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Quinta malattia in gravidanza: quali sono i rischi?
La quinta malattia è causata dal parvovirus B19 (la conosciamo anche con il nome di eritema infettivo) ed è una delle più comuni malattie esantematiche che colpiscono i bambini. Nella stragrande maggioranza dei casi gli adulti hanno avuto la malattia da bambini e sono, quindi, protetti perché hanno sviluppato l'immunità. Ma quanto è pericolosa la quinta malattia in gravidanza?
Non va presa sottogamba perché il virus può, in alcuni casi, attraversare la placenta e infettare il feto. Il parvovirus B19 colpisce i globuli rossi, che sono responsabili del trasporto dell'ossigeno nel corpo e, nel caso del feto, l'infezione può portare a una condizione chiamata anemia fetale, che può compromettere la crescita e lo sviluppo.
Ma non tutte le donne incinte che contraggono la quinta malattia trasmetteranno il virus al loro bambino. La probabilità di trasmissione in gravidanza è stimata intorno al 30%, e in molti casi, sebbene il virus attraversi la placenta, non provoca complicazioni gravi. Solo una piccola percentuale di feti infetti sviluppa anemia fetale severa o altre complicazioni come l'idrope fetale, cioè un accumulo eccessivo di liquidi nei tessuti del feto.
Quali sono i sintomi della quinta malattia in gravidanza?
Nella maggior parte dei casi, la quinta malattia si manifestacon sintomi lievi, simili a quelli di un'infezione virale:
- Febbre
- Affaticamento
- Dolori articolari, soprattutto negli adulti
- Eruzioni cutanee, che di solito iniziano sul viso con l'aspetto di una guancia arrossata e si diffondono al resto del corpo (anche se questo sintomo è più comune nei bambini).
In molti casi, però, gli adulti sviluppano la malattia senza manifetsare sintomi così riconoscibili.
- Se sei stata a contatto stretto con un bambino che ha la quinta malattia e pensi di non essere immune consulta il tuo medico, che potrebbe consigliarti di fare un esame del sangue che verificare la presenza di anticorpi contro il parvovirus B19.
La quinta malattia in gravidanza è pericolosa?
Nella maggior parte dei casi no.
Il rischio principale riguarda l'anemia fetale e l'idrope, che può svilupparsi in circa il 10% dei casi in cui il feto venga infettato e che si verificano più frequentemente se l'infezione avviene nel primo o secondo trimestre.
Ma, lo ribadiamo, nella maggior parte dei casi, l'infezione non provoca danni significativi e si risolve spontaneamente. Secondo studi condotti dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), circa il 50-60% delle donne adulte è già immune al parvovirus B19 grazie a infezioni avvenute durante l'infanzia.
Chiaramente se sospetti di avere la quinta malattia è fondamentale parlarne con il tuo ginecologo.
Cosa accade se si contrae la quinta malattia nel primo trimestre?
Il primo trimestre di gravidanza è il periodo più delicato per lo sviluppo del feto, e contrarre la quinta malattia in questa fase aumenta leggermente i rischi di complicazioni. Se l'infezione si verifica nelle prime settimane di gestazione, il virus può interferire con la produzione di globuli rossi nel feto, portando a un'anemia fetale.
Secondo i dati, se l'infezione si verifica prima della 12esima settimana c'è un più alto rischio di aborto spontaneo, ma resta comunque un'evenienza rara.
Quali rischi comporta la quinta malattia nel secondo trimestre?
Il secondo trimestre è una fase intermedia in cui il rischio di complicazioni è comunque presente, ma non così alto come nel primo trimestre. Se durante il secondo trimestre si risulta positive al parvovirus, il medico potrebbe raccomandare una serie di ecografie per monitorare il benessere del feto, con particolare attenzione alla crescita e ai segni di anemia. In casi estremamente rari, è possibile intervenire con trasfusioni intrauterine per trattare l'anemia fetale.
Cosa succede nel terzo trimestre?
A questo punto i rischi per il feto sono ridotti rispetto ai primi due trimestri perchè, il sistema immunitario del bambino è più sviluppato, ed è meno probabile che l'infezione causi complicazioni gravi come l'idrope fetale.
Generalmente, l'infezione si risolve senza richiedere interventi medici specifici.
Cosa fare se si risulta positive al parvovirus B19 in gravidanza?
Il primo passo è mantenere la calma e seguire attentamente le indicazioni del tuo ginecologo. Nella maggior parte dei casi, l'infezione non comporta rischi per te o per il bambino, ma potrebbe essere necessario fare un maggior numero di ecografie e controlli per monitorare la crescita del feto e il suo benessere.
Fonti
- CDC
- Parvovirus B19 during pregnancy: a review
- Fifth disease (erythema infectiosum)
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