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Incinta a 59 anni con gli ovuli della figlia morta

di Monica De Chirico - 23.02.2015 Scrivici

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Una donna inglese di 59 anni avrebbe richiesto di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita utilizzando gli ovuli della figlia deceduta

Incinta con ovuli della figlia morta

Fino a che punto bisogna cercare di realizzare il desiderio di maternità di una donna? Ed è giusto chiedere l'intervento della scienza quando è rischioso portare a termine una gravidanza? Sono questi gli interrogativi che ci poniamo leggendo la storia raccontata dal Mail On Sunday.

Una donna inglese di 59 anni avrebbe richiesto di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita utilizzando gli ovuli della figlia, morta 4 anni fa. La ragazza, scomparsa a 20 anni, aveva congelato i suoi ovuli nella speranza di guarire dal cancro all'intestino e poter avere un giorno un bambino. Qualora il desiderio dell'aspirante mamma-nonna venisse accontentato si tratterrebbe del primo caso unico al mondo. La donna vorrebbe ricorrere a un donatore esterno per fecondare gli ovociti della figlia.

Al momento nessuna clinica ha accettato la richiesta della donna, che insieme al marito (58 anni) vorrebbe emigrare negli Stati Uniti dove una clinica di New York potrebbe effettuare l'intervento al costo di circa 60 mila sterline. Da parte sua, la Human Fertility and Embriology Authority (Hfea) avrebbe rifiutato alla coppia il via libera all'esportazione degli ovuli negli Usa, in assenza di un permesso scritto della ragazza deceduta.

La donna avrebbe quindi deciso di procedere per vie legali. L'Hfea avrebbe manifestato solidarietà alla famiglia e all'aspirante mamma-nonna, e ha confermato che verrà sentita la Corte Amministrativa, divisione dell'Alta Corte, per prendere una decisione sul caso. Inoltre sono stati avanzati i dubbi sull'esito positivo della gravidanza, che potrebbe essere pericolosa per la vita. Le donne in menopausa possono ancora avere figli con la fecondazione artificiale, ma aumenterebbero i rischi associati alla gravidanza, come ad esempio un aborto spontaneo. Nel caso la richiesta venisse accolta e la gravidanza portata a termine con successo, la donna sarebbe una delle poche mamme-nonne della storia. La prima nonna surrogata risalirebbe al 1987, quando Pat Anthony, 56 anni, diede alla luce tre gemelli per la figlia in Sud Africa.

Si tratta di un caso che sta mettendo in difficoltà non solo la legge, ma anche la scienza e ha scatenato un dibattito acceso tra chi è favorevole e contrario alla fecondazione artificiale e alla crioconservazione degli ovuli. Inoltre tra coloro che sono contrari alla richiesta della donna, c'è chi critica la sua scelta di diventare madre a 59 anni.

Una questione di natura etica, morale, legale, ma anche scientifica. Voi cosa ne pensate?

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