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Racconti: ho contratto la toxoplasmosi in gravidanza

di Ingrid Busonera - 06.02.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
La toxoplasmosi è una banale infezione che, se contratta durante la gestazione, spesso ha esito fatale o lascia gravissimi strascichi al neonato. La testimonianza di una mamma che l'ha contratta in gravidanza

Toxoplasmosi in gravidanza

Prendere la  toxoplasmosi , generalmente non causa alcun problema di salute, ma se viene contratta durante la gestazione, spesso ha esito fatale o lascia gravissimi strascichi al neonato; io sono tra quelle mamme che hanno avuto la sfortuna di contrarla durante la gravidanza, ma fortunatamente abbiamo avuto un angelo sopra di noi, che ha fatto nascere la mia bimba sana. Un racconto per dare speranza ad altre mamme.

Quando sono rimasta in attesa della mia Helena Sofia, la mia secondogenita, lavoravo in ristorante e siccome stavo abbastanza bene e tutto procedeva serenamente, a parte qualche sbalzo di pressione, ho deciso di continuare finchè il pancione avrebbe concesso.
Come per la prima gravidanza mi attenevo a tutti gli scrupoli e le precauzioni del caso, evitando rigorosamente di mangiare cibi poco cotti, insalate o macedonie fuori casa senza avere la certezza che fossero state lavate scrupolosamente, insaccati e quant'altro è ritenuto pericoloso per il contagio della toxoplasmosi, il protozoo del toxoplasma gondii che vive nei mammiferi e negli uccelli, in particolar modo nell'intestino di questi animali, dove svolge il suo ciclo di riproduzione.

Tante precauzioni e tante premure che non state però sufficienti. Lavoravo in sala, come cameriera e tra le mie mansioni rientrava anche la preparazione degli antipasti di terra ovvero piatti composti da affettati e formaggi vari, quindi dovevo maneggiare gli insaccati, pulirli, affettarli e sistemarli nei piatti da servire, la procedura era talmente semplice e abitudinaria che la svolgevo a mani nude anche perchè non potevo fare un continuo metti-togli i guanti per maneggiare gli insaccati, dopotutto era sufficiente che non ne mangiassi, mica avevo il divieto di toccarli!
E invece sono stata fregata. Sì, perchè il signor protozoo ha deciso di burlarsi di me e nonostante io evitassi tutti i cibi a rischio, lui ha deciso di venirmi a trovare ugualmente!

Naturalmente capita durante la giornata di stroppicciarsi gli occhi, per lo meno a me capita spesso, soprattutto quando lavoro e ho un po' di matita negli occhi, che spesso mi fa lacrimare e mi infastidisce, costringendomi a stroppicciarli. Bene, ho poi scoperto che il signor protozoo del toxoplasma gondii entra nel nostro organismo anche attraverso le mucose e grattandomi gli occhi dopo aver tagliato quei benedetti salumi ho combinato il  fattaccio.

Mi ricordo che era agosto, avevo fatto le normali analisi dell'epoca e tra queste rientrava anche il toxo test.La mia mia ginecologa era in ferie ed io, presa dagli impegni e dalle cure quotidiane della mia primogenita che aveva poco più di due anni, non avevo fatto assolutamente caso a quei numeri.


Così dopo una settimana porto le analisi alla mia ginecologa. Ero alla 19a settmana e gli esami erano quindi di 2 settimane prima.

La ginecologa appena vide gli esiti sbiancò e mi chiese se avevo avuto qualche sintomo, se ero stata male, se avevo avuto mal di gola, ma io sinceramente non avevo avvertito niente di tutto ciò. Quindi mi spiega la situazione e lì inizia un incubo. Terrore e panico più assoluti. Avevo letto spesso della pericolosità di questa infezione, soprattutto se presa durante il primo e secondo trimestre ma come capita sempre, non avrei mai pensato che potesse succedere a me.

Il consiglio della ginecologa era uno: ripetere gli esami per vedere a quanto erano gli antcorpi e a che settimana risaliva l'infezione e procedere con un aborto terapeutico, perchè il bimbo o bimba, a parer suo, sarebbe nato con problemi devastanti o forse non sarebbe neanche arrivato alla fine della gravidanza morendo prima.
Io, oltre che disperata ero titubante, non volevo interrompere la gravidanza e volevo cercare di sapere con certezza se quel bimbo aveva davvero dei danni tanto gravi da costringermi ad interrompere la gravidanza e anche in quel caso non so se l'avrei interrotta..
 

Così la ginecologa mi indirizza in un centro di malattie infettive per gravidanza a circa 300 km di distanza dove incontro non un medico ma un angelo, che dopo avermi fatto tutti gli esami in giornata in regime day hospital mi fa incominciare la terapia con le medicine prescritte da protocollo.
Dopo aver iniziato la terapia con la spiramicina, una pastiglietta di antibiotico che prendevo 3 volte al giorno, venne il momento dell'amniocentesi, per scoprire se l'infezione era passata dalla placenta e quindi aveva contagiato il bimbo/a ma fu tutto inutile, perchè la feci alla 21esima settinana e per l'epoca non permetteva di ottenere un risultato attendibile e quindi un falso positivo o falso negativo. Praticamente l'amniocentesi servì soltanto per dirmi con certezza che nel pancione c'era una bimba!

Dopo l'amniocentesi la ginecologa mi richiese se l'intenzione di portare avanti la gravidanza era sempre quella, visto che non potevamo neanche sapere se l'infezione fosse passata o no, ma la mia scelta ormai era quella, avrei continuato e avrei avuto fede. Inutile dire che non avevo illusioni nè false speranze, ogni giorno mi convincevo del fatto che la gravidanza si poteva interromepre da un momento all'altro e che quella bambina sarebbe potuta nascere con problemi gravissimi, soprattutto agli occhietti e alla testa, con calcificazioni intracraniche, problemi alla retina, cecità, idrocefalo. Incubi.
Sognavo la sagoma di una bambina della quale non riuscivo a vederne il viso, piangeva, piangevo, incubi tutti i giorni  tante preghiere. E fiducia nei medici che mi seguivano.

Il percorso non era facile. Andavo spesso a fare gli esami e le visite dall'infettivologo dell'ospedale lontano, con il quale concordai la nuova terapia. Ogni due giorni esami delle urine e del sangue, ogni 5 giorni un'ecografia per vedere se si presentavano malformazioni. Dopo la terapia con la spiramicina, venne il momento di altre terapie più forti, due cicli di chemioterapia e sulfamidici, farmaci pericolosi e fortissimi che si usano in casi estremi, che potevano far male a me e alla bimba e proprio per quello facevo prelievi e esami ogni due giorni, per tenere costantemente sotto monitoraggio i valori, che non subissero troppe variazioni e troppi sbalzi.

Dopo quei cicli di nuovo la mia cara, affezionata spiramicina che mi ha accompagnata fino al parto!
Intanto dalle ecografie avevamo sempre immagini che mi davano speranza e gioia, la bimba cresceva regolarmente e ad ogni ecografia la ginecooga ricercava scrupolosamente ogni organo, ne controllava lo sviluppo, monitarava che tutto fosse regolare anche se mi ripeteva che nella toxoplasmosi a volte l'infezione alla nascita non è visibile ma i danni e i problemi si possono sviluppare in un secondo momento.
Quindi avremo dovuto aspettare che la bimba nascesse per sottoporla ai follow up e a tutti gli esami del caso.

Durante la gravidanza avevo preso complessivamente 24 chilogrammi, la maggior parte era gonfiore dovuta alle pesanti terapie, che cercavo di espellere bevendo almeno 3 litri di acqua al giorno, cosa difficilissima per me che solitamente bevo abbastanza poco.

Il 3 febbraio del 2005, con 4 giorni di anticipo rispetto ai calcoli della ginecologa, alle 17,42 è nata la mia bambina. Bellissima.
Subito dopo la nascita hanno eseguito i prelievi sul cordone ombelicale, sulla placenta e su noi due, per vedere i livelli degli anticorpi e per vedere se lei aveva contratto l'infezione o aveva sviluppato i miei anticorpi.
Il risultato degli studi sul cordone ombelicale risultò positivo e sulla placenta negativo, molto ambiguo. Così dopo 5 giorni rifecero gli esami alla bimba e iniziò l'iter delle visite  dei follow up: screening audiologico, visita oculistica con studio del fondo oculare, ecografia della testa alla ricerca di calcificazioni iontracraniche, tamponi e screening vari.



Tutto negativo.
Ad undici giorni di vita la mia piccola affronta il primo viaggio di 300 km per andare dall'angelo che me l'ha fatta nascere sana, e in day hospital, ricominciano tutte le visite. Prima i prelievi, poi tutte le visite, dal neurologo, dall'otorino, dall'oculista e da non mi ricordo chi altro.
Entrare in quel reparto e tastare con mano il dolore di altre mamme e di altri bambini che versavano in una situazione evidentemente più disastrosa e più grave della nostra era tremendo. Però si respirava solidarietà e comprensione. Anche senza dirci apertamente cosa avevano i nostri bimbi o spiegarci il motivo per cui eravamo lì, bastava uno sguardo, un sorriso triste per capire tutto e dire quello che mille parole non avrebbero potuto dire, far sentire la propria vicinanza e la comprensione.



Le visite durante il suo primo anno  erano regolarmente scandite, come capita un pò per i prematuri, che vengono sottoposti a tante visite di controllo anche se sono apparentemente sani e in quel reparto era diventata un pò la mascotte, la cucciola della dolcissima infermiera pediatrica Anna.
L'ultima volta che siamo state lì, due giorni prima del suo compleanno, abbiamo avuto il regalo più grande che potessimo ricevere, dopo tutti gli esami abbiamo avuto la risposta definitiva: la mia piccolina si era completamente negativizzata e l'incubo della toxoplasmosi era sparito.

Ho deciso di raccontarequesta esperienza per dare forza e coraggio ad altre mamme che si trovano in questa situazione.Spesso la mancanza di informazioi su certi argomenti, proprio perchè non son comuni, ci porta a prendere decisioni affrettate, senza sapere che può esserci anche un'altra soluzione. La via più breve che intraprendono i ginecologi in questi casi è l'aborto terapeutico e infatti, la mia ginecologa, quando io decisi di continuare la gravidanza, mi fece addirittura firmare un foglio dove mi assumevo totalmete le responsabilità con la consapevolezza degli esiti che avrebbe potuto avere la gravidanza o dei danni che avrebbe potuto avere la bimba. Anche per le pesanti terapie ho dovuto firmare proprio perchè pericolose e non in commercio in Italia (sono reperibili nella repubblica di San Marino), ma io ho affronatato questa decisione, mi sono informata, ho voluto crederci ed andare fino in fondo.

La toxoplasmosi spesso causa danni gravissimi. Altre volte no.

Un in bocca al lupo a tutte.

 

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