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Pemfigoide gestazionale, sintomi e rimedi

di Redazione PianetaMamma - 14.03.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il pemfigoide gestazionale è una malattia della pelle piuttosto rara che si presenta con eritemi e forte prurito, vediamo quali sono le cause e come si cura

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Pemfigoide gestazionale

Il pemfigoide gestazionale (o herpes gestationis) è una patologia della pelle che può presentarsi nel secondo o terzo trimestre di gravidanza o anche nell'immediato post parto. Si tratta di un disturbo molto fastidioso, che colpisce una donna su 10.000, caratterizzato da prurito ed eritema che può ripresentarsi nelle successive gravidanze. Vediamo quali sono le cause e i sintomi del pemfigoide gestazionale e come si interviene.

Cos'è il pemfigoide gestazionale

E' una malattia della pelle che compare durante la gravidanza o dopo il parto ed è caratterizzato da eritemi molto fastidiosi. La malattia può essere facilmente confusa, almeno all'inizio, come dermatiti ed malattie della pelle legate ai cambiamenti ormonali tipici della gravidanza e per avere una diagnosi certa si esegue una biopsia cutanea della pelle con test dell'immunofluorescenza diretta per la ricerca di anticorpi anomali. Per valutare lo stato di salute del bambino feto si possono effettuare esami specifici, come il non stress test, l’ecografia o il monitoraggio fetale elettronico.

Nel 25% dei casi la malattia può recidivare nelle gravidanze successive o in seguito all'uso di contraccettivi orali.

Cause

Il pemfigoide gestazionale è considerata una patologia autoimmune causata probabilmente da anomali anticorpi che attaccano i tessuti dell’organismo e provocano una reazione autoimmune relativamente rara. In qualche caso una disfunzione tiroidea può aumentare il rischio di soffrire di pefigoide gestazionale.

Anche se viene comunemente chiamato herpes gestazionale e se l'eruzione cutanea ricorda l'eruzione vescicobollosa causata dall'infezione da herpes simplex virus, questo disturbo non ha un'origine virale, bensì autoimmune.

Sintomi

Come si presenta il pemfigoide gestazionale? L'esordio è quasi sempre improvviso, con un'incidenza più alta negli ultimi mesi di gravidanza o anche dopo il parto. Questi principali sintomi:

  • serio prurito;
  • lesioni sul tronco, nell'area periombelicale e gli arti;
  • eruzione generalizzata che risparmia però viso, membrane mucose, palmi delle mani e dei piedi.

I segni distintivi della malattia sono:

  • Bolle
  • Eritema
  • Placche
  • Prurito
  • Vescicole

L’eruzione cutanea è estremamente pruriginosa e molto visibile: compaiono punti rossi piatti o sollevati inizialmente nella zona dell’addome intorno all’ombelico e poi si diffondono vesciche peone di liquido, di diverse dimensioni e di forma irregolare e piene di liquido.

Cosa fare?

La conferma che si tratti proprio di pemfigoide gestazionale avviene o attraverso una valutazione clinica da parte del dermatologo oppure con una immunofluorescenza diretta della cute perilesionale, che riesce ad evidenziare la presenza di depositi lineari di C3 nella zona della membrana basale dell'epidermide, causata dall'attivazione del complemento in risposta agli autoanticorpi.

Dopo che la diagnosi avrà accertato che si tratta di pemfigoide gestazionale la terapia consiste sostanzialmente nell'utilizzo di corticosteroidi sistemici  come prednisone per via oral. In caso di malattia in forma lieve possono essere sufficienti corticosteroidi topici (creme da applicare direttamente sulle zone colpite) ed antistaminici.

Nella maggior parte dei casi il pemfigoide gestazionale peggiora durante il travaglio o alla fine della gravidanza, ma poi scompare spontaneamente con il passare delle settimane.

Se il disturbo si presenta dopo il parto oppure persiste in forma grave dopo la nascita si possono prendere in considerazione alternative come azatioprina, metotrexate, dapsone, ciclosporina, immunoglobuline per via endovenosa (IVIG).

Rischi per il feto

Il 10% dei neonati può essere colpito da lievi lesioni orticarie o vescicolari, a causa del passaggio  degli autoanticorpi attraverso la placenta, che durano qualche giorno dopo la nascita e poi scompaiono spontaneamente. E' stata evidenziata anche una maggiore incidenza di nascite premature con il 16% dei bambini nati prima di 36 settimane e 32% nati prima di 38 settimane. Non è stato notato, invece, alcun aumento della mortalità fetale.

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