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Episiorrafia, cos'è e in cosa consiste

di Viola Stellati - 24.08.2024 Scrivici

episiorrafia
Fonte: shutterstock
Con il termine episiorrafia si intende applicazione dei punti di sutura a seguito dell'episiotomia per favorire l'espulsione del bambino

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Cos'è l'episiorrafia?

In ambito medico con la parola episiorrafia si intende l'applicazione di punti di sutura alle lesioni causate dall'episiotomia, un intervento chirurgico che si effettua nella fase finale del travaglio per favorire l'espulsione del bambino. Nota anche come perineotomia, è uno degli interventi chirurgici ostetrici più comuni ma è bene sapere che l'Organizzazione Mondiale della Sanità la sconsiglia se non in casi di estrema necessità.

Come si effettua l'episiorrafia

Su un articolo pubblicato su Medscape si può leggere che l'episiotomia viene praticata quando:

  • Sussiste il rischio di una lacerazione vaginale;
  • Quando la vagina non si dilata quanto dovrebbe;
  • Se la posizione del bambino non è corretta;
  • Se la testa del piccolo è troppo grande rispetto all'apertura vaginale;
  • Quando è necessario che il parto avvenga il prima possibile.

Per effettuare un'episiotomia si utilizzano delle forbici chirurgiche e viene effettuata un'incisione, che può essere però di due tipi:

  • Mediana: quando si taglia verticalmente;
  • Mediolaterale: incisione effettuata nella parte dalla parte inferiore della vulva e che prosegue in direzione del gluteo destro.

L'operazione di solito viene fatta in anestesia locale, a meno che la paziente non sia già stata sottoposta all'analgesia epidurale. Dopo la nascita del bambino si procede poi con l'episiorrafia.

È bene sapere, inoltre, che secondo uno studio pubblicato sulla Rivista Italiana di Ostetricia e Ginecologia, più della metà delle donne si ritrova a dover richiedere di praticare l'incisione chirurgica con successiva episiorrafia per chiudere una lesione emersa durante il parto. 

Guarigione e conseguenze

Un articolo del Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli specifica che essendo un intervento chirurgico, anche l'episiotomia può avere degli effetti indesiderati. Ne sono degli esempi:

  • Perdite ematiche abbondanti;
  • Dolore nella zona dell'incisione che in alcune circostanze può durare diverse settimane;
  • Infezioni post-operatorie;
  • Formazione di fistole, ma solo in rari casi;
  • Incontinenza dovuta alla lacerazione dei muscoli del perineo.

I tempi di guarigione possono essere piuttosto lunghi, poiché si parla di una durata variabile tra le due e le sei settimane.

La ferita deve essere monitorata per i primi 40 giorni dopo l'operazione, in modo da essere certi che non si siano sviluppate infezioni.

Occorre poi disinfettare e igienizzare più volte al giorno la parte interessata, soprattutto quando si va in bagno sia per la minzione che per espellere feci. Contemporaneamente, occorre asciugare bene (ma con delicatezza) la zona, possibilmente tamponando con un asciugamano.

Mentre la ferita guarisce è anche consigliato l'uso di un cuscino a ciambella per far sì che non ci sia un'eccessiva pressione sulla zona vaginale e per sentire meno fastidio. Se si avverte eccessivo dolore, è possibile ricorrere all'assunzione di paracetamolo o di altri tipi di analgesici leggeri o uno spray anestetizzante. La buona notizia è che la maggior parte delle donne considera sopportabile il decorso che segue l'episorrafia.

Infine i punti, che cadono da soli circa due settimane dopo il parto. Ciò non toglie che già durante la prima settimana si possano percepire prurito e bruciore, che vanno poi ad aumentare durante la fase di cicatrizzazione.

Fonti

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