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Coca Cola in gravidanza: si può bere?

di Francesca Capriati - 22.06.2021 Scrivici

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Coca Cola in gravidanza: fa male bere la cola in gravidanza? Quanta Coca Cola si può bere se si è incinte? Nausea e contrazioni: tutto quel che c'è da sapere

Coca Cola in gravidanza

La Coca Cola è la bevanda gasata più amata al mondo e difficilmente si riesce a rinunciare ad un bicchiere di Coca soprattutto in determinate occasioni, come una pizza o un panino con gli amici. Ma si può continuare a bere Coca Cola in gravidanza? E' sicura e quali sono le dosi massime che possiamo consumare?

In questo articolo

Posso bere la Coca Cola se sono incinta?

In teoria sì, a patto di non esagerare. La Coca Cola contiene caffeina e zuccheri, sostanze che vanno limitate durante la gravidanza. In partcolare la caffeina va assunta con grande moderazione e nei limiti dei 200-300 mg al giorno. Attenzione perché la quantità massima di caffeina consentita viene raggiunta con due caffè espressi ed è importante nere nota della quantità di caffeina assunta durnate la giornata, considerando che è contenuta anche nel cioccolato o nel tè verde.

  • Quanta caffeina c'è in una lattina di Coca Cola?

Sul sito di Coca Cola leggiamo che una lattina di Coca‑Cola Classic contiene 32 mg di caffeina e una lattina di Diet Coke ne contiene 42 mg. In alternativa, se si vuole azzerare il consumo di caffeina senza rinunciare ad una bibita gasata, si può optare per la Sprite o una Fanta.

I rischi della caffeina

La caffeina richiede un po' più di tempo per essere digerita e metabolizzata e, con il progredire della gravidanza, anche la decomposizione della caffeina rallenta, esponendo il feto agli effetti negativi di questa sostanza.

Numerosi studi confermano che assumere elevate quantità di caffeina in gravidanza aumenta il rischio di diversi problemi come:

I rischi dei dolcificanti

Anche nelle lattine di Coca Cola Zero gli zuccheri sono comunque presenti, ad esempio l'Aspartame, il sucralosio o la saccarina.

Una bevanda zuccherata non solo non toglie la sensazione di sete, ma favorisce un'impennata della glicemia che è sempre meglio evitare, soprattutto in gravidanza.

Le bibite dietetiche e senza caffeina contengono comunque una serie di sostanze chimiche e, in generale, è meglio evitarle quando possibile durante la gravidanza, soprattutto perché la ricerca scientifica è in progress.

Ad esempio, secondo la FDA Trusted Source, alcune bevande gassate contengono idrocarburi policiclici aromatici, parenti del benzene, che è cancerogeno.

Altre bevande hanno acido fosforico e acido citrico, due sostanze chimiche note per erodere lo smalto dei denti e sapiamo che le donne in dolce attesa sono maggiormente vulnerabili a carie e gengiviti a causa dei cambiamenti ormonali.

In definitiva, quindi, la Coca Cola in gravidanza non è espressamente proibita, se andrebbe comunque limitata se non evitata, anche perché non apporta alcun beneficio nutrizionale, a fronte di una certa quantità di caffeina e zuccheri. 

Coca Cola e nausea in gravidanza

La Coca Cola viene da generazioni considerata un rimedio naturale per la nausea gravidica . In effetti, se si hanno difficoltà di digestione, la Coca può aiutare grazie al suo Ph acido. Ma per quanto riguarda i suoi benefici effetti sulla nausea tipica del primo trimestre non ci sono evidenze scientifiche: quindi per alcune donne può essere di reale aiuto, mentre su altre non avere alcun effetto.

Coca Cola in gravidanza e contrazioni

Uno studio di qualche anno fa, pubblicato sull'American Journal Nutrition, ha ipotizzato che un eccessivo consumo di bevande gasate potesse favorire il parto prematuro: secondo questa ricerca, condotta su 60.000 donne, il rischio di parto prematuro era dell'11% in più per le donne che avevano bevuto più di una bevanda zuccherata al giorno, e del 25% per quelle che consumavano bevande con edulcorante (soprattutto aspartame).

Non si tratta di uno studio conclusivo e non aggiunge molto a quanto già noto: in gravidanza si dovrebbe seguire un'alimentazione più sana ed equilibrata possibile, prediligendo cibi che abbiano un valore nutrizionale adeguato ed evitando quelli che apportano solo zuccheri o calorie.

Fonti

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