Home Gravidanza Gravidanza a rischio

Interventi chirurgici in gravidanza, quali sono i rischi?

di Beatrice Spinelli - 01.06.2018 Scrivici

interventi-chirurgici-in-gravidanza-quali-sono-i-rischi
Fonte: Shutterstock
Quali sono le patologie che costringono a fare gli interventi chirurgici in gravidanza e quali sono i rischi

In questo articolo

Interventi chirurgici in gravidanza

Durante la gravidanza può accadere che la futura mamma venga interessata da una patologia o un problema clinico risolvibili solo attraverso misure chirurgiche. Chiaramente se si sta programmando una gravidanza e la patologia è già nota è bene sottoporsi all’eventuale intervento risolutivo prima del concepimento o dopo la nascita del bambino. Ma cosa accade, invece, se ci si deve sottoporre ad interventi chirurgici in gravidanza?

Nel caso in cui si renda necessario un intervento chirurgico d’urgenza i medici sanno che occorre una particolare assistenza pre- e post-operatoria nonché un’adeguata cautela nei metodi anestetici e nella somministrazione di analgesici, che possono provocare un grave abbassamento della pressione sanguigna e una riduzione delle riserve di ossigeno nell’organismo.

È importante ricordare che nessun tipo di intervento chirurgico può considerarsi completamente privo di rischi e la chirurgia effettuata in gravidanza necessita di alcune cautele accessorie come quelle suddette che se vengono messe in atto permettono alla madre e al feto di affrontare l’intervento senza particolari problemi.

Operazioni in gravidanza

Le principali patologie che richiedono l’intervento chirurgico d’urgenza sono:

  • l’appendicite;
  • le cisti ovariche benigne;
  • le affezioni della colecisti;
  • le ostruzioni intestinali, un disturbo che può compromettere seriamente la gravidanza perché può provocare anche la perdita del bambino.

Le difficoltà maggiori spesso riguardano la diagnosi: alcuni disturbi si manifestano con sintomi che possono essere facilmente confusi con quelli della gravidanza e risulta perciò complicato giungere in breve tempo alla diagnosi esatta.

È ciò che capita spesso con l’appendicite che causa dei crampi che possono facilmente essere confusi con i normali dolori all’addome che possono insorgere durante i nove mesi.

Appendicectomia in gravidanza

L'appendicite si manifesta generalmente con un dolore forte e improvviso nella parte destra dell’addome, anche se l’area dolorante spesso può può essere più estesa, fino a raggiungere la coscia.

Altri sintomi sono nausea, vomito e febbre anche molto alta.

Nel caso in cui nella mamma in attesa si verifichi un’infiammazione dell’appendice è importantissimo che la diagnosi sia tempestiva. Se si sospetta l’appendicite è necessario intervenire chirurgicamente per asportarla il prima possibile perché l’appendicite non curata in gravidanza può determinare delle conseguenze anche fatali; se l’appendice si perfora il contenuto va ad infettare il peritoneo causando una gravissima peritonite che può portare alla morte.

I medici in genere procedono immediatamente con un intervento di laparotomia, ossia un’incisione chirurgica dell’addome.

Laparoscopia in gravidanza

La laparoscopia viene praticata in numerose circostante come:

  • cistectomia ovarica: a meno che la cisti non sia chiaramente di natura maligna, l'intervento deve essere ritardato, se possibile, fino a dopo la 14a o la 16a settimana di gravidanza perché la neoformazione potrebbe essere un corpo luteo, una ghiandola endocrina che produce progesterone necessario per il proseguimento della gravidanza. Tuttavia, se la cisti continua a crescere provocando anche forti dolori sarà necessario eseguire un intervento. C’è da dire anche che dopo la 12a settimana di gestazione, qualunque tumore ovarico risulta molto difficile diagnosticare.
  • Colecistectomia: durante la gravidanza possono insorgere anche delle affezioni della colecisti che si verificano occasionalmente e devono, se possibile, essere trattate in maniera conservativa: sarebbe cioè opportuno rimandare l’intervento a meno che le condizioni della paziente non migliorino attraverso una terapia alterativa.

Anestesia totale in gravidanza

E' chiaro che la possibilità di dover fare un'anestesia totale spaventa le future mamme che temono di mettere a rischio la salute e lo sviluppo del nascituro. Se non c'è modo di rimandare l'intervento chirurgico a dopo il parto ed è quindi indispensabile eseguire un'operazione con anestesia totale ricordate affidatevi al medico con fiducia e fate tutte le domande che vi vengono in mente, per dare un consenso informato all'intervento. Alcuni farmaci anestetici possono, infatti, avere effetti teratogeni, soprattutto se vengono usati nel primo trimestre di gravidanza, quando si è in piena fase di sviluppo degli organi fetali.

gpt inread-gravidanza-0

Articoli correlati

Ultimi articoli