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I sintomi dell’annidamento
Per rimanere incinte è necessario che ci sia la fecondazione dell'ovulo da parte dello spermatozoo. Tuttavia, solo questo non basta. Nelle ore e nei giorni successivi, infatti, si arriva all'annidamento dell'embrione nell'utero. Questo fenomeno è conosciuto anche come nidazione ed è un passaggio necessario perché la gravidanza inizia proprio in tale fase. Ma quali sono i sintomi dell'annidamento che possono aiutarci a capire che siamo in dolce attesa?
Come avviene esattamente l’annidamento
Prima di scoprire i sintomi dell'andamento facciamo un passo indietro per capire esattamente come avviene e, quindi, in cosa consiste.
A seguito di un rapporto sessuale, può succedere che i gameti maschili e femminili - quindi spermatozoi e ovulo - si incontrino dando vita al concepimento. A quel punto ci vogliono dai 7 ai 10 giorni perché l'ovulo fecondato (zigote) segua il suo percorso nella tuba per arrivare all'interno dell'utero.
Durante questo percorso le cellule dello zigote si moltiplicano e in massimo 5 giorni raggiungono lo stato di blastociste, vale a dire di embrione più maturo. Al contempo gli ormoni preparano l'endometrio alla sua ricezione, una fase denominata "finestra di impianto" che dura circa 72 ore.
Più o meno al tredicesimo giorno dal concepimento avviene il completamento dell'annidamento, vale a dire quella fase in cui l'embrione si impianta nell'utero e più specificatamente nella sua parete interna, l'endometrio.
Da quel momento in poi, a patto che la nidazione abbia avuto successo, parte dell'embrione continua a trasformarsi per dar forma a quella che sarà la placenta. Altre parti, invece, si organizzano in tessuti per dare vita agli organi fetali fino ad arrivare, nel giro delle prime 16 settimane di gravidanza, a dare origine a un minuscolo individuo pronto a crescere, maturare e poi nascere.
Sintomi dell’annidamento: come riconoscerli
Come riportato da Mayo Clinic, un ospedale degli Stati Uniti, non tutte le donne sperimentano gli stessi sintomi dell'annidamento.
Anzi, la maggior parte delle future mamme non mostra alcun segno. Coloro che invece possono avvertirli, più frequentemente presentano:
- spotting;
- dolori addominali: simili a quelli causati dalle mestruazioni;
- perdite bianche: diverse da quelle che compaiono durante l'ovulazione. In quest'ultima fase sono chiare, elastiche e con una consistenza quasi simile all'albume di un uovo. Quelle dell'annidamento, invece, sono più gommose e dense e con un colore trasparente o bianco;
- gonfiore durante la digestione;
- tensione e/o dolore al seno;
- nausea: il più famoso dei sintomi dei primi mesi di gravidanza;
- mal di testa;
- sbalzi d'umore;
Più raramente, invece, può presentarsi un calo della temperatura basale che tende a diminuire ogni giorno per poi risalire.
Sintomi dell’annidamento nella PMA
Anche chi ricorre alla PMA, e quindi alla procreazione medicalmente assistita, ovviamente sperimenta i sintomi dell'annidamento.
Fermo restando che ogni donna è un mondo a sé stante in cui i sintomi possono esserci come no, anche in questo caso possono essere abbastanza tipici:
- piccole perdite marroni o rossastre di sangue: sono dovute alla penetrazione dell'embrione all'interno della parete uterina. Facili da confondere con il ciclo mestruale, per riconoscerle c'è da tenere in considerazione che sono decisamente più ridotte in termini di quantità e che scompaiono completamente nell'arco di 2-3 giorni;
- gonfiore e leggeri crampi addominali;
- possibili vertigini;
- necessità di fare pipì più spesso del solito;
- tensione al seno;
- temperatura basale leggermente alta.
Come ben specificato dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d'America, la presenza o l'assenza dei classici sintomi di gravidanza non predicono l'esito della stessa, tanto che una donna su 10 non presenta i sintomi dell'annidamento.
L'unico modo per sapere se si è veramente in dolce attesa è fare un test di gravidanza dopo due settimane dal rapporto sessuale o dalla PMA.