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Il peggio delle mamme sui gruppi WhatsApp di classe
Lungi da noi demonizzare il gruppo WhatsApp di classe, che spesso è un vero e proprio salvavita. Ci ricorda impegni e scadenze, fa sì che vengano organizzate in modo semplice e veloce tante iniziative carine, e ci permette di confrontarci con altre mamme di bambini coetanei dei nostri, il che non fa mai male!
Tuttavia, c’è anche il rovescio della medaglia. Preoccupazioni eccessive, o del tutto infondate, possono essere alimentate fino all’eccesso. Situazioni semplici e problemi risolvibili diventano casi di stato. E, diciamocelo, il fatto di poter comunicare in pochi secondi con tutte le altre mamme della classe tira fuori il peggio da alcuni tipi di persone.
WhatsApp di classe e malanni di stagione
Come si comportano le mamme sul gruppo WhatsApp quando i malanni iniziano a girare nelle classi dei loro bambini? Ce lo racconta Mammansia
Situazioni tipiche nei gruppi WhatsApp di classe
Vediamo quindi alcuni dei casi più tipici che capitano nei gruppi WhatsApp di classe, e nei quali probabilmente vi è successo di incappare!
- Pizza tra mamme
Il caso più tipico che viene sollevato nelle chat di classe è l’organizzazione di una pizza tra mamme altrimenti detta #girlsnightout. Hashtag che fa più pensare a discoteca cool di Milano Marittima e albe sulla spiaggia piuttosto che alla pizzeria scalcagnata che, per qualche motivo, mette d’accordo tutti. La pizza tra mamme è un affair puntualmente preso in mano dalla stessa persona che si sente un po’ l’event planner della situazione. Il trovare una data e un posto che mettano d’accordo tutti di solito impiega un tempo medio di due - tre settimane, e non è raro guardare il telefono dopo una riunione di un’ora e trovarci 87 messaggi di WhatsApp. Pensi che ti sia esplosa la casa per una perdita di gas, poi apri e ti rendi conto che sono le mamme della chat di classe che discutono su data e luogo della #girlsnightout.
Senza approdare a nulla.
- La turista giapponese
In ogni chat di classe che si rispetti c’è sempre una mamma che posta quasi solo ed esclusivamente foto, corredate da breve didascalia generalmente allarmista. A volte le sue iniziative sono anche lodevoli, come quando fotografa la bacheca della scuola che nessuno ha mai tempo di leggere. Ma spesso i suoi messaggi sono assolutamente criptici. Ad esempio è capace di postare la foto delle piastrelle di un bagno della scuola con la didascalia “Non ho parole” e faccina sconvolta. Tu ti concentri sulla foto, pensando di trovarci il volto del Divino o qualcosa del genere, finché non capisci che la turista ce l’ha con le fughe delle piastrelle, a suo avviso “sudicie”.
- Allarme "bocca, mani, piedi”
Altra rubrica fissa del gruppo WhatsApp di classe, soprattutto in questo periodo, riguarda gli annunci di epidemie: morbillo, varicella e altre malattie esantematiche, influenze, bronchiti e quant’altro. Il grido di battaglia è “C’è in giro la varicella”, il problema è che la fonte non sempre è attendibile. “C’è in giro la varicella” potrebbe infatti voler dire che l’ha contratta la metà della scuola come che ne è stato colpito il cugino che sta a cinquanta chilometri. Con l’annuncio, dunque, la madre dell’infetto intende declinare ogni responsabilità.
- L’outsider, il male incarnato
Uno dei casi più imbarazzanti e spiacevoli, ma purtroppo frequenti, della chat di classe, è quando qualcuno sottopone al gruppo un problema che riguarda un bambino - la cui madre, chiaramente, non è inclusa nel gruppo. I motivi per cui tale bambino viene additato come il responsabile di tutti i mali del mondo, o perlomeno della classe, possono essere diversi.
Magari è straniero. Oppure vive in una casa famiglia. O ancora è figlio di madre single dal passato oscuro. Ne risulta che il bambino ha un carattere difficile, magari è litigioso, oppure non conosce la lingua e quindi “fa restare indietro tutta la classe”. Il punto non è la fondatezza o meno di tali accuse, ma che il bersaglio sia il bambino stesso, che molto probabilmente paga solo le conseguenze di una situazione che in nessuna misura ha contribuito a creare.
- “Siamo quello che mangiamo”
La questione della mensa è una delle più dibattute tra le mamme nelle chat di classe, e l’ordine del giorno è quasi sempre lo stesso: “Mio figlio non mi mangia”. Ma non solo. Possono nascere infinite discussioni sulla merenda. Un messaggio come: “Non è giusto che le maestre impongano di portare la frutta: io gli/le dò dietro la merendina, altrimenti non mi mangia nulla” può far nascere un conflitto a fuoco tra le pro-frutta e pro-merendine. Che i bambini non mangino sano, non mangino abbastanza o entrambe le cose insieme è sempre un argomento hot in queste chat!
- La mamma sola
Ci sono alcuni gruppi WhatsApp di classe in cui i rapporti si mantengono cordiali e nulla di più. Ci si limita a parlare delle questioni operative più importanti e, se alcune mamme della classe sono effettivamente amiche, interagiscono tra loro altrove. Ma anche in questi gruppi più strettamente “operativi” spesso c’è lei: la mamma sola. Quella che manda 8 messaggi vocali per chiedere consigli su quale sport far fare a suo figlio, facendo la cronistoria delle sue precedenti attività a partire dall’acquaticità neonatale a 3 mesi. Ecco, uno dei casi più penosi della chat WhatsApp di classe è guardare il cellulare, scoprire gli 8 messaggi vocali che risalgono ormai a ore fa e riscontrare che NESSUNA delle altre mamme ha risposto.
Il messaggio successivo arriverà due giorni dopo, quando sotto l’ultimo post vocale dell'ignorata genitrice qualcuno scriverà: “Ciao girls! Allora per il regalo di Natale alle maestre come ci si organizza?”
- La mamma notiziario
“Il bambino non vaccinato ha preso il morbillo.” “I compiti sono a pagina 42, non 43” “La bidella X va in pensione, regalo?!?”. La mamma notiziario è la portavoce ufficiale di tutte le questioni correlate alla scuola. Non si sa come, ma lei sa sempre tutto: si sospetta abbia un contatto in segreteria. Bisogna ammettere che avere nella chat una mamma notiziario fa molto comodo, se non fosse che dalle sue news in tempo reale spesso scaturiscano casi mediatrici e vere e proprie crociate. “La maestra oggi ha urlato. Mia figlia è molto scossa. I vostri?” E mentre 20 mamme indignate mettono mano ai forconi, non puoi fare a meno di ricordare il cappello da asino dei tempi andati, quando le maestre non solo urlavano ma lasciavano oggetti, e se una volta tornata a casa lo raccontavi ai tuoi ti beccavi pure uno scappellotto.
Video: la chat di classe delle mamme
In questo video MammAnsia ci svela il dietro le quinte delle chat di classe e di quelle private, parallele tra le mamme.