Home Gravidanza Gravidanza a rischio

Racconti: la triste storia di una minaccia d'aborto al quarto mese

di Redazione PianetaMamma - 21.04.2010 Scrivici

Dal nostro forum sull'aborto spontaneo, la storia di una nostra utente che ha voluto condividere con noi una sua bruttissima esperienza. Minaccia d'aborto, infinite terapie e ricoveri e poi il lento spegnersi del suo bambino che non ce l'ha fatta

Dal nostro forum sull'aborto spontaneo, la storia di una nostra utente che ha voluto condividere con noi una sua bruttissima esperienza.

Premetto che scriverò tutto quello che ho passato, un po per liberarmi e cercare di stare meglio, la storia è brutta e sconsiglio a chi è troppo sensibile di leggerla.

Tutto è iniziato il 2 marzo sveglia una mattina pronta x affrontare la giornata ed invece dopo la pipì terribili macchie di sangue rosso vivo nella carta igenica.


Ero alla 11 settimana ed il panico è inevitabile, chiamo mio marito gli dico di portarmi in ospedale, ma prima di tutto chiamo la mia gine che è anche un'amica. Mi dice di andare subito nel suo studio, li mi dice che il bimbo sta bene ma che devo stare in riposo assoluto che non mi fa ricoverare perchè a casa sto meglio con la mia famiglia e mi da tutta la terapia da seguire; minaccia d'aborto questa è la diagnosi, mi dice di stare tranquilla, che la maggior parte si risolvono.
A casa sto per 15 giorni a letto senza fare nulla, alzandomi solo per andare in bagno, da mangiare il mio dolce marito me lo porta a letto. Iniziano i dolori con contrazioni forti ed il 19 marzo dopo una notte totalmente insonne mi presento in ospedale, dove vengo ricoverata. Ok dico io avevo bisogno del ricovero, l'importante è che tutto si risolva.

Attaccata alle flebo per 5 giorni le perdite iniziano a sparire, il 27 marzo mi rimandano a casa, devo continuare la terapia e stare a riposo e dopo 7 giorni fare la visita di controllo. Nel frattempo ritira mio marito i risultati del bi-test e li portiamo il 1 aprile assieme in ospedale x farli vedere al gine e mi fa un'eco di controllo e tutto è ok, il bimbo sta bene, mi rimanda a casa per vederci poi in visita il martedì dopo Pasqua.
Il 4 aprile, giono di Pasqua le perdite sono sparite, neanche "residui" e così penso che il mio incubo sia finito, ma il giorno dopo le perdite e le contrazioni riprendono più forti di prima e tutto questo senza aver mai interrotto la terapia o aver fatto il minimo sforzo.

Chiamo il gine e mi dice che se aumentano di ritornare in clinica, se no che ci saremo visti il giorno dopo come previsto. Il giorno dopo ritorno senza dolori e con pochissime perdite, ma al momento dell'ecografia mi dice che il bimbo è senza liquido.
All'inizio non capisco la gravità, ma vengo ricoverata di nuovo attaccata alla flebo e la mia terapia è bere tanta acqua in modo che il liquido si riformi. Nel frattempo sono alla 15 settimana. Dopo 2 giorni mi rifanno l'eco e mi dicono che un pochino di liquido si sta riformando.
Sospiro di sollievo e continuo a bere tanta acqua 4 litri al giorno con più flebo attaccata. La sera però mi viene la nausea forti dolori che mi portano a rimettere tutto quello che avevo nello stomaco, ed inizia così il mio vero incubo, una notte di contrazioni, le più dolorose che avessi mai sentito, ogni 15 minuti ero in bagno x fare la pipì e le perdite erano poche, ma i dolori troppi e troppo forti.

Ad una certo punto in piena notte faccio l'ennesima pipì e sento qualcosa scendere dal mio corpo e fa un tonfo nell'acqua del water, mi metto ad urlare, non so cos'è, la mia vicina di letto chiama le infermiere che subito corrono, mi portano a letto e rovistano con l'ostetrica dentro il water per vedere cos'è, alla fine è solo un grumo di sangue grande quanto un pugno, la dottoressa di turno mi tranquillizza, i dolori finiscono ed io mi addormento.
Alle sei del mattino, ora della temperatura prendo il termometro e mi metto a pancia in su visto che ero di fianco e sento un lago di sangue che esce, allago il letto e mi portano d'urgenza in ecografia, il piccolo cuore batte ma il poco liquido formato non c'è più.
Dopo due ore circa mi visita il primario e mi dice che per il mio bimbo non c'è più niente da fare. Rottura delle membrane amniocoriali prematura e distacco quasi totale della placenta. Ma il suo cuoricino batte forte, nn vuole mollare.
La disperazione è enorme, mi lasciano digiuna di cibo ed acqua tutto il giorno, la sera mi fanno l'eco credendo che il cuoricino si sia fermato e pronti ad indurmi il parto, ma lui c'è. Il giorno dopo ancora stessa cosa, logorante è l'attesa di aspettare che il cuore di tuo figlio, così voluto e cercato, smetta di battere.

Ogni giorno passa così tra una visita e un'ecografia, il lunedì rifiuto i farmaci, inutile fare spasmex se le contrazioni ci devono essere per far iniziare un travaglio. Il martedì il primario durante le viste di routine mi presenta la possibilità di interrompere io la gravidanza, ma io mi rifiuto secondo me, è solo la natura che deve decidere quando interrompere la mia gravidanza, non io.
Passano i giorni in una situazione sempre uguale fino ad arrivare alla notte del giovedì dove un'altra emorragia importante mi fa prendere la decisione di interrompere io questa tanto desiderata gravidanza che, come mi ha fatto capire il ginecologo, mi stava portando ad una seria anemia, visto le continue perdite di sangue a cui andavo incontro giorno dopo giorno.
Così vengo trasferita in un altro ospedale dove questa "operazione" viene eseguita al quarto mese di gestazione. arrivo distrutta in quest'altra struttura dove non conoscevo nessuno e mi viene detto subito che devo fare la visita psichiatrica e che senza il consenso di questo non avrei potuto fare niente. e così viene tutto rimandato al lunedì.
Ma dico io non bastava tutta la torutura a cui ero sottoposta? passa il venerdì ed arriva il sabato e di pomeriggio iniziano di nuovo dei dolori lancinanti, la mia paura è quella di un'altra emorragia, gia ero debolissima che a stento mi reggevo in piedi. Chiamo la dottoressa di turno per avvisarla dei dolori troppo forti e mi tratta malissimo, quasi la stessi scocciando. Mi dice che tanto dovevo soffrire e se volevo che tutto fosse gia finito non dovevo presentarmi in ospedale di venerdì ma di martedì quando potevo fare qualche cosa, non quando lo psichiatra non c'era. Come se io la decisione più crudele e difficile della mia vita la potessi scegliere in base al loro calendario!

Comunque la dottoressa mi visita e non c'è dilatazione e non mi fa neanche un'ecografia x vedere se ancora c'era il battito mi rimanda a letto e dopo un po' i dolori passano da soli, ma ritornano dopo un oretta ma stavolta sono diversi e dopo la visita il ginecologo (un altro visto che nel frattempo era cambiato il turno) mi dice che avevo 3 cm di dilatazione. Il mio bambino ha voluto farmi il regalo di andarsene lui così senza che fossi io ad interrompere nulla. Alle 23,20 del giorno 17 04 2010 ho partorito il mio bimbo, un maschietto di 120g che si è spento appena ha visto la luce, ero alla 16 settimana.

Ho voluto scrivere la mia storia, mi scuso se è lunghissima, ma un peso dal cuore spero di avermelo tolto. Ho accettato questa situazione, prego sempre x il mio bimbo che nn ho neanche voluto vedere, sarebbe stato troppo lo strazio.
volevo solo dire a chi perde un bimbo dall'oggi al domani che è meglio perderlo all'improvviso e piangerlo subito che piangerlo quando ancora il suo cuore batte dentro di te ed aspettare che si fermi per piangerlo ancora ed ancora

gpt inread-gravidanza-0

Articoli correlati

Ultimi articoli