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Aborto tubarico
Tra i vari tipi di aborto spontaneo a cui una donna può andare incontro ne esiste uno piuttosto particolare, l’aborto tubarico. Vorrei analizzare insieme a voi questo evento purtroppo infausto per chiarire meglio cos’è, se ci sono cause, sintomi e conseguenze.
Cos’è l’aborto tubarico
Come tutti sappiamo la fecondazione avviene nella tuba, molto vicino all'ovaio da cui, in periodo fertile, viene rilasciato l'ovulo pronto per essere fecondato dallo spermatozoo. Questa particolare tipologia di aborto avviene quando si instaura una gravidanza extrauterina ed in particolare tubarica. La gravidanza chiaramente non può procedere, per motivi che vedremo in seguito, e di conseguenza avviene un vero e proprio aborto spontaneo. Il fatto che sia chiamato tubarico è relativo solamente alla localizzazione della gravidanza.
Quali sono le cause dell’aborto tubarico
Per spiegare ciò dovete immaginare che, fin dalla fecondazione l’ovulo ha necessità di nutrimento e crescita. E per entrambe queste necessità la tuba non è attrezzata né idonea. Una gravidanza tubarica mediamente dura dalle 6 alle 8 settimane di gestazione, perché oltre non riesce più a soddisfare le richieste dell’ovocita (l’ovocita è, per intenderci, l’ovulo fecondato che cresce ma che per definizione scientifica non può essere ancora considerato embrione).
Ci sono però stati casi estremi in cui la gravidanza è continuata fino alla 14 settimana.
Ma perché avviene l’aborto?
Dunque, partiamo dall’anatomia della tuba per rispondere alla domanda. Essa è un piccolo tubo, le cui pareti sono costituite da tre strati: epiteliale esterno, muscolare centrale e sieroso/mucoso interno. Attraverso questi tre strati scorrono numerosi vasi sanguigni tra vene e arterie che irrorano gli organi genitali. Dal momento che il nostro piccolo ovulo fecondato si impianta in questo ambiente, per poter crescere ha bisogno di nutrimento e spazio. Il primo lo prende letteralmente invadendo i vasi sanguigni della tuba, il secondo dilatando le pareti del tubo. Ora potete capire bene che la tuba non ha lo spessore dell’utero e i vasi sono molto più piccoli.
Quindi i meccanismi le cause per cui avviene l’aborto sono sostanzialmente due:
- Nel primo caso i vasi del piccolo ovulo impiantato erodono quelli della tuba e causano un grosso sanguinamento che “stacca” l’ovulo dalla parete.
- Nel secondo caso invece se si va ad impiantare tra due dei tre strati di cui è formata la tuba crea proprio una sorta di “buco” che causa l’emorragia.
In entrambi i casi l’ovulo staccato può rimanere nella cavità della tuba circondato da strati di coagulo di sangue. Mentre il sanguinamento della tuba “sgocciola” nella cavità addominale, provocando alcune volte dolore addominale.
Sintomi dell’aborto tubarico
Purtroppo i sintomi associati alla gravidanza extrauterina prima e all'aborto tubarico conseguente, non sono molti e sono talmente aspecifici e generici che possono essere facilmente confusi con altre condizioni. In particolare la confusione può spesso essere fatta con la gravidanza regolarmente impiantata in utero. Questo perché tra i sintomi vi sono: ritardo del ciclo, nausea, vomito, perdite ematiche lievi e dolori addominali poco intensi. Quindi nei casi di aborto tubarico molte volte non ci si può basare solo su sintomi così lievi per fare diagnosi di gravidanza extrauterina prima e di aborto tubarico poi.
Ci sono invece dei casi in cui i dolori addominali sono piuttosto forti, associati anche a dolore alla spalla corrispondente. Questo è il campanello d’allarme principale, basandoci sulla sintomatologia, che ci impone di approfondire con esami strumentali quali le beta-hcg e l’ecografia transvaginale. Curioso è il dolore alla spalla corrispondente, esso è dovuto al versamento di sangue nella cavità addominale a cui accennavo prima. Il sangue sgocciola anche lentamente, ma una volta raccolta una certa quantità comprime le terminazioni nervose che fanno partire la sensazione dolorifica alla spalla.
Aborto tubarico e andamento delle beta-hCG
Come mi è già capitato di spiegare altre volte, il solo valore delle beta-hCG non è utilizzabile per fare né la datazione della gravidanza né, come in questo caso per fare diagnosi da aborto.
Possiamo dire che sostanzialmente in una gravidanza extrauterina che sta evolvendo verso un aborto tubarico le beta-hCG crescono molto molto lentamente rispetto ad una gravidanza che è iniziata nell’utero. Se ad esempio in una gravidanza fisiologica la crescita tipica è un valore raddoppiato dopo tre giorni, per la gravidanza extrauterina ciò non accade. Il motivo principale è che, come abbiamo detto, l’embrione non ha modo di crescere. Ad aborto imminente o avvenuto invece accade l’esatto contrario.
Se nell’aborto spontaneo uterino le beta calano lentamente, in questo caso può avvenire un calo piuttosto brusco dei valori, anche se sono stati evidenziati casi in cui ciò non è accaduto.
Aborto tubarico ed ecografia
La diagnosi completa viene fatta solo attraverso l’ecografia transvaginale e il quadro che ci si trova davanti è più o meno il seguente: utero vuoto, non si vede la camera gestazionale né l’eventuale coagulo ematico che sta per essere espulso. A questo punto il ginecologo andrà a verificare le tube e si troverà davanti a due condizioni: o la tuba è intatta ma è visibile l’ovulo contornato da strati di sangue coagulato, oppure la tuba è rotta e quindi non si vede nulla all’interno del “tubo” ma si può percepire una raccolta di liquido (il sangue) nella cavità addominale. A questo punto senza nessuna particolare insicurezza si procede con la diagnosi di aborto tubarico e si andrà a decidere come procedere.
Dolore e aborto tubarico
Una piccola parentesi merita la questione del dolore, o meglio, del dolore come avvisaglia di aborto tubarico. Oltre a quanto detto del dolore riflesso alla spalla ad aborto avvenuto, alcuni studi hanno evidenziato come in realtà le donne si siano accorte dell’aborto qualche giorno prima della diagnosi. Come hanno fatto? Hanno sentito una fitta molto potente al fianco, nella zona delle ovaie, un’unica fitta e poi più nulla. Onestamente questa tipologia di dolore può essere tipica di innumerevoli condizioni anche esterne alla gravidanza (ad esempio una cisti ovarica che scoppia, o un transito intestinale piuttosto complesso di una massa dura ecc.
) e comunque non esistono ancora studi sufficientemente ampi per poter annoverare questa sensazione tra la sintomatologia dolorosa esclusivamente legata ad aborto tubarico.
Conseguenze dell’aborto tubarico
Non è facile prevedere quali possano essere le conseguenze, anche se prevalentemente se la gravidanza va molto avanti rispetto alla media ciò che accade è la rottura della tuba. Nei casi in cui ciò non fosse avvenuto è possibile utilizzare una terapia farmacologica a base di metotrexate, un farmaco molto potente (usato anche come terapia contemporanea o post tumori) che è molto attivo su cellule in grande crescita numerica come quelle embrionali. Essendo un farmaco molto potente è però necessario valutare bene i casi in cui è possibile somministrarlo, e ciò deve farlo un medico esperto. La rottura della tuba con conseguente emorragia addominale invece, impone l’intervento chirurgico per la rimozione non solo del sangue e del materiale residuo dell’aborto, ma anche l’asportazione della tuba stessa.
I metodi con cui può essere praticato questo intervento sono diversi, la più usata ad oggi è la laparoscopia operativa, ovvero non si pratica alcun taglio sull’addome ma solo dei piccoli fori attraverso cui entreranno gli strumenti per effettuare l’asportazione (data anche la ridotta dimensione di una tuba). È sicuramente una metodica meno invasiva rispetto al vecchio taglio addominale, ciò non toglie che è un intervento chirurgico a tutti gli effetti. Mi preme sottolineare che l’asportazione della tuba non preclude assolutamente la fertilità, primo perché le tube nell’apparato genitale femminile sono due e quindi eventualmente esiste l’altra. E secondo perché vi sono casi in cui anche in assenza di tuba l’ovulo fecondato si è impiantato correttamente in utero.
Riassorbimento dell’aborto tubarico
Nella letteratura scientifica sono descritti casi in cui avviene autonomamente il riassorbimento e la distruzione del materiale derivante dall’aborto tubarico. Tipicamente sono casi in cui l’aborto è avvenuto molto presto, ancora prima che si formasse l’embrione, quando i meccanismi di difesa immunitaria del corpo sono in grado di intervenire per distruggere e riassorbire quanto rimasto.
Aspettare che un aborto tubarico si riassorba da solo è però piuttosto pericoloso, più che altro perché è difficile capire in quali casi avverrà e in quali invece no. E quindi si espone la mamma al rischio di rottura della tuba, cosa che fino ad ora non era avvenuta e si poteva tentare la via farmacologica. Quindi concludendo, l’aborto tubarico è un’aborto come gli altri, ma se vogliamo con più rischi per la salute materna.
A maggior ragione, pertanto, è necessario che si venga seguiti fin dall’inizio della gravidanza da un’ostetrica o da un ginecologo che sapranno valutare se esiste il rischio di aborto tubarico, potranno quantificarlo e decidere come operare tempestivamente nel caso ciò avvenga.