In questo articolo
Aborto ritenuto
L'aborto spontaneo consiste nella perdita improvvisa del bambino prima della 20a settimana. Si stima che circa il 15-20% delle gravidanze conosciute termini con un aborto spontaneo, ma il numero reale è probabilmente più alto, questo perché molti si verificano prima che ci si renda conto di essere incinte. Vediamo, invece, quando si parla di aborto ritenuto: cos'è, quando si verifica, cosa fare.
Cos'è l'aborto ritenuto
Per aborto ritenuto (o aborto interno) si intende l'interruzione della gravidanza senza espulsione del materiale ovulare. Dal punto di vista clinico, scompaiono tutti i sintomi della gravidanza, l'esame vaginale mostra il collo dell'utero chiuso, senza perdite ematiche o, se presenti, molto scarse e il volume dell'organo risulta inferiore a quello dell'epoca gestazionale.
A differenza dell'aborto spontaneo, quindi, accompagnato da emorragie, crampi e dolori, spesso l'aborto ritenuto non presenta sintomi tali che possano far sospettare una interruzione di gravidanza.
Sintomi dell'aborto ritenuto
Come detto, spesso l'aborto ritenuto non si associa a sintomi specifici e può essere totalmente asintomatico. Solo dopo giorni o anche settimane, compaiono alcuni sintomi, tra cui:
- lievi perdite di sangue
- dolori all'addome, dovuti al tentativo dell'utero di espellere il materiale
Tuttavia, è importante precisare che questi sintomi possono presentarsi anche durante una gravidanza che sta procedendo normalmente. Proprio per questo motivo è fondamentale consultare un medico per una diagnosi accurata.
Aborto ritenuto: quando si verifica
In linea di massima l'aborto ritenuto può avvenire nelle prime settimane di gravidanza, di norma entro la 12esima settimana, quando è più alto il rischio di interruzione spontanea di gravidanza.
Si tratta, purtroppo, di un'esperienza piuttosto comune. Stando a quanto riporta il Manuale MSD, circa l'85% degli aborti si verifica nelle prime 12 settimane di gestazione, il 25% delle gravidanze termina con un aborto nelle prime 12 settimane, mentre il rimanente 15% avviene fra le 13 e le 20 settimane. Spesso, se è un aborto molto precoce la donna può non accorgersene e interpretarlo come una normale mestruazione.
Aborto ritenuto: come si diagnostica
Molto spesso, la diagnosi di aborto ritenuto viene fatta durante una ecografia, che in questo caso visualizza un sacco gestazionale che non cresce o l'assenza di battito cardiaco dell'embrione o del feto, spesso di sviluppo inferiore alla settimana di gravidanza.
Stando a quanto spiega l'Associazione dei Ginecologi Italiani (AOGOI), la diagnosi può presentare difficoltà, soprattutto prima della 12a settimana. Sono, quindi, necessari dosaggi seriati della beta-hCG e monitoraggi ecografici a distanza di una settimana.
Le cause dell'aborto ritenuto
Sebbene a volte ci siano condizioni specifiche riconoscibili che determinano un aborto spontaneo, nella maggior parte dei casi queste sono sconosciute. Ecco alcune delle cause più comuni.
- Le anomalie cromosomiche o anomalie genetiche sono le cause più frequenti di aborto spontaneo. Gli embrioni che presentano un assetto cromosomico alterato o un corredo genetico non adeguato sono destinati a interrompere la loro crescita.
- La causa immunologica è spesso associata a un gran numero di aborti: ciò avviene perché il prodotto del concepimento è un corpo estraneo per l'organismo della madre.
- Infezioni: i virus come Herpes, Cytomegalovirus o Parvovirus sembrano essere tra le cause più frequenti, anche per la loro potenziale capacità di creare infezioni croniche materne. È stato inoltre evidenziato un rapporto tra vaginosi batteriche nella fase precoce della gravidanza e aumentato rischio di aborto.
- Malattie sistemiche della madre, come l'ipertensione arteriosa o il diabete.
- Una inadeguata secrezione di progesterone da parte del corpo luteo può essere responsabile di aborto nel primo trimestre.
- Sindrome dell'ovaio policistico (PCOS)
- Anomalie di sviluppo, posizione e formazione dell'utero
- Fibromi uterini
- Fumo, alcol o droghe
- Età materna avanzata
Aborto ritenuto: trattamento
L'aborto spontaneo può essere trattato in tre modi:
- attesa
- terapia medica
- terapia chirurgica
Sarà il medico a decidere l'opzione migliore, tenendo conto anche del quadro clinico della paziente.
Trattamento di attesa
Generalmente, il 65 - 90% degli aborti va incontro a una risoluzione spontanea entro 2 - 6 settimane.
Dopo che l'aborto è stato diagnosticato, è possibile seguire il trattamento di attesa in assenza di perdite ematiche emorragiche e in caso si desideri evitare l'intervento medico e chirurgico. Tuttavia, è bene sapere che questa scelta si associa a tempi di risoluzione più lunghi, a un maggior rischio emorragico e a un rischio maggiore di un intervento chirurgico d'urgenza. Il controllo ecografico viene solitamente programmaro dopo circa 2 settimane e bisogna ripetere un test di gravidanza a distanza di 30 giorni dalla diagnosi di svuotamento completo.
Trattamento medico
Generalmente prevede l'utilizzo di Misoprostolo, un farmaco che attiva contrazioni uterine e una modificazione del collo dell'utero fino alla espulsione del tessuto. Questo trattamento ha una percentuale di successo media dell'85%, variabile in base all'epoca gestazionale ed al tipo di aborto spontaneo.
Trattamento chirurgico
Il medico può optare per il trattamento chirurgico, mediante dilatazione e raschiamento con aspirazione tramite canula. Questo trattamento è considerato il più efficace per il completo svuotamento uterino (99% di successo), ma presenta un'incidenza lievemente maggiore di complicazioni a breve e lungo termine.