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Cos’è il metodo Ramzi
Il metodo Ramzi è iniziato a circolare a partire dal 2011 dopo la pubblicazione di un articolo attribuito al dottor Saad Ramzi Ismail e riguardante la previsione del sesso del nascituro. Si tratta di una teoria secondo cui il sesso del neonato è visibile già alla prima ecografia, intorno alla sesta settimana di gravidanza. Le attuali valutazioni scientifiche, invece, ritengono che la scoperta se si avrà un maschio o una femmina avviene tramite ecografia morfologica effettuata nel secondo trimestre, tra la 19esima e la 21esima settimana di gravidanza, perciò molto dopo rispetto al metodo Ramzi. Da sottolineare: la scoperta non è mai stata pubblicata in una rivista sottoposta a revisione scientifica e Ramzi non è un medico, bensì è un ricercatore che ha conseguito un dottorato in sanità pubblica e un master in ecografie mediche.
Come funziona il metodo Ramzi
Secondo il dottor Ramzi, da cui prende nome il metodo, il sesso del feto è determinabile già alla sesta settimana di gravidanza grazie alla posizione della placenta visibile durante la prima ecografia:
- Se la placenta si sviluppa sul lato sinistro dell'utero, il sesso del feto è femminile
- Se la placenta è a destra, il nascituro sarà un maschio
Non bisogna però osservare la posizione dell'embrione, ma l'allocazione della placenta nell'utero, che in un momento della gestazione così precoce potrebbe essere diffusa e non precisamente localizzata. Secondo Ramzi, su un campione di circa 5.000 ecografie, questa corrispondenza si è dimostrata esatta nel 98/99% dei casi. Il dottore spiegherebbe questa coincidenza con la polarità dei cromosomi: i cromosomi XX, a suo dire, aderirebbero di preferenza a un lato dell'utero, i cromosomi XY all'altro.
Quanto è affidabile il metodo Ramzi
Come detto, non esistono prove scientifiche a supporto della tesi di Ramzi, perciò la comunità scientifica non lo reputa un metodo affidabile. L'articolo del ricercatore, tra l'altro, è stato rimosso dal sito che lo aveva pubblicato, e al suo posto si legge: "sfortunatamente il metodo di Ramzi non è stato confermato in nessun ulteriore studio".
La teoria sarebbe inoltre stata smentita da una ricerca australiana pubblicata sulla rivista "Ultrasound in Obstetrics & Gynecology", che ha studiato 277 gravidanze rilevando la posizione della placenta nel primo trimestre e il sesso dei piccoli. I ricercatori hanno dichiarato inesistente la "relazione tra la posizione della placenta e il sesso del feto".
Come si scopre il sesso del bambino
Fino a poco tempo fa lunico metodo scientifico accreditato per scoprire il sesso del feto era sottoporsi a un'ecografia che mostrasse in modo chiaro gli organi genitali. Con il progresso della medicina, le cose sono cambiate e attualmente, oltre all'ecografia morfologica, per capire se si aspetta un maschietto o una femminuccia sono disponibili anche l'amniocentesi, la villocentesi e il test del dna fetale nel sangue materno. La villocentesi viene effettuata intorno alla tredicesima settimana mentre l'amniocentesi tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gestazione ed entrambi gli esami sono usati per escludere anomalie genetiche. Attraverso il prelievo di materiale di origine fetale per determinare l'assetto dei cromosomi si individua anche il sesso del nascituro. L'ecografia morfologica che si fa intorno al quinto mese è il test non invasivo che dà maggiore certezza. Alle volte il sesso del feto si riesce a individuare anche prima con una normale ecografia se si ha la fortuna di farla al momento in cui il bimbo è nella giusta posizione. In generale, fino alla nona settimana di gravidanza i genitali esterni del feto sono praticamente indistinguibili tra maschi e femmine. Dalla dodicesima, in condizioni favorevoli e con un certo margine d'incertezza, tramite ecografia si potrebbe scoprire se si avrà un maschietto o una femminuccia.
FONTI:
The role of placental location assessment in the prediction of fetal gender
The Relationship Between Placental Location and Fetal Gender (Ramzi's Method)