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Ridurre lo stress facilita l'arrivo di un bebè

di Monica De Chirico - 17.02.2014 Scrivici

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Secondo una recente indagine realizzata da AOGOI in collaborazione con Clearblue molte future mamme sono consapevoli che occorre ridurre lo stress per facilitare il concepimento

L'Italia continua ad invecchiare. Secondo i dati Istat nel 2011 ci sono stati 15.000 nati in meno rispetto al 2010, e anche per il 2012 le statistiche hanno segnalato un calo importante delle nascite del nostro Paese, dovuto a diversi fattori. Secondo una recente indagine realizzata da AOGOI in collaborazione con Clearblue, condotta in tutta Italia su un campione di circa 500 donne dai 18 anni in avanti, il principale motivo che rallenta le nascite è l'insicurezza economica, seguito dal non desiderare i figli allo stesso modo all'interno della coppia. Inoltre avere un pensiero fisso sulla gravidanza, così come il consumo di alcol e il fumo, sarebbero inoltre un vero e proprio ostacolo al concepimento.


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Per molte donne che hanno partecipato al sondaggio questi fattori, accompagnati anche da altri come la scarsità di servizi dedicati alle mamme, il desiderio di carriera, la lontananza dei genitori e, non ultimo, i continui viaggi di lavoro che allontano la coppia per lunghi periodi o il lavoro fuori città del marito, generano una tensione che può rappresentare un freno alla voglia di avere un figlio. E sono tutte consapevoli che per facilitare il concepimento occorre per prima cosa ridurre lo stress.
 

Questa consapevolezza porta le donne che stanno pianificando una gravidanza (il 36,7% del campione dichiara di avere questa intenzione) a parlare più spesso e liberamente di fertilità e concepimento e delle relative problematiche, come conferma il 75,6% delle intervistate, che dice di non avere difficoltà ad affrontare questi argomenti.


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Dalle interviste effettuate risulta inoltre una conoscenza abbastanza estesa di questi temi. Per esempio la maggioranza delle intervistate (74,2%) sa che non tutti i giorni sono utili per rimanere incinte e sa anche (67,9%) che il periodo migliore è circa 10 giorni dopo la fine del ciclo, quando avviene l'ovulazione. Il 74,4% dichiara inoltre di conoscere quanti sono i giorni di maggior fertilità, che si possono riconoscere con precisione grazie a una chiara identificazione dell'ormone luteinizzante LH, il quale indica che si ovulerà nei giorni successivi. Più della metà del campione (54,3%) è a conoscenza di questo importante ormone.


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Per vivere la propria scelta serenamente e senza stress le donne sono alla continua ricerca di informazioni utili, per esempio sugli strumenti che aiutano a capire quali sono i giorni più fertili. Un dato inatteso, di questi tempi, è il primato dei mezzi di comunicazione tradizionali (giornali, tv, radio) come fonte di informazione. Il 53,1% delle intervistate, infatti, dice di aver conosciuto proprio tramite questi media gli strumenti che aiutano a identificare i giorni fertili. Anche il ginecologo ricopre un ruolo informativo importante, come afferma il 23,7% del campione. Sorprende invece che solo il 16,7% delle donne abbia scoperto di questi strumenti tramite il web

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