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Sono fiera di essere una mamma di maschi

di Francesca Capriati - 23.10.2019 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Avere dei figli maschi è proprio come me lo aspettavo? Per molti versi sì e qui vi spiego perché sono fiera di essere una mamma di maschi

Sono fiera di essere una mamma di maschi

Qualcuno mi dice che sono la classica mamma di maschi. E ancora non ho ben capito a cosa si riferiscano. Forse perché ho un look sportivo e un piglio lievemente cinico e parecchio pratico? Oppure perché non amo frizzi e lazzi e preferisco la apparente semplicità tipica del genere maschile? In effetti ormai, sebbene durante le due gravidanze l'idea di avere una femminuccia mi abbia solleticato nel profondo, sto bene con i maschi e riesco ad essere davvero me stessa. E so che posso fare un buon lavoro.

Diciamo che al giorno d'oggi il tradizionale e antico “auguri e figli maschi” è stato sostituito nell'immaginario collettivo dall'idea che avere una figlia femmina sia la cosa ideale. Forse perché sono un po' più tranquille, serene, autonome. Ma in realtà è tutto un luogo comune. Lo è quello che circonda l'idea del femminile come lo è quello che riguarda la mamma di figli maschi che è sempre un po' lamentosa, troppo protettiva e alla fine viene accusata di aver cresciuto uomini incapaci di prendersi cura di sé stessi e anche dispotici.

Di sicuro dico spesso che essere mamma di maschi al giorno d'oggi è una vera e propria missione sociale. Dobbiamo educarli subito ai sentimenti e al rispetto per le donne e per gli altri in un mondo che li travolge con la pornografia, la violenza e la maleducazione sin da bambini.

Non è compito facile, ma non vuol dire che non possiamo esserne capaci.

Avere figli maschi è davvero come me lo aspettavo anni fa, quando erano solo un'idea nella mia pancia? Se parliamo di una vita incentrata sul pallone, sui supereroi, sulle costruzioni LEGO, sulla competizione sfrenata per chi arriva primo al portone di casa o chi vince la partita del sabato, su videogiochi sparatutto PEGI 18 che mi rifiuto di acquistare, allora decisamente SI: è tutto come me lo immaginavo perché in questi aspetti la mia vita di mamma di maschi rispecchia perfettamente lo stereotipo che dilaga e che ha una sua ragion d'essere.

Ma se parliamo delle difficoltà o della bellezza di entrare in contatto profondo con l'animo maschile e con il suo essere allora è tutta un'altra storia.

Noi mamme di maschi siamo quelle che fuori dalla porta del bagno indicano la direzione nella quale mirare e anche quelle che lanciano anatemi e si buttano in discorsi sul rispetto e l'educazione quando non alzano la ciambella del water; siamo quelle che ascoltano infiniti discorsi sull'ultimo aggiornamento del videogioco sullo smartphone (che è essenzialmente il vero motivo per cui i nostri ragazzini ci hanno chiesto un cellulare) e ci accorgiamo che gli “stati” delle loro coetanee sono invece pieni di ammiccamenti, frasi d'autore e balletti su Tok Tok (maschi e femmine sono davvero due universi lontani anni luce che scorrono a velocità del tutto diverse...).

Noi mamme di maschi siamo quelle che ricevono un abbraccio improvviso dopo un pomeriggio passato a fare e ricevere provocazioni (e vabbè, sono gli ormoni che sballano e prepubertà) e che sanno tutto ormai di fuorigioco, palleggi, gol nel set; siamo anche quelle che “se hai fame preparati un panino che non ho tempo” oppure “la mattina devi farti il letto”, perché la sola idea che un domani da adulto possa credere di affidarsi a una donna per le sue cose personali mi inorridisce.

Siamo quelle che hanno l'importantissimo compito di cambiare le cose per le generazioni di uomini di domani, di combattere contro la dilagante mascolinità tossica sin da adesso per educare all'importanza dei sentimenti, delle lacrime, dell'empatia i nostri piccoli. Siamo le mamme che “non esiste solo il calcio e se vuoi fare ballo perché no?”, e gli insegniamo che la loro vulnerabilità è un valore e non va repressa, che l'amore che hanno dentro va espresso agli altri e portato nel mondo e che la gentilezza conta.

Proviamo a crescere i nostri figli in modo tale da trasformarli negli uomini che avremmo voluto accanto a noi.

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