Facciamo parte di quella categoria di donne che hanno deciso di
lasciare il lavoro dopo essere diventate mamme
. L'abbiamo fatto per scelta o perché non c'era nessuno a cui lasciare i bambini e il nostro stipendio se ne sarebbe andato tutto in baby sitter, o perché avevamo un lavoro precario che
o; o ancora perché, a dispetto di tutte le nostre decisioni già prese, non appena abbiamo stretto tra le braccia per la prima volta il nostro tesoro abbiamo capito che non eravamo disposte a perdere nemmeno un'ora, nemmeno un minuto di lui o di lei.
Ora il nostro bambino
ci sembra già grande
, sta per andare all'asilo o a scuola e trascorrerà quindi metà della sua giornata, o più, senza di noi. E nella nostra mente si fa strada un pensiero:
perché non tornare al lavoro
? All'inizio ci sembra un'idea addirittura bizzarra: siamo ormai così abituate a vedere noi stesse come mamme-casalinghe che quella della
ci sembra letteralmente un'altra dimensione. Una dimensione che, però, ci è appartenuta a lungo, magari per molti più anni rispetto a quella di mamma. E che, forse, un pochino ci manca.
Naturalmente si tratta di una
decisione importante
, che può anche venire dal caso, esempio da una concreta proposta lavorativa. Ecco quali sono
alcuni dei motivi per prenderla seriamente in considerazione.
Contribuire alle finanze
Certo, il nostro contributo alla famiglia, come mamme, è stato inestimabile. Ma la sola idea di contribuire anche economicamente ci riempie di orgoglio, come quando, dieci anni fa, abbiamo portato a casa la prima busta paga.
I bambini sono "grandi"
Il fatto che il nostro bambino sia "indipendente" è naturalmente una mera illusione: si tratta, appunto, di un bambino, l'essere dipendente per eccellenza. Ma tuttavia non è più con noi tutto il giorno, come prima. E forse è il caso di riempire quel vuoto con qualcosa di costruttivo, che può anche essere un nuovo lavoro
La professionalità
Prima di diventare mamme avevamo una professionalità (magari maturata in anni di studio o di "gavetta"), una competenza che faceva inevitabilmente parte della nostra identità, che ci appagava e ci rendeva orgogliose di noi stesse. E' bello ritrovarsi e riscoprirsi anche in questo senso.
Il telelavoro
Per qualcuna la soluzione ideale può essere il telelavoro, ma attenzione: a volte l'isolamento può pesare davvero tanto, soprattutto se eravamo abituate ad avere sempre a casa i bambini. Questa rimane comunque un'opzione interessante, da valutare se la nostra professione la rende praticabile.
Pendolarismo
Per qualcuno il tragitto da casa al lavoro è un vero e proprio momento di decompressione, un modo per mettere in ordine i pensieri e rilassarsi, magari ascoltando un cd o leggendo un libro o una rivista. A proposito, da quanto tempo non apriamo una rivista?
Affidabilità
I nostri bambini sono
, competenti, serie e coscienziose: questa sicurezza interiore è la condizione base per tornare al lavoro.
Vita sociale
Il lavoro è anche vita sociale: interagire con persone adulte, sia per questioni professionali sia per fare quattro chiacchiere, è una delle cose che generalmente mancano di più alla "mamma a tempo pieno".
Collaborazione col partner
Nella decisione di tornare al lavoro pesa anche molto la volontà del partner di collaborare, ad esempio in caso di malattia dei bambini o della nostra necessità di svolgere ore lavorative extra.
Lo stress
Naturalmente, avere anche la responsabilità di un lavoro sarà per noi un'ulteriore fonte di stress, ma forse la sapremo trasformare in una sfida coinvolgente e ricca di soddisfazioni.
La carriera
Può darsi che stare a casa per troppi anni e ricollocarsi troppo tardi nel mercato del lavoro possano penalizzare seriamente le nostre possibilità di carriera: ci conviene informarci in tal senso prima di fare le nostre valutazioni.
Laura Losito