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Sindrome della brava bambina
Quante volte ci è stato detto di essere "brava bambina"? Fin dalla nostra più tenera età, le aspettative sono sempre state chiare: dovevamo seguire le regole, stare zitte e pensare agli altri prima che a noi stesse. Un modello educativo dal quale poi è difficile liberarsi e che non fa che incancrenire il più antico degli stereotipi: la bambina brava è quella che non parla a sproposito, non mette in imbarazzo gli altri, segue le regole, si dedica al prossimo, non crea problemi. Non esce mai dal seminato. Gli esperti hanno coniato per questo tipo di comportamento la definizione di Sindrome della Brava Bambina, un termine che si riferisce a un insieme di aspettative sociali rigide e stereotipate sul comportamento femminile. In fondo ne soffrono molte di noi!
Cos'è
Come scrive la mental coach Michele Burghardt, "la sindrome della brava ragazza è un modello di comportamento in cui le donne si sforzano di compiacere gli altri e soddisfare le loro aspettative per essere considerate "buone" a scapito della propria felicità. Molte donne provengono da famiglie in cui è stato loro insegnato a mettere gli altri al primo posto, a non disturbare e a comportarsi bene. Di conseguenza, non è insolito che le donne trovino difficile chiedere ciò che vogliono, affermarsi e dare priorità ai propri bisogni, anche quando ce n'è veramente bisogno".
Sindrome della brava bambina: cause
La sindrome della brava ragazza deriva spesso da traumi infantili. Quando una bambina cresce in una famiglia disfunzionale, non riceve l'amore, la cura e l'affetto che merita e i genitori spesso fanno sì che il loro amore sembri condizionato e transazionale.
Si cresce con la convinzione che per ricevere affetto dobbiamo dare qualcosa e finiamo per dare priorità agli altri, alle loro scelte, alle loro decisioni. In questo processo perdiamo il senso di noi stessi.
In pratica da bambine, abbiamo imparato che per ricevere amore e sicurezza, dobbiamo costantemente compiacere coloro che ci circondano. Ci siamo modellate per adattarci alle proiezioni di chi si prende cura di noi, dando priorità alle loro aspettative rispetto al nostro io autentico.
Alla fine tutto ciò ha mascherato la nostra vera identità e ha portato a una forma di abbandono di noi stesse.
Alla maggior parte di noi viene insegnato a essere gentili, a prendersi cura dei sentimenti degli altri e ad aiutarli nei momenti di bisogno. Ovviamente non c'è nulla di male e anzi è fantastico essere altruiste, empatiche, egenrose, ma il problema sorge quando la nostra autostima dipende dal rendere felici le persone, comprometteremo ripetutamente i nostri bisogni per compiacere gli altri, e spesso ci preoccupiamo più delle opinioni e dei valori degli altri che dei nostri.
Le caratteristiche
Le persone affette dalla sindrome della brava bambina tendono ad essere iperresponsabili, autoesigenti e orientate al successo. Sono solite mettere sempre gli altri al primo posto, sacrificando le proprie esigenze e desideri per soddisfare quelli degli altri. Spesso evitano il confronto e la critica, preferendo mantenere l'armonia e la pace a scapito del proprio benessere emotivo. Inoltre, possono provare ansia e stress eccessivo nel cercare di essere perfette in ogni aspetto della loro vita, che sia la carriera, la famiglia o le relazioni personali.
Le donne con la sindrome della brava bambina mettono molta pressione su se stesse per essere sempre perfette, gentili e brave. E quando non sono all'altezza (cosa che inevitabilmente accade perché le nostre aspettative non sono realistiche), criticano se stesse senza clemenza.
Il ruolo della brava ragazza le costringe a conformarsi e a rinunciare a parti importanti di se stesse (idee, credenze, obiettivi, interessi, valori).
Vivono nella paura del giudizio: paura di non essere abbastanza, paura di sbagliare, paura del rifiuto.
Sindrome della brava bambina: test
Più leggi e più ti riconosci in questo identikit? Ecco una serie di domande che possono aiutarti a capire se hai la sindrome della brava bambina. Rispondi sinceramente (senza paura del giudizio):
- Ti senti costantemente in colpa quando dici di no agli altri?
- Eviti i conflitti a tutti i costi, anche a scapito dei tuoi bisogni?
- Sei eccessivamente autocritica?
- Metti sempre gli altri al primo posto, trascuri i tuoi desideri e bisogni?
- Provi ansia e stress nel cercare di essere perfetta in ogni aspetto della propria vita?
- Cerchi di anticipare i bisogni o le richieste degli altri e fai di tutto per soddisfarli prima possibile?
- Ti sforzi costantemente di compiacere gli altri ed evitare il confronto?
- Reprimi le tue emozioni e fai fatica a esprimere apertamente i tuoi sentimenti perché potresti deludere o disturbare qualcuno?
- Trascuri te stesso e i tuoi sogni perché qualcun altro nella tua vita è più importante?
- Eviti i rischi perché la paura di essere rifiutato, giudicato o criticato ti paralizza?
Naturalmente molte donne hanno alcune di queste caratteristiche e non necessariamente sono patologiche: ciò che conta è quanto severamente mostriamo questi tratti e se ci spingono ad agire in un modo che non è autentico per noi.
Cosa fare
Il primo passo è diventare consapevoli. Ammettere di voler essere a tutti i costi la brava bambina che siamo abituate ad essere, sin dall'infanzia, e riconoscere i comportamenti sbagliati quando stiamo per metterli in pratica.
- Sto soddisfacendo i miei bisogni?
- Sono fedele a me stesso?
- Lo faccio per obbligo o desiderio?
- Cosa voglio?
- Quanto credito voglio dare alla sua opinione su di me?
- Cosa mi sembra giusto?
- Posso esprimere in modo educato e gentile le mie opinioni o idee?
- Posso tollerare che qualcuno sia deluso o arrabbiato con me?
- Posso sostenere l'idea che il conflitto è normale e di solito non catastrofico?
- Voglio stare con persone che non mi apprezzano per quello che sono?
- Cosa succederebbe se continuassi a fare la "brava ragazza" o il "bravo ragazzo" per tutta la vita?
- Devo guadagnare la mia autostima aiutando e accontentando le persone?
- Come posso essere gentile con me stesso in questa situazione?
Mettere costantemente i bisogni degli altri davanti ai nostri non è sostenibile.
Dobbiamo prenderci cura di noi stesse, e per farlo in modo adeguato è necessario legittimare i nostri bisogni e talvolta dire "no" ad altre persone. Perché se dai, dai e dai, non avrai più nulla per te e finirai per ammalarti, esausta e pieno di risentimento.
Naturalmente se sentiamo di non farcela da sole, l'aiuto di uno psicoterapeuta può rivelarsi un valido alleato.