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Perché mio figlio si comporta male? 7 domande che dobbiamo porci

di Francesca Capriati - 08.11.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Rabbia, capricci e comportamenti irritanti. Spesso basta entarre in sintonia con il bambino per capirne le cause, ponendoci alcune domande

Domande da porsi quando il bambino si comporta male

I nostri figli ci regalano gioie e tante risate ed emozioni, ma molto spesso sono anche causa di grande frustrazione. I momenti in cui improvvisamente nostro figlio comincia a gridare, arrabbiarsi, fare capricci o addirittura mordere o lanciare oggetti ci spingono a reagire con rabbia e fastidio, ma questo nostro comportamento potrebbe addirittura peggiorare la situazione e spingere il bambino a reiterare nel comportamento.

Sappiamo bene quanto esercitare la pazienza sia un comandamento quotidiano di qualsiasi genitore, e naturalmente siamo umani e dovremmo assolverci se non riusciamo sempre a fare o dire la cosa giusta. Oggi, però, vogliamo riflettere sull'idea che il bambino che si comporta male probabilmente nasconde emozioni negative, stati d'animo o situazioni di disagio che possono causare le esplosioni di rabbia e i capricci. E in molti casi, per risolvere pacificamente la situazione ed uscire da una condizione di crisi improvvisa, basta porsi delle domande e provare a dare delle risposte.

Non solo probabilmente avremo più chiara la situazione e riusciremmo anche a prevenire gran parte dei capricci o dei momenti difficili, ma soprattutto entreremo in contatto più profondo con nostro figlio, usando quello straordinario strumento che è l'empatia per comprendere i suoi stati d'animo. E allora ecco 7 domande che possiamo fare a noi stesse quando nostro figlio sembra perdere il controllo, ispirate ai concetti pedagogici di Maria Montessori.

  1. I suoi bisogni primari sono stati soddisfatti? Può sembrare una banalità ma in moltissime occasioni un improvviso capriccio o una crisi di rabbia fulminante sono provocate da problemi semplici come sonno, fame, stanchezza, necessità di andare in bagno. I bambini piccoli possono non essere in grado di capire quando un bisogno fisico è ormai impellente e perdono il controllo. La prima cosa da fare, quindi, è domandarsi se non ci sia qualche disagio da risolvere: uno spuntino, un po' di riposo, un sonnellino.
  2. Qual è il suo reale obiettivo? Domanda difficile e la risposta non è sempre immediata. Sta lanciando un oggetto a terra perché è incuriosito dal rumore che fa? Vorrebbe un po' di attenzione? Colpisce un amichetto perché non sa come invitarlo a giocare? Insomma: cosa sta cercando di fare veramente? Parlare delle reali motivazioni con parole semplici può aiutare anche il bambino a trovare la risposta dentro di sé.
  3. È troppo per lui? I bambini hanno bisogno di stimoli e attività interessanti, ma anche di tempi personali per raggiungere certi obiettivi. Essere sovrastimolati, ad esempio quando si cresce insieme a fratelli più grandi, può essere certamente utile e regala una marcia in più, ma a volte può essere foriero di frustrazione e ansia. In questo caso staccare per un po' dalla situazione e rilassarsi in un posto tranquillo aiuta il bambino a riprendere fiato e anche il controllo.
  4. L'ambiente è adatto a lui? Se pensiamo al metodo montessori non possiamo non ricordare che l'ambiente gioca un ruolo determinante nello sviluppo del bambino. Deve essere piacevole, rilassante, tranquillo in modo da favorire la concentrazione e la libertà. E soprattutto non deve essere statico ma dovrebbe soddisfare i bisogni del bambino man mano che questi cambiano con la crescita. Mettete nella stanza una scatola di giochi alla volta e dopo qualche mese riponetela nell'armadio tirandone fuori un'altra, ad esempio.
  5. Posso prevenire questi comportamenti? Che non significa diventare schiave di questa situazione e limitarsi al 100% nelle proprie scelte o atteggiamenti per evitare che il bambino si arrabbi, ma selezionare le situazioni che non sono poi così importanti e che potrebbero diventare critiche per nostro figlio.
  6. Sono rispettati i suoi tempi? Alle sei suona la sveglia, ci si veste alla svelta, si esce di corsa e poi il pomeriggio, dopo tante ore di scuola decisamente impegnative, bisogna rapidamente andare in piscina e poi a casa, dove tutto scorre più o meno velocemente fino al momento in cui il povero bambino finalmente potrà riposare. Uno stile di vita che stressa gli adulti, figuriamoci un bambino di 5 o 6 anni o ancora più piccolo. Mettiamoci nei suoi panni e pensiamo che in fondo questo piccolino è costretto a seguire noi in questa folle corsa quotidiana.
  7. Perché questa cosa mi infastidisce? In alcuni casi il bambino ha un comportamento che ci sconvolge a ragione, ma in altre occasioni dovremmo guardare dentro noi stesse e cercare di capire se questo disagio non nasca da qualche problema o nostra esperienza personale o da qualche pregiudizio che abbiamo radicato dentro di noi.

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