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Scarlattina in gravidanza, sintomi, cura e rischi

di Francesca Capriati - 25.11.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Scarlattina in gravidanza: come si capisce se si ha la scarlattina e quali sono i sintomi. E' pericolosa in gravidanza? Incubazione e terapia

In questo articolo

Scarlattina in gravidanza

Cosa accade se si prende la scarlattina in gravidanza? E' pericolosa per il bambino o può compromettere lo svolgimento della gravidanza? Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Cos'è la scarlattina

La scarlattina è un'infezione contagiosa che colpisce soprattutto i bambini piccoli. E' una malattia di origine batterica - causata allo Streptococco beta emolitico di gruppo A.

Incubazione

Un soggetto ammalato può contagiare gli altri fino a 6 giorni prima di manifestare i sintomi e fino a 24 ore dopo l'assunzione della prima dose di antibiotici. Attenzione perché se non si prendono antibiotici, si può essere contagiosi anche per 2 o 3 settimane dopo l'inizio dei sintomi.

  • Quando la scarlattina non è più contagiosa? Non si è più contagiosi dopo 24 ore dalla prima dose di antibiotico.

Sintomi della scarlattina

Come inizia la scarlattina?

I primi sintomi della malattia sono simili  quelli di una semplice influenza, quindi:

  • febbre;
  • mal di gola;
  • gonfiore alle ghiandole del collo.

Come si capisce se si ha la scarlattina?

Dopo 12-48 ore compare un esantema: la pelle diventa ruvida a causa dell'eritema che inizia su petto e pancia e poi si diffonde su tutto il corpo. L'eruzione è ben visibile perché di colore rossastro mentre la pelle è bianca. Al tatto si sente la pelle molto ruvida con delle protuberanze. Le guance possono diventare di colore rosso acceso.

La cosiddetta "lingua a fragola" è la principale caratteristica della scarlattina: la lingua si ricopre all'inizio di una patina bianca che poi si sfoglia lasciando la lingua molto rossa e gonfia con delle protuberanze sulla superficie.

La scarlattina in gravidanza è pericolosa?

Non ci sono prove che la scarlattina possa rappresentare un rischio per lo sviluppo e la salute del feto. Tuttavia è importante prevenirla e cercare di non contagiarsi perché può causare febbre alta, rash cutaneo, malessere generalizzato (i sintomi della scarlattina sono gli stessi in bambini e adulti).

Quali sono le malattie infettive pericolose in gravidanza?

Alcune malattie possono essere pericolose se prese durante i nove mesi di gravidanza. Ad esempio:

  • rosolia: il virus viene trasmesso al feto attraverso la placenta e può essere responsabile della rosolia congenita, una sindrome che può avere delle conseguenze molto gravi per il feto.
  • toxoplasmosi: se il feto contrae la malattia può avere delle malformazioni celebrali, cardiovascolari, danni agli organi e molto dipende dal livello di gravità della malattia che ha contratto la madre.
  • varicella: se viene contratta nelle prime venti settimane c'è il rischio che la malattia provochi la cosiddetta sindrome della varicella congenita, che comporta anche gravi difetti come cicatrici cutanee, problemi visivi, deficit al cervello, agli arti e all'apparato gastrointestinale; se la varicella si presenta a ridosso del parto il bambino potrebbe sviluppare una varicella neonatale che è potenzialmente mortale.
  • infezione da citomegalovirus: in alcuni casi se viene contratto dal bambino, il virus può causare difetti dell'udito, ittero molto pronunciato specie nei bambini prematuri e in alcuni casi anche ritardo di sviluppo.

Terapia per la scarlattina

La terapia di prima scelta per la scarlattina è quella antibiotica. Molti degli antibiotici usati per la scarlattina sono considerati sicuri da assumere in gravidanza.

Massima accuratezza nel seguire la terapia: bisogna completare il ciclo di antibiotici anche se ci si sente meglio.

Al tempo stesso si possono fare alcune cose per alleviare i sintomi della scarlattina:

  • bere liquidi freddi
  • mangiare cibi dalla consistenza morbida in caso di mal di gola
  • prendere del paracetamolo per abbassare la febbre
  • utilizzare una lozione calmante o un antistaminico per alleviare il prurito.

Chiedere sempre al proprio ginecologo cosa si può prendere per alleviare il disagio.

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