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Quanto devono essere gli eritrociti in gravidanza

di Simona Bianchi - 11.09.2024 Scrivici

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Gli eritrociti in gravidanza aumentano di volume per diverse ragioni. Quando preoccuparsi se sono troppo bassi e che ruolo svolgono

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Eritrociti in gravidanza, che funzione hanno

Gli eritrociti in gravidanza sono molto importanti e i loro valori vanno controllati. In pratica sono i globuli rossi che, durante la gestazione, aumentano di volume perché hanno la funzione di facilitare il trasporto di nutrienti, ferro e ossigeno al feto, proteggere la donna dalla riduzione della pressione arteriosa e ridurre i rischi associati all'emorragia del parto. Tuttavia, per aumentare la massa di sangue circolante, l'organismo attua un fenomeno noto come emodiluizione o anemia fisiologica in gravidanza.

Quanto devono essere gli eritrociti in gravidanza

Come spiega l'Humanitas, l'incidenza dell'anemia in gravidanza varia dal 22% nei paesi sviluppati al 56% nei paesi in via di sviluppo. Durante i nove mesi di attesa si ha una fisiologica riduzione del valore di emoglobina, questo perché il volume del plasma (liquido biologico in cui sono diluiti i globuli rossi) aumenta molto più rapidamente rispetto alla produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo. L'emoglobina in gravidanza deve avere un valore superiore a 12 gr/dl.

Quando il valore dell'emoglobina è inferiore a 11 gr/dl nel primo trimestre, a 10.5 gr/dl nel secondo trimestre, e a 11 gr/dl nel terzo trimestre, si parla di anemia. Oltre all'emoglobina "normale", esistono delle frazioni della stessa, quali l'emoglobina fetale, l'emoglobina A2 e le emoglobine anomale, che devono essere ricercate in gravidanza al primo controllo (entro 13+6 settimane), a meno che non sia già stato fatto precedentemente in una visita preconcezionale. Questo permette di identificare quelle condizioni patologiche preesistenti alla gravidanza (talassemie, anemia falciforme) per le quali potremmo trovare dei valori di emoglobina bassi, già all'inizio della gestazione.

Cosa causa l’anemia in gravidanza

L'OMS definisce l'anemia della gestante come "una condizione nella quale il numero di globuli rossi o la loro capacità di trasportare ossigeno è insufficiente a soddisfare le esigenze fisiologiche che variano in funzione di età, sesso, fumo, altitudine e stato di gravidanza".

Una delle cause più frequenti è la carenza di ferro che, durante la gravidanza, aumenta. Anche l'aumento del volume plasmatico, come abbiamo detto, può causare emoglobina bassa e quindi anemia.

Il processo, chiamato emodiluizione, è il primo fattore responsabile dell'anemia che viene riscontrata a volte già nei primi mesi, soprattutto se la donna era già anemica prima della gravidanza. Le abitudini alimentari, le malattie che comportano malassorbimento (tipo la celiachia), le emorroidi, le mestruazioni abbondanti, rappresentano invece alcune delle cause di anemie pregravidiche. Inoltre sono in aumento le anemie ereditarie. In generale l'anemia colpisce fino a un terzo delle donne nel corso del terzo trimestre.

Che problemi comporta l’anemia in gravidanza

L'anemia non trattata può portare diverse conseguenze alla salute sia della mamma che del bambino. I nati da madri con carenza di ferro potrebbero riportare un ritardo nell'apprendimento e nella memoria, che può persistere nella vita adulta. Sempre nell'ambito delle condizioni carenziali, il deficit di acido folico è correlato a un'aumentata incidenza di anomalie del tubo neurale. La carenza di vitamina B12 incide sulla crescita e sullo sviluppo del feto, associandosi a un aumentato rischio di bassa massa magra e a un incremento dell'adiposità, aumentata resistenza all'insulina e alterato sviluppo neuronale. La gravidanza risulta inoltre a un aumentato rischio di preeclampsia, abruptio placenta ed emorragia post partum.

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