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Antibiotico in gravidanza: quale prendere

di Francesca Capriati - 27.04.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Antibiotico in gravidanza: quale prendere, quali sono i rischi per il feto, quale antibiotico si può assumere nel primo, secondo e terzo trimestre di gravidanza

In questo articolo

Antibiotico in gravidanza

Gli antibiotici sono farmaci importantissimi, indispensabili per curare infezioni di natura batterica che, se non trattate, possono compromettere il buon esito della gravidanza con gravi rischi sia per la mamma che per il bambino. Ma attenzione: sappiamo che durante i 9 mesi si devono assumere farmaci solo sotto controllo medico e che molti non possono essere assunti a causa dei loro effetti teratogeni (cioè di malformazione fetale). Gli antibiotici non vanno mai presi (in generale, non solo in gravidanza) a sproposito per curare un'influenza o un raffreddore ma sono efficaci solo in caso di infezione causata da batteri. E allora vediamo quali sono le indicazioni sull'uso degli antibiotici in gravidanza e cosa è importante sapere.

Antibiotico in gravidanza e rischi per il feto

Circa il 70% delle donne incinte assumono un antibiotico almeno una volta durante i 9 mesi e gli antibiotici rappresentano quasi l'80% di tutti i farmaci prescritti durante la gravidanza.

Gli antibiotici vengono prescritti alle donne incinte per molte ragioni:

  • travaglio pretermine,
  • febbre durante il travaglio,
  • prevenzione dello streptococco neonatale di gruppo B
  • infezione
  • tagli cesarei.

Potrebbero, inoltre, essere prescritti alle donne incinte che manifestano disturbi respiratori, urinari, sinusali, infezioni batteriche renali,  infezioni trasmesse sessualmente o vaginosi batterica.

Come per qualsiasi altro farmaco, anche la prescrizione degli antibiotici deve essere attentamente valutata alla luce dei rischi e dei benefici. Alcuni antibiotici sono noti per essere teratogeni e dovrebbero essere del tutto evitati durante la gravidanza (è il caso della streptomicina e kanamicina, che possono causare perdita dell'udito, e della tetraciclina, che può portare a indebolimento, ipoplasia e problemi alle ossa e ai denti).

Sarà il ginecologo, quindi, a valutare la situazione e a prescrivere, laddove fosse necessario, l'antibiotico più sicuro.

Antibiotico in gravidanza, quale prendere

Quale antibiotico si può assumere in gravidanza? Secondo un recente aggiornamento effettuato dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco):

  • acido clavulanico,
  • amoxicillina,
  • ampicillina,
  • azitromicina,
  • clindamicina,
  • claritromicina,
  • eritromicina

sono antibiotici sicuri sia in gravidanza che in allattamento.

Gli antibiotici di prima scelta sono amoxicillina ed ampicillina, mentre la Clindamicina è da utilizzare laddove la somministrazione di Penicilline, Cefalosporine e Macrolidi non sia efficace, quindi come seconda scelta.

Antibiotico in gravidanza nelle prime settimane

Anche se gli antibiotici prescritti dal medico sono da considerarsi sicuri, resta l'indicazione che è meglio evitare di assumere farmaci nel primo trimestre di gestazione: questo è il periodo di sviluppo strutturale fetale e quindi il rischio di teratogenicità iatrogena è più alto.Nel secondo e nel terzo trimestre il rischio si abbassa perché la maggior parte degli organi è già sviluppata.

Tuttavia resta fondamentale la raccomandazione di affidarsi al proprio medico ginecologo con fiducia: in presenza di un'infezione batterica è importante iniziare tempestivamente la cura più efficace.

Come assumere gli antibiotici in gravidanza

Gli antibiotici sono essenziali per il trattamento delle infezioni batteriche e devono essere utilizzati esclusivamente per il trattamento di queste infezioni, soltanto su prescrizione dei medici, e assunti per il tempo necessario e alle dosi prescritte. Ciò vuol dire che il medico prescriverà una terapia con indicazioni su durata e dosaggio: è fondamentale seguire alla lettera queste istruzioni e non interrompere il trattamento non appena i sintomi scompaiono.

Allo stesso modo bisogna evitare di fare di testa propria e continuare la terapia oltre il periodo indicato: un uso a lungo termine di antibiotici può creare importanti alterazioni al microbiota intestinale nel neonato.

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