a cura di Elisa Santaniello
Colestasi gravidica: che cos’è?
La colestasi gravidica è una rara complicazione che si presenta durante la gravidanza, piu’ frequentemente nel terzo trimestre, ed è causata dalla
presenza di bile
(una sostanza chimica naturale) nella
circolazione sanguigna
. Si parla di colestasi quando gli epatociti (cellule del fegato) non fanno bene il loro lavoro e lasciano passare gli acidi biliari nel sangue invece di scaricarli nella bile. Questi ultimi accumulandosi nel sangue, rischiano di raggiungere il feto attraverso la
.
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Colestasi gravidica: Le cause e i fattori di rischio
L’esatta causa della colestasi gravidica non è conosciuta, sebbene alcuni ricercatori suggeriscono che potrebbe essere una
reazione al cambiamento ormonale che si verifica durante la gravidanza
. La malattia può avere familiarità, difatti una storia di colestasi gravidica in famiglia o in una precedente gravidanza, potrebbe incidere sui fattori di rischio. Infine, alcuni gruppi etnici sono più a rischio, mentre altri sono praticamente protetti.
Colestasi gravidica: I sintomi
La Colestasi gravidica si manifesta con un forte
prurito generalizzato
, che peggiora di notte e può coinvolgere i palmi delle mani e le piante dei piedi. Il prurito può portare a lesioni da grattamento, e
Il test di funzionalità epatica (transaminasi, acidi biliari) viene quindi utilizzato per confermare la diagnosi e valutare il grado di colestasi e l’aumento o rialzo delle transaminasi, gammaGT, acidi colici e talora anche della bilirubina.
Colestasi gravidica: i rischi per il bebè e la mamma
A parte i disagi causati da prurito, la colestasi gravidica è raramente una preoccupazione per la madre, difatti i rischi della colestasti gravidica sono soprattutto a carico del feto, perché l'accumulo di sali biliari nel sangue può essere tossico e potrebbe provocare la
morte in utero.
In altri casi si puo’ verificare un
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Colestasi gravidica: la cura
La terapia per la colestasi ostetrica prevede l’utilizzo di
emollienti e di farmaci antistaminici
(ad esempio clorfenamina) per ridurre il prurito materno. L’utilizzo dell’acido ursodesossicolico: rappresenta il farmaco più usato, la sua funzione è quella di proteggere le cellule epatiche e favorire l’eliminazione dei sali biliari in eccesso. La vitamina K in formulazione idrosolubile andrebbe somministrata a tutte le donne con colestasi ostetrica, soprattutto in caso di steatorrea (feci grasse). Quest’ultima è correlata ai fattori della coagulazione, pertanto la sua somministrazione riduce il rischio di emorragia postpartum ed emorragie neonatali. In ogni caso il nostro consiglio è di consultare il vostro medico curante.
Dopo il parto, il prurito scompare gradualmente
e il fegato torna alla sua normale attività. Ma in una successiva gravidanza, la madre sarà monitorata attentamente per evitare ogni rischio di recidività

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