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Ovodonazione
Molte donne, o almeno la maggior parte, hanno tra i loro più grandi desideri quello di diventare madri. Ci sono delle situazioni però in cui questo non è possibile in maniera naturale e per tale motivo si ricorre all'ovodonazione. Ma cos'è esattamente e in cosa consiste?
Ovodonazione: che cos’è
Con il termine medico ovodonazione si intende, come riportato da IVI, Specialisti in riproduzione di alta complessità, il processo di fecondazione eterologa grazie a cui una donna ricorre agli ovuli di una donatrice al fine di diventare mamma.
Ciò vuol dire che si pratica quando una donna non può utilizzare i suoi ovociti: seppur presenti già dalla nascita nelle ovaie, dopo i 35 anni questi iniziano a diminuire costantemente e a prescindere dalla propria condizione fisica.
Per questo motivo, se si hanno difficoltà a rimanere incinte molte volte viene suggerita la tecnica di fecondazione assistita rappresentata dall'ovodonazione.
Quando è il caso di ricorrere all’ovodonazione
Come riporta il sito di Tambre, clinica di fertilità di Madrid, si ricorre all'ovodonazione in questi casi principali:
- insufficienza ovarica primaria o prematura;
- se si soffre di malattie che possono essere trasmesse alla prole e che non possono essere rilevate mediante le tecniche di diagnosi genetica preimpianto;
- nessun risultato dopo vari trattamenti di fecondazioni in vitro con ovociti propri;
- quando si soffre di una forma di endometriosi severa.
Come funziona
Il meccanismo dell'ovodonazione è piuttosto semplice: gli ovuli di una donatrice vengono fecondati dagli spermatozoi del partner maschile della coppia ricevente.
L'ovodonazione, quindi, è la vera e propria fase di donazione di ovociti che precede il trattamento di PMA, la Procreazione medicalmente assistita.
Qual è la probabilità di successo
Secondo i dati riportati dell'Istituto Superiore di Sanità nel nostro Paese negli ultimi anni c'è stato un notevole incremento delle richieste di fecondazione assistita: sono aumentate del 19,29%.
Per quanto riguarda la probabilità di successo, secondo le cliniche Eugin attualmente non esistono risposte univoche e nemmeno una percentuale di successo che possa andare bene per tutte le donne che si sottopongono a questa tecnica di fecondazione.
Sembrerebbe però che l'ovodonazione offra buone prospettive di ottenere una gravidanza in quanto permette di superare le difficoltà di concepimento che riguardano la qualità o quantità di ovociti disponibili. In poche parole, gli ovociti utilizzati presentano sempre le migliori condizioni possibili portando a un probabile successo già dal primo tentativo.
L’identikit della donatrice
C'è una legge, la 14/2006, che specifica alcuni dettagli sulla donatrice. Innanzitutto deve essere anonima e poi non avrà il diritto di conoscere l'identità del bimbo nato. Allo stesso modo, o almeno per il momento, non è nemmeno possibile che il nuovo venuto al mondo possa scoprire chi sia stata la donatrice.
C'è però una giusta eccezione: in caso di pericolo di vita o di problemi di salute gravi del bambino diventa possibile conoscere l'identità della donatrice, a patto che questa sia un'informazione indispensabile.
Quel che è certo però è che la donatrice ha un'età compresa tra i 18 ed i 35 anni e che prima viene sottoposta a uno studio completo utile a verificare che il suo stato di salute sia ottimale.
A chi rivolgersi
Nel nostro Paese, a differenza di tanti altri, l'ovodonazione è gratuita. È bene sapere, tuttavia, che non tutti i centri per la fertilità sono autorizzati o in grado di eseguire le varie procedure che richiede.
Bisogna quindi rivolgersi a una struttura con comprovata esperienza e che collabori con criobanche selezionate all'interno della Comunità Europea, ovvero che sono qualificate ed attente alla normativa.
Attualmente una lista dei centri accreditati è possibile trovarla nel Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita.
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