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Prolungamento della maternità obbligatoria per neo mamme

di valentina vanzini - 03.04.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Maternità e lavoro: quali sono i diritti delle neomamme? Ecco come richiedere il prolungamento della maternità obbligatoria.

La tematica dei rischi delle donne in gravidanza e nel periodo di allattamento affrontata dal decreto legislativo n.151 del 26 marzo 2001 La legge infatti ha ampiamente fissato delle regole che sono volte a garantire la sicurezza delle future e neo-mamme nel caso in cui si svolga un lavoro che potrebbe causare dei danni. Come richiedere dunque il prolungamento della maternità obbligatoria?

In questo articolo

Prolungamento della maternità obbligatoria: che cos'è

Il congedo di maternità è un periodo in cui una donna lavoratrice può astenersi dal proprio lavoro. La legge prevede che si possa lavorare anche sino all'ottavo mese di gestaziine, restanddo poi a casa dopo la nascita del bebè per quattro mesi.  

Il congedo parentale

Terminato il congedo obbligatorio, la neo-mamma può sfruttare sei mesi di astensione lavorativa. Può usare questo tempo sino al compimento degli otto anni del bambino frazionandolo oppure no. 

Il genitore che sceglie di congedarsi tramite astensione facoltativa nei tre anni del bambino, avrà un'indennità del 30% rispetto alla sua retribuzione, per sei mesi.

L'astensione prolungata fino ai 7 mesi del bambino

L'astensione si può prorogare sino a un massimo di sette mesi dopo il parto. Questo però accade solo in due situazioni particolari:

  1. Se la lavoratrice svolge quella che viene considerata un'attività "a rischio". Ovvero faticosa o che potrebbe mettere in pericolo la sua salute e quella del neonato. 
  2. Se la lavoratrice non ha la possibilità di svolgere un'altra attività. 

La legge (D. Lgs. 645/98, Legge 53/00, D. Lgs.151/2001 e D. Lgs. 81/08) stabilisce che il Datore di Lavoro debba cconsiderare i possibili rischi per la donna permettendole, quando è possibile, di continuare a svolgere il suo lavoro in sicurezza. Ad esempio modificando i turni, migliorando le pause e la durata delle mansioni. 

Quali sono considerati lavori a rischio?

I lavori a rischio sono indicati dall'art.

5 del DPR 1026/76. Questa legge dunque elenca quali sono le attività che prevedono l'astensione dal lavoro sino ai tre mesi del neonato e quelle che invece possono usufruire di una astensione prorogata sino aete mesi dal parto. Ad esempio sono considerati a rischio i lavori che obbligano la donna a stare in piedi oltre metà del proprio turno, che la espongono a rumori oltre gli 80 decibel e a radiazioni. Che richiedono l'uso di impalcature e scale o una postura fissa. 

Trattamento economico

Va sottolineato che nel periodo dell'astensione dal lavoro la lavoratrice avrà diritto al 100% dello stipendio percepito prima della gravidanza. 

Come fare la richiesta

La richiesta va effettuata subito dopo la nascita del bambino, compilando e inviando una domanda alla direzione territoriale del lavoro (qui il link). Nel documento andranno specificati i rischi eventuali per la salute della donna dopo il parto. Il caso verrà valutato dall'autorità competente che deciderà cosa fare in base alla normativa e alla situazione. 

I documenti da consegnare

I documenti utili sono:

  • una copia del certificato di gravidanza;
  • l'autocertificazione che attesta la nascita del figlio;
  • le schede rigurdanti la rilevazione rischi;
  • una fotocopia della carta d'identità;
  • una copia di avviso di ricevimento del datore di lavoro.

Fonti articolo: lavoro.gov.it; inps

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