In questo articolo
- Distacco di placenta
- Distacco di placenta: definizione
- Fattori di rischio associati
- I sintomi del distacco di placenta
- Diagnosi corretta del distacco di placenta
- Conseguenze del distacco di placenta per mamma e feto
- Come intervenire: il trattamento e la gestione clinica
- E' possibile prevenire il distacco di placenta?
- Riferimenti bibliografici
Distacco di placenta
Nel corso della gravidanza può capitare che si verifichi un evento noto come “distacco di placenta”. Di cosa si tratta? È cosi pericoloso per mamma e nascituro? Possiamo fare qualcosa per impedirlo?
Distacco di placenta: definizione
Alcune volte in gravidanza può succedere che eseguendo un’ecografia ostetrica, lo specialista noti un “distacco di placenta”, il che potrebbe mettere te futura mamma in allarme ed apprensione.
Cosa significa di preciso? Cosa succede? Che la placentapraticamente si è distaccata in toto o in parte dalla sua normale sede di impianto cioè dall’utero, prima che avvenga la nascita del bambino. Il distacco può avvenire prima che inizi il travaglio di parto (distacco prematuro) o comunque in corso di travaglio (distacco precoce). Un distacco che può verificarsi in qualsiasi momento della gravidanza, sia nel primo trimestre o anche nei mesi successivi; in tutti i casi è richiesta un’attenzione importante.
Cosa potrebbe succedere di cosi grave se la placenta si distacca? Separandosi parte del tessuto placentare, si crea una specie di “ferita” sull’utero che quindi inizia a sanguinare.
Il sangue però può:
- rimanere “nascosto”, occulto, senza che tu te ne accorga;
- fuoriuscire all’esterno attraverso la vagina e quindi dare un’emorragia esterna;
- “rompere” le membrane ed entrare nel liquido amniotico;
- diventare sempre più ampia la raccolta e formarsi un vero e proprio ematoma, coagulo, dietro la placenta o infiltrare tutta la parete uterina, dando all’utero il colore tipico violaceo, purpureo, nerastro.
Fattori di rischio associati
Se è possibile, già durante il primo incontro in gravidanza, è importante che l’ostetrica/il medico ginecologo ti elenchi i diversi e probabili fattori che in qualche modo possono comportare un rischio per un distacco di placenta. Alcuni di questi sono prettamente materni:
- l'età avanzata,
- aver avuto tante gravidanze,
- fumo di sigarette,
- condizioni sociali disagiate,
- abuso di stupefacenti,
- malattie che possono comportare un’alterazione dei normali scambi placentari madre-feto (come l’ipertensione, preeclampsia, diabete, malattie renali e/o vascolari, trombofilie congenite e/o acquisite).
Altre, tutte quelle cause di aumentato volume dell’utero come nel caso di gravidanza gemellare o polidramnios (eccesso di liquido amniotico). Ma anche una gravidanza con PROM (rottura prematura delle membrane amnicoriali) o parto pretermine, potrebbe comportare un distacco placentare. Fattori di rischio di tipo meccanico sono:
- traumi,
- incidente stradale,
- improvvisa decompressione intrauterina.
Quindi, è assolutamente fondamentale che tu futura mamma, conosca tutto ciò che potrebbe eventualmente contribuire al distacco, per poter poi agire di conseguenza.
I sintomi del distacco di placenta
Quali sono i sintomi che dovrebbero farti sospettare che c’è/c’è stato un distacco? Nel caso di distacco di placenta, la sintomatologia non è sempre è chiara ed specifica. È abbastanza variabile, a seconda della localizzazione del coagulo e della quantità di sangue perso. Infatti, correlando le due cose, si distingue un quadro clinico lieve, moderato e grave.
In linea generale, i sintomi che potresti manifestare e/o lamentare sono:
- sanguinamento dai genitali esterni di colore rosso vivo ma anche rosso scuro;
- alla palpazione, dolore addominale importante, continuo;
- contrazioni uterine improvvise, persistenti, dolorose;
- alterazioni del BCF (battito cardiaco fetale).
Diagnosi corretta del distacco di placenta
Qualora giungessi alla nostra attenzione con sospetto distacco cosa ci conferma che sei in pericolo? Puoi sottoporti ad esami di laboratorio, per valutare l’assetto della coagulazione, anche se questi non sono specifici per porre diagnosi definitiva.
Risulta essere invece abbastanza utile ed essenziale la valutazione clinica. Cioè l’ostetrica o il medico specialista che ti ha preso in carico tipo al pronto soccorso, va a valutare le perdite ematiche, il loro colore e anche l’entità. Esegue quindi un’esplorazione vaginale per capire anche da dove proviene il sangue, se dall’interno della cervice o dall’esterno.
Se hai lamentato dolore addominale, esegue anche una palpazione per capire se c’è effettivamente dolenzia e in che zona specifica. Si esegue poi un tracciato per valutare il benessere del feto (riscontro del battito cardiaco del nascituro) e quindi accertare o escludere una sofferenza, oltre che registrare anche le eventuali contrazioni uterine, se ci sono, e il tipo.
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Conseguenze del distacco di placenta per mamma e feto
Cosa comporta il sanguinamento in gravidanza? Quali sono gli effetti sia su di te che sul tuo bambino?
In caso di una perdita di sangue importante, potresti manifestare una condizione particolare detta “shock emorragico”o “ipovolemico”. Potresti avere un abbassamento di pressione sanguigna, tachicardia, pallore cutaneo, sudorazione, vertigini, ansia, irrequietezza, stato di malessere generale.
Come complicanze più tardive puoi avere: coagulopatie cioè difetti/disordini della coagulazione, insufficienza renale e danni a carico dell’utero con perdita di contrattilità (in questo caso può essere necessario togliere l’utero per salvarti la vita).
Il tuo bambino invece, potrebbe andare incontro ad una condizione detta di “ipossia” cioè c’è carenza di ossigeno nei tessuti con conseguente morte se subentra l’asfissia (assenza di ossigeno negli organi nobili come cuore e cervello).
Nei casi meno gravi si può verificare distress del feto (termine vago che identifica una serie di disturbi diversi, tra cui anomalie cardiache, ridotto accrescimento intauterino o IUGR ed oligodramnios cioè ridotto liquido amniotico).
Come intervenire: il trattamento e la gestione clinica
Se il distacco della placenta si è verificato nelle primissime settimane di gestazione, dopo aver accertato ecograficamente la presenza, oltre che dell’embrione,anche dell’attività cardiaca, ti sarà raccomandato assoluto riposo, nessuna attività lavorativa, astensione sessuale, assunzione di un farmaco quale il progesterone per via vaginale, orale o intramuscolo (agisce come miorilassante e quindi per ridurre/bloccare le contrazioni uterine eventuali, ma anche per rendere l’ambiente uterino/endometriale più idoneo all’impianto).
Se comunque è stato accertato che c’è il distacco di placenta ma non c’è vitalità fetale (manca il cuore o non batte), si è in presenza di un aborto spontaneo.
Quindi, verrai informata sul da farsi: o si attende l’espulsione di tutto quanto il materiale coriale/placentare o si esegue una “pulizia chirurgica” della cavità uterina (raschiamento o revisione).
Se il distacco avviene nel corso del secondo/terzo trimestre di gravidanza la tua gestione varia a secondo del tuo stato clinico. Le perdite ematiche vanno sempre e comunque segnalate al tuo ginecologo/ostetrica che hai scelto per essere assistita. O recati prontamente al pronto soccorso più vicino in quanto il distacco rappresenta un’emergenza ostetrica assoluta. Se comunque sei in buono stato, il feto sta bene, non è iniziato il travaglio di parto e il sanguinamento si è arrestato, è giustificabile un trattamento di tipo conservativo.
Verrai monitorata costantemente (anche il tuo bambino); ti somministreranno eventualmente farmaci che servono a bloccare le contrazioni uterine (farmaci tocolitici tipo “Tractocile”) e farmaci come cortisone (“Bentelan”) per indurre maturità polmonare nel nascituro, visto che siamo in epoca precoce e i polmoni del tuo bambino non sono ancora completamente sviluppati.
Nel caso in cui il sanguinamento è abbondante, tale da compromettere la tua salute, oltre quella del bambino, si procederà ad un parto cesareo d’urgenza. Si può tentare un parto per via vaginale solo se tu sei stabile, se è prevedibile un travaglio rapido, se il feto è monitorato costantemente e con sala operatoria immediatamente disponibile o se feto già morto.
E' possibile prevenire il distacco di placenta?
Ci si domanda spesso se il distacco di placenta si possa prevenire. In realtà non si può fare molto perché rimane un evento imprevedibile. Però può essere utile considerare i diversi fattori considerati a rischio di distacco. Per questo è importante che già nel corso della prima visita ostetrica, l’ostetrica o il medico specialista, ti interroghi, esegua quella che è chiamata e definita “anamnesi”, in modo da poter accertare o escludere condizioni particolari che potrebbero far stare in allarme.
Sicuramente ti sarà consigliato di adottare uno stile di vita sano sia prima che durante tutta la gravidanza. Dunque non fumare, non fare uso di droghe, mangiare cibi sani che non fanno aumentare la pressione sanguigna. Questo potrebbe aiutare a prevenire il distacco.
Nel caso di un distacco di placenta in una gravidanza precedente, lo specialista valuterà con te i rischi per la gravidanza attuale, in quanto è elevato il pericolo che il disturbo possa ripresentarsi. Se si tratta di una gravidanza gemellare, questa andrà seguita molto attentamente, con controlli frequenti e mirati.
Resta il fatto che rimane comunque un evento assolutamente imprevedibile, anche in assenza di fattori di rischio. Il distacco potrebbe manifestarsi anche se sei una gravida sana.
Per questo ti raccomandiamo, appena noti perdite ematiche, specie se abbondanti, di chiamare subito il tuo ginecologo o recarti immediatamente al pronto soccorso ostetrico, per essere seguita e assistita quanto più velocemente possibile.
Riferimenti bibliografici
- Libro “Manuale di Sala Parto”, seconda edizione Edi Ermes, pag 188-191.
- Libro “Urgenze ed emergenze in sala Parto, Piccin,pag 197-201.
- Linee guida SIGO