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Facebook e Apple finanziano il congelamento degli ovuli delle proprie impiegate

di Monica De Chirico - 15.10.2014 Scrivici

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Apple e Facebook, si sono offerti di pagare il congelamento degli ovuli alle proprie impiegate nell'eventualità che un giorno decidano di fare un figlio

CONGELAMENTO OVULI - Si torna a parlare di un tema che divide da sempre l'universo femminile: come conciliare la maternità con la carriera. I due giganti della Silicon Valley, Apple e Facebook, si sono offerti di pagare il congelamento degli ovuli alle proprie dipendenti nell'eventualità che un giorno decidano di fare un figlio.

Chi lo vorrà potrà quindi rimandare il desiderio di maternità per dedicarsi completamente alla carriera, e tutto alle spese dei datori di lavoro. A riportare la notizia è la Nbc News, sottolineando che Facebook avrebbe già attivato la procedura di finanziamento, mentre la Apple inizierà a gennaio prossimo. Si tratta di due grandi nomi, due aziende che per prime offriranno questo tipo di copertura finanziaria per ragioni non strettamente mediche.

Ma cosa si intende quando si parla di "congelamento degli ovuli"? Tecnicamente questa procedura si chiama "crioconservazione degli ovociti" e consiste nell'estrarre dalla donna alcuni ovuli che vengono congelati e conservati in una clinica specializzata, finchè la donnna non decide di affrontare una gravidanza. In tal caso vengono re-impiantati nell'utero della donna, dopo essere stati fecondati con lo sperma. Nonostante siano aumentate le percentuali di successo, non ci sarebbe nessuna garanzia che la tecnica portererebbe alla nascita certa di un bambino. In effetti la Società americana di Medicina della Riproduzione mette in guardia le donne che decidono di affidarsi alla criconservazione, e consigliano di congelare almeno 20 ovuli e di farlo il prima possibile, in quanto più gli ovuli sono giovani più aumentano le possiblità di successo per la gravidanza.

A questo va aggiunto che si tratta di una procedura molto costosa. Naturalmente la scelta dei due colossi ha scatenato discussioni accese, nel bene e nel male. Da una parte c'è chi ha accolto con entusiasmo la notizia, come Brigitte Adams, fondatrice del forum Eggsurance.com che sostiene:

offrendo questo benefit, le aziende investono nelle donne e le supportano perché conducano la vita che vogliono

e i sostenitori del congelamento che sono convinti che senza la pressione dell'orologio biologico, le donne che non vogliono rinunciare alla carriera si sentiranno più libere nelle loro scelte di vita e di lavoro. Secondo molti questa decisione agevolerà le donne che si sentono o trovano costrette a dedicarsi completamente al lavoro per motivi logistici o economici.

Ma c'è invece chi si chiede se non fosse stato più intelligente e semplice introdurre maggiori garanzie e sostegno per le donne che lavorano e desiderano di diventare madri. L'altra faccia della medaglia è infatti quella di chi sostiene che in realtà sia Apple che Facebook abbiano in qualche modo escogitato un modo per abbassare la percentuale di donne che scelgono di affrontare una gravidanza, e quindi evitare di garantire loro diritti fondamentali. 

Non si rischia infatti, con questo "finto bonus" da parte dei datori di lavoro, di azzerare un istinto e desiderio naturale a profitto dell'azienda e dell'affermazione professionale?

E come leggiamo su Wired, è normale chiedersi, come sottolinea Glenn Cohen, codirettore del Petrie-Flom Center for Health Law Policy, Biotechnology, and Bioethics della Harvard Law School:

le dipendenti accoglieranno questa possibilità pensando di poter lavorare duramente e in seguito, se lo vogliono, avere un figlio?....Oppure penseranno semplicemente che l’azienda ritiene che lavoro e gravidanza siano incompatibili?  

Voi cosa ne pensate?

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