Bambino si può sentire abbandonato in utero
I genitori hanno molti sensi di colpa e tra di loro sono sicuramente le mamme a rimproverarsi di più, spesso senza alcun motivo. Tra le domande che le donne si pongono c'è anche se il bambino si può sentire abbandonato in utero, magari quando la gravidanza è difficile. Vediamo insieme.
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Il bambino si può sentire abbandonato in utero?
La gravidanza per molte donne è un momento bellissimo in cui tutte le energie e i pensieri sono rivolti al nascituro: si cura l'alimentazione, non si fanno sforzi, si cerca di riposare, si parla al pancione, insomma si seguono tutti i consigli. Ma non sempre è così: alcune trascorrono male i nove mesi, magari perché soffrono di iperemesi gravidica, o perché non hanno un compagno con cui condividere la gioia della gravidanza, o ancora perché devono correre dietro ad altri figli. In questo caso, il bambino si può sentire abbandonato in utero?
Anche se non si può dare una risposta certa a questa domanda, la scienza ha ormai dimostrato che il feto è in grado di percepire gli stati d'animo della madre che lo porta in grembo, e questo ha un impatto sulla vita fuori dall'utero.
Lo stato psicologico della madre influenza il feto
Gli studi sono ormai concordi nell'affermare che lo stato psicologico, oltreché fisico, della madre, ha un impatto importante sul bambino che cresce dentro di lei. In realtà, non è scontato pensare che un bambino che si sviluppa all'interno di una madre depressa, per esempio, avrà problemi dopo la nascita. Piuttosto, si tratta di "coerenza": secondo le ricerche, infatti, i bambini nati da madri depresse, che lo sono poi rimaste anche dopo, crescono meglio rispetto a quelli che hanno abitato l'utero di una madre depressa che poi è stata meglio dopo il parto.
Questo probabilmente proprio perché il feto, all'interno dell'utero, raccoglie informazioni che poi gli saranno utili dopo la nascita, e potrebbe percepire in maniera negativa un cambiamento di stato d'animo della madre.
La memoria prenatale esiste
Sempre numerosi studi hanno dimostrato che il bambino ha memoria della sua vita in utero. Ci sono prove, infatti, di ricordi che perdurano anche dopo la nascita rispetto al periodo passato nel ventre materno. Per questo, non è del tutto sbagliato pensare che un bambino possa avvertire lo stato d'animo della madre, che magari rifiuta la gravidanza per diversi motivi (o, banalmente, nel caso di maternità surrogate per cui la donna che porta il feto per nove mesi poi non sarà la madre che lo crescerà), e che possa poi "pagarne" le conseguenze dopo la nascita.
I ricercatori sono però sostengono anche che non tutto sia perduto: sì, la memoria in utero è importante, ma quel che sarà del bambino dipende anche da cosa accadrà dopo la nascita e dalla sua indole, che è del tutto imprevedibile.
Se una madre teme di aver rifiutato il proprio figlio durante la gravidanza, o di non essersene interessata, non deve sentirsi in colpa e soprattutto deve essere consapevole di poter rimediare: essere genitori è un percorso lungo fatto di piccoli passi e i primi nove mesi non sono che un breve periodo. Inoltre, le madri portano già un carico enorme di sensi di colpa, responsabilità e incombenze, come se tutti i pesi dell'essere genitori toccassero a loro: probabilmente non è necessario addossarsi anche la colpa di un bambino che può sentirsi abbandonato già in utero.
FONTI
Fetal memory: does it exist? What does it do?