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Incontinenza in gravidanza
L'incontinenza urinaria in gravidanza è un disturbo piuttosto frequente quanto fastidioso che interessa molte future mamme soprattutto durante le ultime settimane prima della nascita del bambino. Basta veramente poco, ad esempio un colpo di tosse o una risata, per accusare l'imbarazzante perdita di qualche goccia di urina.
L'incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina. Può essere dovuta a fattori fisiologici, come ad esempio il peso del volume dell'utero durante la gestazione, o legata ad altri fattori, quali infezioni alle vie urinarie, cistiti ecc. Colpisce maggiormente le donne e non esiste un'età predefinita, in quanto il disturbo si può manifestare in età avanzata ovvero dopo i sessant'anni, come a venti o trenta.
Questo disturbo colpisce circa il 10% delle donne in dolce attesa, interessando maggiormente le donne che hanno già avuto figli; nelle donne già mamme può peraltro capitare che piccole perdite di urina si verifichino già dal primo trimestre a dispetto delle primipare dove il disturbo si manifesta in genere nel terzo trimestre a causa dell'ingrossamento dell'utero che ospita il bebè e che esercita pressione sulla vescica.
Se l'incontinenza si verifica unicamente durante l'ultimo periodo della gravidanza, niente paura, generalmente si risolve autonomamente dopo il parto.
La causa di questo disagio è da ricondursi quindi ad un fattore prettamente meccanico che si risolverà dopo il parto allenando un pochino la muscolatura del pavimento pelvico e anche ad un fattore ormonale perché l'effetto del progesterone, prodotto in grande quantità dalla placenta, ha funzione di miorilassante che agisce anche sulla muscolatura del pavimento pelvico e impedisce un perfetto controllo dello stimolo a fare pipì.
Il rischio di incorrere in fastidi legati all'incontinenza urinaria durante i nove mesi di gestazione sarà, dunque, più frequente nelle donne che hanno già partorito poiché la muscolatura è già provata dalla precedente o precedenti gravidanze, non risponde quindi con una grande elasticità e sopporta meno la pressione dell'utero che spinge sulla vescica.
Tuttavia, una volta che il disturbo si manifesta, è possibile cercare di attenuarlo con della ginnastica particolare: attraverso dei semplici esercizi quotidiani è possibile infatti restituire tono ed elasticità alle strutture provate.
Come attenure l'incontinenza con la ginnastica
L'esercizio più usuale è questo: durante la minzione la futura mamma dovrebbe bloccare il flusso urinario per qualche secondo e poi rilasciarlo, ripetendo l’esercizio qualche volta durante la minzione stessa e anche durante la giornata.
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Altri esercizi utili possono essere:
- sdraiarsi supine nel pavimento sopra un materassino o tappeto, allargando le gambe e contraendo le natiche come per voler trattenere le feci, senza però contrarre l'addome, ispirando con il naso: prima di contrarre le natiche mantenere la tensione per almeno 6 o 7 secondi ed espirare mentre si rilasciano, ripetendolo per alcune volte con trenta secondi di intervallo tra l'uno e l'altro;
- ancora, in piedi dritta, inspirare col naso e contrarre le natiche mentre si espira, rimanendo in tensione sempre per sette secondi circa,
- o ancora distesa sul fianco con le gambe leggermente piegate, inspirare ed espirare seguendo i ritmi degli esercizi che abbiamo già visto e contraendo e rilassando le natiche, per sette secondi.
Assolutamente sbagliato pensare che bere poca acqua possa aiutare a contrastare o ridurre le perdite urinarie! La futura mamma deve bere tanti liquidi, soprattutto acqua, per permettere all'organismo di purificarsi ed eliminare le scorie attraverso l'urina stessa.
Se l'incontinenza continua anche dopo il parto
Una modalità per prevenire i disturbi dell'incontinenza urinaria dopo il parto è sicuramente evitare che il bambino rimanga per tanto tempo durante la fase espulsiva premendo sopra il pavimento pelvico e che non causi lacerazioni uscendo.
Proprio a questo proposito, molti ginecologi e ostetriche, durante il parto, usano di routine la pratica dell'episiotomia, ovvero il taglietto trasversale che si effettua tra la vagina e l'ano immediatamente prima che il bebè veda la luce, attraverso questa pratica infatti, si evita che i tessuti si lacerino interessando anche gli strati più profondi e garantendo una guarigione più veloce e che appunto, diminuisce la probabilità di eventuale incontinenza urinaria e fecale successiva al parto.
Se dopo il parto il problema non passa, dopo una sorta di visita ginecologica per valutare il grado di incontinenza, lo specialista può consigliare la ginnastica già citata prima per il pavimento pelvico o delle vere e proprie terapie farmacologiche che aiutano a contrarre lo sfintere euretrale e che quindi inibiscono le perdite di urina.
Anche alcune variazioni dello stile di vita possono però contribuire a ridurre o eliminare il fastidio, ad esempio:
- evitare cibi piccanti e quindi alimenti che influiscono sulla corretta funzione intestinale;
- evitare sforzi fisici eccessivi;
- mantenere sotto controllo il peso corporeo;
- evitare fumo e alcool
In estremis è possibile intervenire con un intervento chirurgico che risolve in maniera drastica il problema