Stop al Bonus Asilo Nido e Baby sitter da 600 euro
Con una circolare l'INPS ha ufficializzato lo stop al Bonus Asilo Nido e Baby Sitter mettendo la parola fine a questa misura a sostegno delle neomamme che fino ad oggi ha permesso di ricevere un sostanzioso contributo per il pagamento delle rette degli asili nido o della baby sitter.
Cosa è accaduto
La legge di Bilancio per il 2019 non ha rifinanziato la misura e quindi già da gennaio non è più possibile presentare la domanda per accedere al Bonus.
Cosa accade a chi ha richiesto e ottenuto il bonus? L'INPS precisa che andrà consumato entro la fine dell'anno (in pratica si potrà utilizzare fino al 31 dicembre 2019, con la possibilità di dichiararlo entro il 29 febbraio 2020 nel Libretto Famiglia), in caso contrario la madre potrà usufruire del congedo parentale al quale la mamma aveva rinunciato in cambio dell'accesso al Bonus.
Bisogna prestare grande attenzione ai mesi residui di beneficio non fruito: non bisogna superare l'importo massimo mensile di 600 euro e le frazioni di mese non permetteranno di convertire il residuo in congedo volontario.
L'INPS fa anche un esempio pratico:
Nel caso di lavoratrice che abbia ottenuto un contributo baby-sitting di tre mesi (importo 1.800 euro) e abbia utilizzato il contributo, al 31 dicembre 2019, per un importo pari a 610 euro, si considera oggetto di rinuncia un solo mese, mentre gli altri due si considerano entrambi fruiti in ragione del superamento dell’importo di 600 euro, che determina l’impossibilità di frazionare il secondo mese di fruizione
Queste le limitazioni di tempo per poter sfruttare ancora i bonus asilo nido e baby sitter indicate dall'Istituto:
- il contributo per gli asili nido potrà essere fruito fino alla data del 31 luglio 2019, oltre questa data non verranno prese in considerazioni le richieste di pagamento inviate dagli asili nido
- non è possibile lo svolgimento delle prestazioni lavorative per i servizi di baby-sitting oltre la data del 31 dicembre 2019
Come funzionava il Bonus asilo nido
La misura a sostegno delle neomamme, introdotta in via sperimentale nel 2013 e poi rifinanziata ogni anno fino ad oggi, permetteva di sostituire il congedo parentale - quindi quello facoltativo di sei mesi pagati con il 30% dello stipendio - con un bonus fino a 600 euro mensili validi per sei mesi (quindi 3600 euro) per pagare la retta dell'asilo nido o lo stipendio della baby sitter.
Si è trattata di una misura molto sfruttata e interessante per le mamme lavoratrici che hanno potuto rientrare a lavoro dopo il congedo di maternità usufruendo di un sostanzioso aiuto da parte dello Stato: nel 2017 sono stati, infatti, erogati voucher per complessivi 29,4 milioni di euro a circa 8.100 beneficiarie.