Si può fare il Ramadan quando si è incinta?
La religione musulmana è poco conosciuta tra chi non appartiene alla fede ma ha molti aspetti affascinanti che, piano piano, stanno entrando a far parte anche della cultura italiana grazie alle tante persone credenti sul nostro territorio. Un momento molto importante è sicuramente rappresentato dal Ramadan, di cui tutti ormai abbiamo sentito parlare ma di cui, nei fatti, sappiamo poco. Per esempio, si può fare il Ramadan quando si è incinta?
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Che cos’è il Ramadan
Il Ramadan rappresenta un mese, più precisamente il nono, del calendario islamico, e dura una trentina di giorni. Non è mai nello stesso periodo ogni anno ma segue il calendario islamico (che dura 354 o 355 giorni) e per questo, di anno in anno, si anticipa di alcuni giorni. Il Ramadan è uno dei pilastri dell'Islam ed è il periodo in cui i musulmani praticano il digiuno per ricordare la prima rivelazione del Corano a Maometto e in cui devono rispettare altri precetti.
Dall'alba al tramonto, infatti, durante il Ramadan non si può mangiare, ma nemmeno bere (neppure acqua), non si possono avere rapporti sessuali, non si possono dire parolacce, bestemmie, bugie, insulti e qualsiasi altra cosa che potrebbe compromettere la pratica del digiuno. Ovviamente è inclusa la preghiera, per cinque volte al giorno, e i credenti dovrebbero fare delle opere di carità.
Il Ramadan quando si è incinta
Come abbiamo detto, il Ramadan prevede che non si mangi e non si beva dall'alba al tramonto. Per questo, chi lo osserva si sveglia solitamente prima dell'alba, ancora nella notte, mangia un pasto abbondante, beve a sufficienza, prega e spesso si rimette a dormire. Fino a che il sole non è tramontato non si può né bere né mangiare, ma questo non vale per tutti.
Le donne incinte, infatti, sono escluse e possono evitare di seguire il Ramadan durante la gravidanza.
Questo perché, nonostante non sia dannoso per l'organismo (anzi, molti musulmani sostengono di avere molte più energie, soprattutto dopo i primi giorni), può essere comunque provante per chi non è in una condizione di salute ottimale e comportare dei rischi per il feto.
Esiste un versetto del Corano, ma anche diversi racconti del Profeta (ahadith) che spiegano che chi ha problemi di salute non è obbligato a seguire il digiuno ma che, per compensare, può sfamare un povero per ogni giorno di Ramadan saltato.
Anche altre categorie sono esentate dal digiuno: le donne che allattano, i bambini, le donne che hanno le mestruazioni, gli anziani, gli ammalati e in generale chi ha problemi di salute.
Cosa fare se si è incinta durante il Ramadan
Che siate di famiglia musulmana o vi siate convertite alla fede successivamente, il consiglio è di non seguire le indicazioni di altri musulmani ma di sentire soltanto il parere del medico. In particolare, digiunare durante la gravidanza può avere conseguenze gravissime sul feto, sia nel primo trimestre - quando ha bisogno di tutti i nutrienti per svilupparsi correttamente - che successivamente, quando ha bisogno di crescere per arrivare a termine. Fargli mancare qualcosa potrebbe mettere a repentaglio la sua vita e di certo Allah non vuole questo.
Per questo le donne incinte dovrebbero astenersi dal praticare il digiuno, magari compensando con opere di bene ed evitando lo sproloquio, i litigi, insomma provando a "compensare" con altre opere.
A riprova di questo, vi consigliamo un hadith (8172 Al-Bayhaqi):
Allah ha liberato il viaggiatore dalla metà delle preghiere e dal digiuno, e ha liberato la donna incinta e la donna che allatta dal digiuno.
Il digiuno imposto dall'osservanza del Ramadan non deve includere le donne incinte né quelle che allattano, e non si tratta di una scelta, ma di un no categorico: se aspettate un bambino non digiunate perché l'embrione prima e il feto poi ha bisogno di cibo e acqua a sufficienza per svilupparsi e crescere sano.
Potete sicuramente mettere in pratica delle opere di bene e festeggiare con gli amici e i parenti l'Eid al-Fitr, la fine del Ramadan.