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Gravidanza molare: cos'è
La gravidanza molare, detta anche mola idatiforme o mola vescicolare, è una complicazione – fortunatamente rara – della gestazione, dovuta a un difetto della fecondazione (non andata a buon fine) e contraddistinta da una crescita anormale del trofoblasto, il tessuto che dà origine alla placenta e serve a nutrire l'embrione. In pratica, la donna sembra incinta, ma l'utero aumenta di volume molto più rapidamente che in una normale gestazione. Dai sintomi alla diagnosi, dal trattamento ai fattori di rischio: cosa sapere.
Perché si chiama gravidanza molare
Il termine deriva dal latino 'mola' che sta per 'massa', riferito al falso concepimento, e dal greco 'hydatís-ídos', ossia 'goccia d'acqua', con riferimento al contenuto acquoso delle cisti. Secondo altri studiosi, deriverebbe invece dalla somiglianza esistente tra la mola vescicolare e le cisti idatidee proprie dell'echinococcosi.
Tipi di gravidanza molare
Esistono due tipi di gravidanza molare:
- completa, quando il tessuto placentare è anormale e gonfio, ma non è presente il feto
- parziale, quando può esserci tessuto placentare normale e la presenza del feto, che però non è in grado di sopravvivere, andando incontro a un aborto già nelle prime settimane della gravidanza
Tale condizione è dovuta a uno squilibrio del materiale genetico, che è spesso la conseguenza della fecondazione da parte di uno spermatozoo di un ovulo che ha perso il suo DNA (nel caso della gravidanza molare completa) o di due spermatozoi che fecondano un ovocita normale (gravidanza molare parziale).
I sintomi della gravidanza molare
Le donne con una mola idatiforme possono avere gli stessi sintomi che si hanno durante una gravidanza normale. Tuttavia, è spesso asintomatica e viene diagnosticata solo grazie all'esame istologico di un aborto spontaneo nelle prime settimane di gestazione. Poiché la mola si sviluppa molto più velocemente del feto, l'addome si dilata più rapidamente di quanto avviene in una normale gravidanza.
Qualora vi siano sintomi, i più comuni sono:
- nausea intensa
- vomito
- sanguinamento vaginale anomalo, non legato al ciclo mestruale
- dimensione dell'utero più grande rispetto alla settimana di gestazione
- gonfiore e dolore pelvico
- ipertiroidismo
- pressione sanguigna molto alta
Quando si staccano parti della mola, si può verificare una secrezione vaginale di tessuto di aspetto simile ad acini d'uva.
Questi sintomi indicano la necessità di una valutazione da parte di un ginecologo.
Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio che predispongono a una gravidanza molare ci sono:
- precedente gravidanza molare
- età inferiore ai 20 anni o superiore ai 40
- etnia asiatica
Come detto, la mola idatiforme è una condizione rara, che interessa una gravidanza su mille, e uno su 41 aborti in Europa.
Diagnosi e trattamento
In presenza di mola idatiforme, il test di gravidanza fornisce un risultato positivo, ma non si osserva movimento fetale e non si rileva alcun battito cardiaco del feto. Oltre a un'ecografia, vengono effettuati altri esami strumentali, tra cui le analisi del sangue per misurare il livello di beta hcG, un ormone normalmente prodotto all'inizio della gravidanza. In caso di mola idatiforme o di un altro tipo di malattia trofoblastica gestazionale, questo livello è di solito molto elevato.
Dopo la diagnosi di mola vescicolare, bisogna provvedere alla sua completa asportazione chirurgica nella maniera più tempestiva possibile, per evitare complicazioni. Successivamente, è importante monitorare le pazienti attraverso dosaggi ripetuti di beta hcG. Se il livello scende fino a rientrare nella norma, come accade in più dell'80% dei casi, non sono necessari ulteriori trattamenti. Le mole devono, inoltre, essere distinte dai tumori trofoblastici della gravidanza o dalla ritenzione prolungata di un aborto spontaneo. L'80% circa delle mole idatiformi è benigna, mentre il resto tende a essere persistente e a invadere il tessuto circostante. Circa il 2-3% delle mole idatiformi progredisce a coriocarcinomi.