Perché le mamme che lavorano non devono sentirsi in colpa
Tutte le mamme, chi più e chi meno, hanno dei sensi di colpa: per qualche motivo, ci perdoniamo molto più facilmente se non si tratta dei nostri bambini. Soprattutto nei periodi di stanchezza e di stress, tendiamo ad ingigantire le nostre vere o presunte mancanze, e ci troviamo a rimuginare, forse più del necessario, su una risposta immotivatamente brusca, su una dimenticanza innocente, su una scelta che forse si rivelerà infelice. In particolare, le mamme che lavorano fuori casa sono quelle che più facilmente si sentono inadeguate e non all'altezza.
Nonostante le corse, la continua rinuncia al tempo per sé stesse e le acrobazie per riuscire ad incastrare tutto, c’è sempre qualcosa che non va per il verso giusto. E ci sentiamo terribilmente sole, insoddisfatte per dover sempre sacrificare qualcosa o qualcuno per arrivare a fine giornata: un giorno si tratta dei nostri anziani genitori, un altro del partner, quello dopo un’emergenza ci costringe ad uscire prima dal lavoro nonostante una scadenza importante e il giorno dopo ancora ci dimentichiamo la borsa della piscina per la scuola. Insomma, per quanto ci avessero avvertito del senso di colpa delle mamme, non immaginavamo che, a volte, sarebbe stata così dura.
Che avremmo passato la vita a correre come pazze tutto il giorno, e comunque non ci saremmo mai sentite davvero soddisfatte di noi stesse. Ma ci sono tanti motivi per cui non è giusto - né per noi stesse, né per gli altri - vivere nel senso di colpa. Noi ve ne vogliamo dire cinque.
- Stiamo lavorando per un buon motivo
Lavoriamo per necessità economica? Oppure per passione? O ancora perché la carriera è importante per noi e non vogliamo “perdere il treno”? Qualunque sia il motivo, appare chiaro che abbiamo compiuto questa scelta per dare una vita migliore a noi stesse e alla nostra famiglia.
Questa deve essere la premessa che guida i nostri ragionamenti: a volte noi mamme, soprattutto se lavoriamo per scelta - e comunque, per quasi tutte smettere comporterebbe sacrifici economici - ci sentiamo in colpa per il fatto stesso di… avere un lavoro. Eppure a un uomo non succederebbe mai, e per una buona ragione. Il lavoro nobilita l'uomo, e anche la donna ;-) rendendola più forte e indipendente.
- A volte c'è di mezzo una mentalità retrograda e ingiusta
A volte si ha l’impressione che certe questioni nel nostro Paese siano ingigantite, e che a volte ci sia anche di mezzo una buona dose di maschilismo e una mentalità retrograda che vuole la donna realizzata solo in quanto madre. In certi ambienti, ci si sente persino considerare in qualche modo “mamme di serie b” se non si allatta al seno o addirittura se non si ha partorito naturalmente. Anche avere un lavoro sembra quasi un atto di egoismo, soprattutto se siamo costrette a lasciare il bambino al nido quando ha pochi mesi. Eppure, in altri Paesi europei non è così: è considerato del tutto normale, per una mamma, tornare al lavoro a pochi mesi dal parto, stare fuori casa dalla mattina alla sera e magari concedersi anche qualche serata fuori tra amiche. Guardiamo al di là del nostro naso, e ricordiamoci sempre che ciò che conta è la qualità del tempo che passiamo con i bambini, non la quantità.
- Le aspettative altrui NON sono verità assolute
Lasciarci affossare dalle aspettative altrui è un gioco pericoloso, soprattutto se siamo circondate da persone che non capiscono fino in fondo la nostra situazione - anche se affermano il contrario. Parliamo della suocera che pretende il pranzo di famiglia (che si protrae fino al pomeriggio inoltrato) ogni domenica, impedendoci così di avere tempo esclusivo con i nostri bambini.
Dei parenti che si lamentano che “non chiamiamo mai”. Delle amiche che giudicano perché la sera siamo troppo stanche per uscire. I nostri affetti contano, certo, ed è giusto non trascurare nessuno, ma fino a un certo punto, anche perché per accontentare tutti spesso si rischia di perdere di vista ciò che ci interessa davvero. Le nostre giornate, disgraziatamente, non sono di 48 ore, e “gli altri” dovranno farsene una ragione.
- Le altre mamme non sono perfette come crediamo
Siamo tutte perfette agli occhi degli altri. Probabilmente, le stesse mamme che noi ammiriamo e invidiamo perché non dimenticano mai nulla, sono sempre in orario e spesso ci salvano ricordandoci che domani c’è la gita scolastica o il compleanno della maestra, a loro volta si chiedono come facciamo noi a fare tutto. La vita non è una bacheca di Pinterest, per nessuno. E soprattutto, evitiamo quelle persone che sembrano intenzionate a farci sentire inadeguate. Quelle che ti giudicano, che attraverso discorsi passivo-aggressivi mirano, consapevolmente o meno, a instillare il dubbio che la nostra vita sia tutta sbagliata. Spesso anche i bambini, seppur in modo del tutto innocente, sono i primi “manipolatori”, e ci mettono al tappeto con frasi assassine come “non ci sei mai”. Ecco, non permettiamo loro di prendere il controllo e tenerci in pugno: è giusto farsi un esame di coscienza e cercare sempre di migliorare, ma sempre con oggettività: in fondo stiamo facendo del nostro meglio. Quando ci siamo, ci siamo sul serio.
- Il miglior motivo per non sentirci in colpa?
Rendere davvero speciale il tempo che passiamo con i bambini, il che passa necessariamente attraverso una rinuncia al perfezionismo. Come abbiamo detto, spesso far fronte a tutte le incombenze è umanamente impossibile, e a volte siamo noi stesse ad "alzare continuamente l'asticella", autosabotandoci.
Meglio una mamma che si dimentica la giustificazione che una che ha sempre il cervello occupato da mille pensieri. Meglio mettere in tavola una pasta burro e parmigiano che non avere nemmeno 5 minuti in tutto il giorno per sederci e chiedere ai nostri bambini come è andata a scuola, e ascoltare la risposta. Imparare a staccare dall’ufficio e dai mille altri impegni che ha una mamma oggi non è facile, ma una volta che avremo imparato a svuotare davvero la testa quando siamo con i nostri bambini, ci sentiremo molto meglio e anche i nostri sensi di colpa verranno spazzati via. A quel punto non sarà più così importante se si tratta di un quarto d’ora al giorno, sarà abbastanza. E lentamente vedremo l’impatto positivo che la nostra “presenza anima e corpo” ha sui nostri bambini.