Gravidanza e Covid
Le notizie sul Covid e sulle sue implicazioni per la salute, anche a lungo termine, si susseguono ogni giorno e gli scienziati non smettono di studiare l'azione del virus e le sue possibili complicanze. Gravidanza e Covid: cosa sappiamo ad oggi? Quali sono i rischi per mamma e bambino?
In questo articolo
I sintomi del Covid
I sintomi e i segni del COVID-19 nelle donne in gravidanza sono simili a quelli delle pazienti non in gravidanza. In particolare, per quanto riguarda la variante attualmente più diffusa, la Omicron, i sintomi sono molto diversificati e includono:
- Stanchezza e malessere generale
- naso chiuso o che cola
- mal di gola
- mal di testa
- starnuti
- dolori muscolari
- tosse insistente
- nausea o diarrea
- febbricola.
Una mancanza di fiato non va mai sottovalutata.
Cosa fare se il tampone risulta positivo?
Il tampone orofaringeo resta il principale e unico strumento diagnostico per il Covid-19. E' possibile fare il tampone fai da te a casa, ma è bene sapere che:
- se non viene eseguito correttamente il risultato può non essere accurato;
- in presenza di sintomi persistenti è bene recarsi in farmacia per fare un tampone antigenico professionale.
In caso di tampone positivo è importante contattare tempestivamente il proprio medico e il ginecologo.
Restano le raccomandazioni di isolamento domiciliare con tampone di controllo dopo 1 settimana se si è vaccinati con dose booster o 10 giorni se non si è vaccinati.
Terapia Covid in gravidanza
In genere la terapia consiste in multivitaminici e antifiammatori, ma per quanto rgiuarda l'ibuprofene - non sempre raccomandato in gravidanza, soprattutto nell'utlimo trimestre - è fondamentale rivolgersi al medico e seguire le sue indicazioni.
Le notizie circa gli effetti del virus sono in continua evoluzione. E' recente, ad esempio, uno studio spagnolo i cui risultati preliminari suggeriscono un aumento del rischio di sviluppare ritardo neurologico, in particolare nella capacità di movimento.
I bambini le cui mamme avevano avuto il Covid durante la gestazione, infatti, hanno risposto peggio agli stimoli, soprattutto riguardo la capacità di rilassarsi e lasciarsi andare quando si viene presi in braccio, e in generale la capacità di controllare testa e spalle.
Tuttavia durante il webinar "L'infezione da SARS-CoV-2 in gravidanza: studio prospettico dell'Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS)", organizzato dal sistema di sorveglianza della moralità materna dell'ISS qualche settimana fa è emerso che:
"In quasi 1000 placente di donne SARS-CoV-2 arruolate nello studio non sono state riscontrante lesioni placentari specifiche dell'infezione da SARS-CoV-2 né una particolare frequenza di una specifica lesione. Le lesioni infiammatorie (corionamniositi e funisiti) identificate nel 41% delle placente non sono risultate associate a un aumento di rischio di parto pretermine, di nati piccoli per età gestazionale o di ricovero in terapia intensiva neonatale".
Si può trasmettere il Covid al feto?
Il rischio di trasmissione verticale prenatale sembra essere assente o basso, vicino all'1%. E questo dato viene confermato anche dalle evidenze presentate nel corso del webinar dell'ISS:
"la ricerca del genoma virale in circa 2000 tamponi vaginali, rettali e placentari ha rilevato un tasso di positività molto basso che rende improbabile la trasmissione verticale del virus SARS-CoV-2 durante la gravidanza e il parto. La risposta anticorpale nel siero materno e neonatale ha invece evidenziato una buona protezione nella madre e una cross-protezione secondaria al passaggio significativo di anticorpi dalla madre al feto".
Il Ministero della salute raccomanda la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre e per le donne che allattano, senza necessità di sospendere l'allattamento.
Il profilo rischio/beneficio, soprattutto per le donne nel primo trimestre di gestazione, va valutato attentamente insieme al proprio medico: il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza sono le donne a maggior rischio di contrarre l'infezione da SARS-CoV-2 (es. professioniste sanitarie, caregiver) e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da COVID-19 (donne con fattori di rischio come età> 30 anni, BMI>30, comorbidità come diabete e ipertensione, cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria).
- Per approfondire su vaccini in gravidanza: AIFA