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Piccole perdite di sangue in gravidanza: quando preoccuparsi

di Simona Bianchi - 17.05.2023 Scrivici

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Le piccole perdite di sangue in gravidanza non sono da sottovalutare. Quando rivolgersi al medico e quali sono le possibili cause

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Piccole perdite di sangue in gravidanza: cosa sapere

Le piccole perdite di sangue in gravidanza possono essere frequenti nei primi mesi di gestazione e possono anche non significare che qualcosa non va con il feto o che ci sia un grave rischio. Tuttavia, non sono da sottovalutare. Il manuale MSD riporta che durante le prime 20 settimane di gravidanza, il 20-30% delle donne ha sanguinamenti vaginali e, in circa la metà dei casi, la gravidanza termina con un aborto spontaneo. In alcuni casi, sono possibili problemi più gravi con l'avanzare della gravidanza, per esempio il peso del bambino alla nascita può essere basso oppure si può verificare un parto prematuro. In caso di sanguinamento abbondante, la pressione arteriosa può diventare pericolosamente bassa, con conseguente collasso. Tuttavia, molte donne con lieve sanguinamento nelle fasi iniziali della gestazione hanno una gravidanza e un parto sani.

Quali sono le cause delle perdite di sangue in gravidanza

Il sanguinamento vaginale nelle prime fasi della gravidanza può dipendere sia da disturbi legati alla gravidanza stessa oppure da altre cause. La quantità di sangue può variare da qualche macchia a una quantità consistente, in ogni caso anche le macchie o il leggero sanguinamento possono indicare un disturbo grave. I fattori che possono provocare le perdite sono vari:

  • Emorroidi o ragadi: se il sanguinamento è lieve, la frequenza è sporadica, e non sono presenti altri sintomi come dolore a livello addominale, non sono particolare motivo di preoccupazione. Per una maggiore tranquillità ci si può rivolgere al proprio medico o al ginecologo
  • Minaccia d'aborto: nel primo trimestre di gravidanza, se le perdite ematiche sono abbondanti e di colore rosso vivo e sono presenti crampi e dolore al ventre, è fondamentale rivolgersi all'ospedale perché potrebbero essere segnali di una minaccia di aborto o di un aborto in atto. In molti casi con un interventi tempestivo degli specialisti, è possibile scongiurare la minaccia d'aborto con farmaci per bloccare le contrazioni e per favorire l'impianto dell'embrione in utero
  • Minaccia d'aborto tardiva o parto pretermine: se le perdite di sangue avvengono nel secondo trimestre, si parla di minaccia di aborto tardivo. Dalla 24^ settimana invece, specie in presenza di contrazioni uterine, potrebbe trattarsi di parto pretermine. In entrambi i casi si consiglia di contattare immediatamente il proprio ginecologo e andare in una struttura ospedaliera dotata di pronto soccorso ostetrico e di un percorso nascita
  • Gravidanza ectopica: vale a dire non impiantata nelle sede normale, cioè l'utero, ma in un'altra, ad esempio le tube di Falloppio
  • Rottura di una cisti del corpo luteo: ovvero dopo aver rilasciato l'ovulo, la struttura che lo rilascia (il corpo luteo), anziché rompersi e scomparire come dovrebbe, può riempirsi di liquido o sangue.

Negli ultimi due casi, gravidanza ectopica e rottura di una cisti del corpo luteo, il sanguinamento è abbondante tanti da portare a un collasso.

I fattori di rischio

Ci sono alcuni fattori specifici che possono provocare un aborto spontaneo o una gravidanza ectopica. Le condizioni per l'aborto spontaneo includono:

  • età superiore ai 35 anni
  • uno o più aborti spontanei in gravidanze precedenti
  • fumo di sigaretta
  • uso di stupefacenti come cocaina, consumo di alcol o di quantità elevate di caffeina
  • anomalie dell'utero, come fibromi, cicatrizzazione o un utero di forma anomala
  • problemi medici scarsamente controllanti come diabete, malattie tiroidee o lupus

Le condizioni per una gravidanza ectopica comprendono:

  • una precedente gravidanza ectopica (il fattore di rischio più importante)
  • un precedente intervento chirurgico addominale, in particolare per la sterilizzazione permanente (legatura delle tube)
  • una pregressa infezione sessualmente trasmessa o malattia infiammatoria pelvica
  • fumo di sigaretta
  • uso di un dispositivo intrauterino (Intrauterine Device, IUD)
  • età superiore ai 35 anni
  • un'anamnesi d'infertilità, uso di farmaci per la fertilità o di tecniche di procreazione assistita
  • svariati partner sessuali
  • lavanda vaginale

Quando rivolgersi a un medico

In caso di sanguinamento, si consiglia di rivolgersi immediatamente a un medico se le perdite sono accompagnate da segnali d'allarme come:

  • svenimenti, stordimento o battito cardiaco accelerato, sintomi che indicano una pressione sanguigna molto bassa
  • perdita di notevoli quantità di sangue o sangue contenente tessuto o grossi coaguli
  • forte dolore addominale che peggiora con il movimento o il cambiamento di posizione
  • febbre, brividi e secrezione vaginale che contiene pus misto a sangue

Le donne che non presentano segnali d'allarme è preferibile comunque che consultino uno specialista nell'arco di 48-72 ore.

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