Come avere un buon parto
Nel 1996 l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicò una Guida pratica dell’assistenza al parto fisiologico.
Si tratta di un documento ancora oggi molto attuale perchè vi si trova un elenco di tutte le procedure che vengono effettuate durante il parto e soprattutto le classifica in 4 gruppi: pratiche utili e di provata efficacia (A), pratiche inutili che andrebbero abbandonate (B), pratiche da eseguire con cautela (C) e pratiche che vengono effettuate troppo spesso e in maniera inappropriata (D).

Le pratiche da evitare per avere un buon parto
vai alla galleryEcco le cose che si dovrebbero evitare per avere un parto naturale migliore possibile
In questa galleria Pianeta Mamma ha raccolto le dieci pratiche che sarebbe meglio evitare se si desidera partorire nel modo più naturale possibile.
E' ovvio che quando saremo in sala parto, alle prese con i dolori del travaglio, saranno i medici a scegliere cosa fare e cosa no, nell'ottica di ciò che è meglio per la salute della mamma e del bambino, ma si possono almeno dare alcune indicazioni di massima su ciò che non si preferisce venga fatto.
Si chiama Piano del parto, un documento non ufficiale che la mamma può stilare per dare indicazioni personali su quali sono i suoi desideri in sala parto.
Per scriverlo si può cominciare ad informarsi sulla reale efficacia o utilità delle pratiche più diffuse.
Qualche esempio? L'utilizzo di farmaci di vario genere, come l'ergometrina che favorisce l'espulsione della placenta ma che ha senso solo nelle donne che sono a rischio di emorragia, e dell'ossitocina, che ha la funzione di stimolare le contrazioni ma andrebbe usata solo in caso di difficoltà reali.

Le pratiche da evitare per avere un buon parto
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E' anche piuttosto diffusa la pratica di far partorire la donna in posizione supina, mentre, al contrario, andrebbe lasciata libera di sistemarsi come meglio ritiene e nella fase espulsiva sta sicuramente meglio in posizione carponi; oppure l'episiotomia, il taglio della zona del perineo, davvero sovra-abusato e infatti nel documento dell'OMS è classificata come procedura nel gruppo D .
Ma anche pratiche che sarebbero piuttosto inutili e fastidiose, come il clistere per svuotare l'intestino o la rasatura dei peli pubici.