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Infezioni in gravidanza
In genere la gravidanza si svolge senza complicazioni, ma in qualche caso la futura mamma può contrarre alcune infezioni che possono essere rischiose sia per la sua salute che per quella del feto. Approfondiamo quali sono le infezioni in gravidanza più pericolose e come curarle.
Infezioni in gravidanza come riconoscerle
Il modo migliore per combattere le malattie infettive in gravidanza è la prevenzione o comunque una diagnosi precoce: più è precoce e più sarà facile intervenire diminuendo i rischi di contagio e gli eventuali danni che può comportare una gravidanza a rischio.
Prima della gravidanza un colloquio con il ginecologo potrà essere di aiuto per delineare una mappa delle malattie infettive che la donna ha già avuto e che quindi non potrà avere durante la gestazione perché ha sviluppato l'immunità. E' il caso della rosolia o della varicella. In caso di mancata immunità il medico consiglierà alla donna di fare il vaccino prima della gravidanza per evitare di potersi ammalare proprio durante la gestazione, con conseguenti rischi per il feto.
Per riconoscere le infezioni in gravidanza si effettuano degli esami del sangue e delle urine regolarmente, al fine di fare una diagnosi precoce e mettere in atto una terapia rapida ed efficace.
Infezioni in gravidanza linee guida
Le malattie infettive possono essere pericolose perché possono essere trasmesse in maniera verticale da mamma a bambino. Il contagio può avvenire attraverso il sangue placentare, durante il parto o durante l'allattamento e proprio la modalità della possibile trasmissione dell'infezione è un dato importante da valutare quando si deve scegliere se optare, ad esempio, per un parto cesareo.
Esistono delle precise linee guida per i medici e i ginecologi che danno indicazioni precise su come procedere in caso di patologie in gravidanza. Ad esempio la scelta di optare per un parto cesareo dipende molto dalla modalità di trasmissione dell'infezione: se c'è possibilità che il bambino venga contagiato durante la sua discesa nel canale del parto si preferirà programmare un cesareo invece che fare un parto naturale.
Infezioni in gravidanza e aborto
Alcune infezioni possono portare a complicazioni a fine gravidanza o durante i nove mesi tali da aumentare il rischio di aborto. E' il caso di:
- Toxoplasmosi: se contratta nelle prime settimane di gravidanza può causare un aborto. Siccome è un'infezione asintomatica viene eseguito regolarmente un esame del sangue chiamato TORC nell'ambito del quale si fa la ricerca del toxoplasma. In caso di risultato positivo il medico farà altri approfondimenti per verificare l'epoca del contagio e l'eventuale trasmissione al feto, con un'amniocentesi. La Toxoplasmosi si cura con una terapia antibiotica da portare avanti per tutta la gravidanza.
- Herpes virus;
- Citomegalovirus: può essere causa di aborto, ma anche di problemi al bambino;
- Streptococco di gruppo B: può provocare la rottura delle membrane infettando i tessuti feto-placentari e quindi un aborto;
- Il Mycoplasma hominis e l'Ureoplasma Urealyticum sono i batteri più comunemente associati ad aborto spontaneo, possono causare infezioni ascendenti con endometriti e salpingiti e anche la corioamnionite, un'infezione del liquido amniotico che porta alla morte del feto.
Altre infezioni batteriche o virali possono causare danni al feto e malformazioni:
- Rosolia: la rosolia è più pericolosa per il feto se si contrae durante i primi quattro mesi di gestazione: può avere come esiti difetti della vista o completa cecità, malformazioni craniche, sordità e ritardo mentale;
- Epatite B e C: entrambi questi tipi di Epatite si trasmettono attraverso il sangue e sono spesso asintomatiche. In caso di possibile trasmissione verticale, si procede sottoponendo il neonato nelle prime 12-24ore dopo la nascita ad una profilassi con trattamento preventivo di immunoglobuline e vaccino.
Lo streptococco beta emolitico del gruppo B (SGB) è un batterio presente fisiologicamente nel canale vaginale e nel basso intestino. In genere non provoca alcun problema nè si manifesta con alcun sintomo, ma può essere un probema durante la gravidanza.
Durante la gestazione viene effettuato un tampone vagino-rettale in vista del parto alla ricerca del batterio.
Questo perché il batterio si trasmette in maniera verticale durante il parto e può essere fatale per il feto.
Non è possibile prevenire l'infezione ma è importante diagnosticare tempestivamente lo streptococco per poter mettere in atto la terapia antibiotica più adatta.
In caso di mancata diagnosi il neonato può contrarre polmonite, encefalite, meningite o sepsi ovvero infezione generalizzata che si sviluppa a circa 24 ore dalla nascita.
Prurito intimo molto fastidioso, perdite vaginali di colore biancastro di consistenza simile alla ricotta, bruciore durante i rapporti sessuali: sono i principali sintomi della candida, quelli che la maggior parte delle donne conosce bene e che possono presentarsi anche durante la gravidanza.
Come si cura la candida in gravidanza? E' importante bere moltissimo, assumere fermenti lattici indicati dal ginecologo, seguire la terapia prescritta, a base di ovuli o candelette vaginali, che non comportano rischi per il bambino.
Infezioni in gravidanza, cistite
La cistite è un'infezione che può presentarsi parecchie volte nella vita di una donna. I sintomi sono prurito e bruciore intenso durante la minzione, falso stimolo alla diuresi e urgenza di urinare molto spesso, dolore durante i rapporti. Per prevenire la cistite consigliamo di bere molta acqua, consiglio sempre valido soprattutto in gravidanza, indossare abiti comodi, biancheria intima in cotone e fibre naturali. La cistite viene diagnosticata con un esame delle urine ed urinocoltura che evidenzierà il batterio responsabile dell'infezione. Il ginecologo prescriverà una terapia antibiotica adatta.