La vita da mamma spiegata all'amica single, di Machedavvero
Dopo aver avuto un bambino è normale che certe amiche (o presunte tali) si allontanino un po’ dalla nostra orbita. Innanzi tutto per motivi di tempo - nei primi mesi è difficile riuscire a frequentarle come prima - e poi per ragioni di interessi e stile di vita. Alcune però, quelle vere, resistono nel tempo. Sono quelle che ti stanno vicino anche se tu sei all’Ipercoop a comprare pannolini taglia 2 e loro da Sergio Rossi a comprare stiletto tacco 12, quelle che non fanno una piega se quando vengono a trovarti la lampada di design è stata sostituita dal “tavolino luci&suoni” e le tue sopracciglia non sono esattamente quelle di una volta, e che continuano imperterrite ad invitarti agli aperitivi della domenica anche se sanno che riuscirai ad andarci una volta su dieci.
Le amiche single: alcune le perdi necessariamente, altre te le porti fortunatamente dietro, e rappresentano quel metro di paragone con la “te di prima” che ti fa immediatamente accorgere se – e quanto – ti sei adagiata sul ruolo di solomamma.
Ci sono alcune cose, però, che anche la più sincera di loro non riuscirà mai a comprendere. Ecco una breve lista per aiutarle a decifrare la vostra nuova vita. Quindi condividete questo articolo con ognuna di loro:
- Non è che non posso fare tardi, è che proprio “nun glie la fo”
Accade questo: la vostra amica vi ha invitato ad un party danzereccio, magari quello per il suo compleanno. Avete trovato una nonna/vicina di casa/tata a cui lasciare il pupo di tre mesi (poverino, imporgli la musica a palla vi sembra troppo), estirpato il pelo selvaggio che ormai coabitava tranquillamente coi vostri polpacci, indossato un tacco adeguato all’occasione dopo mesi di ballerine e magicamente, guardandovi allo specchio, non sembrate affatto una che ha appena partorito: è persino sparita l’occhiaia pandifera grazie a decise spatolate di correttore.
Andate alla festa, la vostra amica è felicissima di vedervi e il complimento più gettonato è: “non sembri proprio una che ha avuto un bambino!” La vita vi sorride. Bevete qualcosa, chiacchierate, applaudite mentre spegne le candeline. E poi arriva mezzanotte.
“Guarda Flavia, mi dispiace tanto ma noi andremmo via…”
“E perché? Adesso inizia la musica!”
“E’ mezzanotte e mezza…”
“Ma non avete lasciato il pupo alla nonna?”
“Sì.”
“E quindi?”
Quindi ve cala la palpebra, ecco cosa. Lei sinceramente non ci arriva, che dopo tre mesi di sveglia ogni due/tre ore la vera trasgressione è una notte di sonno.
“Ma dai, divertitevi, scatenatevi! Non fate gli anziani, che all’una state a letto!”
Vi guardate e pensate la stessa cosa con orrore: l’unaaa? E’ tardissimo! Domani alle otto la nonna ci aspetta per riprenderci il pupo! Sì: bella la musica, la festa, gli amici. Ma vuoi mettere sette ore consecutive a pelle d’orso, svenuti sul letto senza nessuno che ti urla MMMMEEEEEEEEH nelle orecchie alle tre di mattina? Ciao amica, buone danze. Che dire, un giorno capirai…
- Mio figlio non è indemoniato, fa solo il lavoro suo
I bambini piccoli sono tanto carini, ma è fisiologico che piangano, strillino, chiedano, rognino continuamente: come dire, è il lavoro loro.
L’amica single invece lo vede lì, pacifico e sereno sulla sdraietta a limonare coi propri piedini e si offrirà spontaneamente: “non preoccuparti, vai pure a fare la spesa, te lo tengo io una mezz’ora!”
“Sei sicura?”
“Oh ma certo, guarda che tesoruccio!”
Tentennate ma alla fine accettate: in fondo in mezz’ora cosa mai potrà succedere?
La ritrovate col pupo in lacrime e i capelli dritti.
“Ma… ma strilla!”
”Eh vabbè, ogni tanto sì.”
“E piange! Ma perché piange?”
“Non so, avrà fame o le coliche o è irritato…”
“Ma come, io l’ho anche cullato!”
“Beh, a volte non basta!”
“In che senso ‘non basta’: di solito quando li culli si addomentano!”
“Solo se sei molto fortunata.”
“E ha anche fatto la cacca! Cavolo, una puzza atomica…”
“Lo so, il pannolino di mio figlio è un’arma chimica.”
“Ha anche tentato di mordermi! E’ feroce!”
”Non è feroce, sta solo mettendo il primo dentino…”
“Senti, tuo figlio è un demonio! Come fai? Nella sdraietta sembrava tanto buono…”
Sono tutte così, le amiche single. Pensano che non avete proprio niente da lamentarvi, che le storie sul pianto e le coliche e le notti insonni sono leggende metropolitane, o accadono una volta ogni dieci giorni. Prima lasciatele parlare, poi lasciatele un’oretta col pupo. Vedrete: non si azzarderanno più a dire “ma di cosa ti lamenti, è un angioletto!”
- Se inizio a parlare solo del pupo è normale ma… devo essere fermata!
Ok, la tentazione è forte. Fortissima. Perché di lui ci affascina tutto e, almeno i primi tempi, la nostra vita ruota tutta lì attorno. Ci stupisce ogni espressione del suo viso, ogni nuovo gesto, gridiamo al miracolo se blatera un “Ma-ma” anche senza alcuna cognizione di causa. E’ scontato: alcune di noi sentono il bisogno di dirlo al mondo. Orrore: iniziano a parlare al plurale.
“Ciao, come stai?”
“Stiamo beeene! Lo sai che adesso abbiamo imparato a dire “pu-pù”?”
“Aaaah. Fantastico… e cos’altro mi racconti?”
“Facciamo la pappa. Vuoi vedere la foto della prima pappa? Ce l’ho qui sul cellulare… E guarda questo video di lui che fa ciao con la manina! Non è un tesoro?”
Care amiche single
Se iniziamo a diventare monotematiche, canticchiamo canzoncine dello Zecchino d’Oro e chiamiamo per nome i pupazzi dei Teletubbies c’è solo una cosa da fare: fermateci!
Prelevateci di peso da casa, piazzate un sostituto al posto nostro (ottimo anche il papà del pupo) e portateci fuori. Parlateci di altro: del vostro ultimo flirt in palestra, di come si è ridotto Mario del BarMario, del viaggio in Grecia che state programmando, dell’ultimo film visto al cinema. Fateci venire voglia di una veloce e soddisfacente ripresa della vita sociale.
Voi, amiche single, siete l’ultimo baluardo della nostra spensieratezza, ponte tra le mamme che siamo ora e le ragazze che eravamo prima. Vostro scopo è distrarci dalla missione e farci ricordare, spesso e volentieri, che è sicuramente bello dare una pappa e cambiare un pannolino ma, diamine: nella vita c’è anche altro!