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Ematoma retroplacentare

di Beatrice Spinelli - 06.06.2017 Scrivici

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Nel corso del terzo trimestre di gravidanza è necessario prestare la massima attenzione a dei segnali come perdite di sangue e, nei casi più gravi fortunatamente rari le emorragie; entrambi possono essere sintomi di problemi alla placenta

Ematoma retroplacentare

Nel corso del terzo trimestre di gravidanza è necessario prestare la massima attenzione a dei segnali che possono indicare che la gravidanza non procede come dovrebbe. Tali segni sono soprattutto le perdite di sangue e, nei casi più gravi (fortunatamente rari) le emorragie; entrambi possono essere sintomi di problemi alla placenta.

Talvolta, infatti, le perdite ematiche, anche se di lieve entità, possono essere dovute ad una placenta previa (cioè inserita troppo in basso) o possono indicare la presenza di un ematoma retroplacentare, ossia di un distacco della placenta normalmente inserita (cioè non in posizione previa). Vi sono delle caratteristiche che contraddistinguono un ematoma retroplacentare che permettono di distinguerlo da un’emorragia provocata dalla placenta previa. Tali caratteristiche sono:

  • un’emorragia esterna anche di lieve entità;
  • l’emorragia presenta spesso sangue di colore scuro;
  • un dolore molto intenso all'utero;
  • un utero contratto senza pause di rilassamento.

In ogni caso per stabilire l’esatta causa del sanguinamento generalmente si ricorre all’esame ecografico. Nello specifico l’ematoma retroplacentare è un’emorragia dovuta al distacco parziale o totale della placenta e si trova tra la placenta e la parete uterina. In questi casi si verifica uno scollamento parziale della placenta che può essere dovuto a :

  •  un rialzo improvviso della pressione arteriosa;
  • una placenta inserita nella posizione corretta ma non profondamente annidata;
  • l’idramnios, cioè un’eccessiva quantità di liquido amniotico che può distendere troppo l'utero;
  • una gravidanza plurima: come per l’ idramnios, c'è una sovradistensione della parete dell'utero
  • un utero con una forte attività contrattile;

C’è da dire anche che delle volte non è possibile risalire ad una causa ben precisa.  L’ematoma retroplacentare in teoria può formarsi in qualsiasi momento nel corso della gravidanza, ma se è molto raro dopo la 12° settimana,  risulta più frequente nei primi tre mesi di gravidanza.


Un ematoma originato in questa fase si risolve quasi sempre senza gravi conseguenze entro la 12-15 settimana. Se nell’esame ecografico si riscontra un ematoma retro placentare il ginecologo può prescrivere una terapia farmacologica e comunque raccomanda alla futura mamma di stare a riposo.

Diverso è il discorso per l’ematoma che si forma nel terzo trimestre di gravidanza o durante il travaglio, che comporta dei rischi maggiori sia per la mamma che per il feto. Per questo motivo, soprattutto nelle fasi più avanzate della gravidanza, è necessario prestare la massima attenzione ai segnali che potrebbero indicare un distacco della placenta. Oltre alle perdite ematiche (non necessariamente abbondanti) altri sintomi che possono essere indicativi di questa patologia sono i dolori violenti  e l’utero fortemente contratto.

In presenza di tali segnali è necessario recarsi immediatamente in ospedale dove, con molta probabilità, i medici procederanno con un taglio cesareo d’urgenza, che nella gran parte dei casi consente di far nascere il bambino in buona salute.
È possibile anche che si opti per il parto naturale a patto che si espleti in tempi rapidissimi perché, soprattutto se avviene il distacco completo della placenta e l’emorragia è abbondante, la salute della mamma e del bambino sono in serio pericolo
 

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