre la quota di latte da assumere, ogni bambino ha la sua storia quindi potrebbe essere a 4 mesi come a 8.
Ci sono alcuni segnali che ci possono aiutare a comprendere quando il bimbo è pronto per l’introduzione di cibi solidi: sta seduto sa solo, mostra interesse per il cibo volendolo manipolare e portando le mani alla bocca.
Qui stiamo parlando di inizio dello svezzamento, quando questo si debba concludere con il passaggio completo ai cibi solidi e al latte artificiale è a discrezione della mamma e del rapporto che ha con il bambino. Molti infatti da soli arrivano a non chiedere più il seno ad un certo punto della loro crescita. Altri invece per motivi svariati devono arrivare a farlo in breve tempo. È possibile, basta che sia una cosa graduale e che possiate essere seguite adeguatamente da un’ostetrica e da un pediatra.
Quello che in conclusione voglio ancora sottolineare è che l’allattamento al seno ha sicuramente dei benefici innegabili sia per la mamma che, soprattutto, per il bambino. Ma la cosa che dal mio punto di vista è la più importante di tutte è che il rapporto che si crea tra mamma e bambino sia sereno, sia speciale a prescindere che l’allattamento sia al seno o artificiale. È un momento troppo importante, troppo magico anche per la salute psicologica di entrambi perché una convinzione personale possa prevalere su quello che si deve osservare, ovvero una mamma felice di come sta crescendo il proprio piccolo.