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Eparina in gravidanza: cos’è e quando assumerla

di Simona Bianchi - 05.04.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
L’eparina è un principio attivo ad azione anticoagulante. A cosa serve, perché somministrarla e i possibili effetti indesiderati

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Eparina in gravidanza: cosa sapere

L'eparina a basso peso molecolare è un principio attivo caratterizzato da un'azione anticoagulante. Viene usata per prevenire o curare una condizione di ipercoagulazione del sangue, ovvero una predisposizione alla formazione di trombi nei vasi sanguigni. Nel corso della gravidanza viene perciò prescritta nei casi in cui sono presenti uno o più fattori di rischio di trombosi venose profonde (DVT) o embolia polmonare. Le linee-guida SISET in Ostetricia e Ginecologia la considerano relativamente sicura, a causa delle sue dimensioni molecolari, perché non attraversa la placenta e non raggiunge il feto.

Cos’è l’eparina

L'eparina è un farmaco anticoagulante ed è largamente impiegata come fluidificante del sangue. Viene solitamente somministrato ai pazienti sottoposti a interventi chirurgici per mantenere fluido il sangue e prevenire la trombosi venosa profonda, ossia coaguli di sangue nelle gambe, che può causare embolia polmonare. Viene usata anche in caso di eventi che limitano la funzionalità motoria del paziente, per esempio dopo una frattura. Può essere utilizzata anche come terapia per alcune patologie cardiocerebrovascolari ischemiche. In gravidanza è possibile un aumento del rischio di trombofilia, per questo motivo, nei casi in cui vi sia una tendenza all'ipercoagulazione, si può consigliare la terapia preventiva con eparina. Anche se una donna si sta sottoponendo a un trattamento di Procreazione Medicalmente Assistita potrebbe essere richiesta una supplementazione di eparina.

Quando somministrare l’eparina durante la gravidanza

La somministrazione di eparina durante la gestazione è giornaliera e dura per l'intero periodo della gravidanza o addirittura fino a quaranta giorni dopo il parto. Il dosaggio è legato al peso della paziente e avviene tramite iniezioni sottocutanee. In rari casi, l'eparina può causare la diminuzione delle piastrine. Per questo, una settimana prima dell'inizio della terapia viene raccomandato un prelievo del sangue per verificarne la quantità.

Successivamente è consigliabile misurare mensilmente i parametri della coagulazione, anche per adeguare eventualmente il dosaggio del farmaco. In caso di parto naturale a seguito di travaglio protratto, assumere eparina potrebbe aumentare il rischio di emorragia. Invece il taglio cesareo, essendo programmato, permette di assumere l'ultima dose di eparina dodici ore prima del parto e la successiva dopo almeno otto ore per ridurre drasticamente il rischio di eccessiva perdita di sangue.

Che tipo di farmaco è l’eparina

L'eparina è stata usata nell'uomo per la prima volta nel 1937 e, da allora, il farmaco è risultato essere uno dei più importanti della pratica medica, tanto che l'OMS lo inserisce nella lista dei farmaci essenziali. Si tratta di un prodotto "naturale" che si ottiene direttamente da materiale biologico e non viene prodotto con procedimenti di sintesi chimica. È naturalmente presente nel nostro organismo, con particolare abbondanza in alcuni organi quali il polmone, la mucosa intestinale e il pancreas. Per l'impiego in medicina si utilizzano diversi tipi di eparina, ottenuti con procedure differenti di lavorazione del prodotto naturale proveniente da suini o bovini. La differenza tra i differenti tipi di eparine sta nella struttura della molecola e nella modalità di somministrazione.

Quali sono gli effetti indesiderati dell’eparina

Come già detto in precedenza, uno dei principali effetti indesiderati delle eparine è l'induzione di emorragie. Esistono alcuni fattori predisponenti che possono favorire il sanguinamento, tra questi l'utilizzo contemporaneamente di alcuni farmaci che agiscono sul sistema della coagulazione come l'aspirina a basso dosaggio che interferisce con il processo di aggregazione delle piastrine. L'utilizzo delle eparine può anche portare a alterazione degli indici di funzionalità epatica, osteoporosi o iperkalemia.

L’eparina nella procreazione medicalmente assistita

Anche nel caso in cui una paziente si stia sottoponendo a un trattamento di fecondazione artificiale, l'eparina può essere somministrata solo sulla base delle condizioni di rischio e del peso corporeo.

Nelle tecniche di procreazione assistita, alcuni studi hanno messo in relazione la trombofilia con gli esiti fallimentari della fecondazione assistita a causa dell'utilizzo di terapie ormonali, che comporterebbero squilibri nella coagulazione, quindi nella circolazione dell'endometrio e della placenta, tali da impedire l'inizio della gravidanza o il suo completamento. Secondo la ricerca Heparin for Assisted reproduction, nelle gravidanze ottenute con PMA la prescrizione dell'eparina a basso peso molecolare viene oggi valutata anche in assenza di trombofilia, con il fine di facilitare l'impianto embrionale.

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