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Siamo fatte così: l'apparato genitale femminile

di Ostetrica Barbara Colombo - 23.05.2017 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Uno schema chiaro e veloce per capire veramente il nostro corpo nelle sue parti più intime. L'ostetrica ci spiega quali sono gli organi dell'apparato genitale femminile e quali sono le loro funzioni

In questo articolo

Apparato genitale femminile

Spesso parliamo di molte problematiche relative alle donne, alla loro intimità, ma a volte manca proprio la conoscenza dell’anatomia di base dell’apparato genitale femminile, cioè come siamo fatte e come funzioniamo. In questo articolo vorrei parlare proprio di questo ossia: come siamo fatte.

Apparato genitale femminile, schema

Comincerei con uno schema semplice per capire dall’esterno all’interno quali sono gli organi dell’apparato genitale femminile:

  • Vulva
  • Vagina
  • Utero
  • Tube di Falloppio o salpingi
  • Ovaie

Questo è l’apparato genitale o riproduttivo femminile, a prima vista può sembrare molto semplice ma ciascuno di questi elementi ha delle sue caratteristiche e delle sue funzionalità. Andiamo ora a scoprire cosa intendiamo esattamente per apparato genitale esterno e apparato genitale interno e quali sono le funzioni dei vari elementi che li costituiscono.

Apparato genitale femminile esterno

Dell’apparato genitale esterno fa parte solo la vulva, perché, per l’appunto, è esterna al corpo.

  • Alla sommità della vulva, dove si congiungono le grandi labbra troviamo un piccolo triangolo carnoso che è il clitoride. Il clitoride è internamente formato da tessuto erettile (presumibilmente rimasuglio della differenziazione sessuale avvenuta durante le prime fasi della gravidanza). È la parte che se stimolata produce eccitazione e piacere durante l’atto sessuale. Grazie a questa stimolazione si attivano delle ghiandole presenti ai lati della vulva e in particolare in prossimità dell’introito vaginale, le ghiandole di Bartolini e di Skene, che secenono liquido lubrificante.
  • Le piccole labbra invece ricoprono e “proteggono” l’introito vaginale, in prossimità della loro posizione si trovano le due ghiandole di cui ho parlato in precedenza, con lo scopo di facilitare l’ingresso del pene nella cavità vaginale. Sembra che come per le “sorelle maggiori” la loro funzione principale sia di protezione verso gli agenti esterni.

Apparato genitale femminile interno

Tutti gli altri organi presenti nello schema che abbiamo fatto prima fanno parte dell’apparato genitale femminile interno, perché ovviamente interno al corpo.

  • La vagina è un canale muscolare virtuale, nel senso che se non vi è il pene le due pareti sono attaccate tra loro. Questo assicura una sorta di protezione degli organi superiori (utero, tube e ovaie) contro gli agenti esterni che riescono a penetrare. Inoltre le sue secrezioni e il PH basso contrastano e spesso eliminano i batteri e i funghi che possono provocare le infezioni. Sostanzialmente lo scopo del canale vaginale è quello di accogliere il pene e il liquido seminale e indirizzarlo verso il collo dell’utero. Al termine del canale è presente infatti una piccola taschina, una sorta di ampolla in cui si dice “pesca” il collo dell’utero. In questa taschina si concentra il liquido seminale e da lì gli spermatozoi possono risalire verso l’ovaio per fecondare l’ovulo.

  • L’utero è invece quell’organo a forma di pera rovesciata che si occupa di ospitare l’ovulo fecondato e il bambino che cresce. Se la gravidanza non è in corso, ogni mese è la sua parte più interna, la superfice endometriale che si stacca e causa la mestruazione. Anche l’utero è una cavità virtuale, nel senso che se non è ospitata la gravidanza le pareti sono molto vicine tra loro, quasi a contatto, ma a differenza della vagina è sterile, ovvero non contiene flora batterica.
  • Nella parte terminale dell’utero c’è il cosiddetto collo, questa parte ha la funzione di “filtro” ulteriore per gli spermatozoi, e le sue secrezioni in fase ovulatoria creano una sorta di canali attraverso cui possono passare gli spermatozoi. Le tube o salpingi sono due, ciascuna “attaccata” all’utero da un lato e molto vicina all’ovaio dall’altro. Il loro scopo fondamentale è quello di dirigere l’ovulo eventualmente fecondato verso l’utero dove poi crescerà.
  • La loro caratteristica principale è quella di avere, nella parte rivolta verso l’ovaio, una serie di “frange”, le fimbrie, che catturano l’ovulo rilasciato dall’ovaio e lo indirizzano verso l’utero. Solitamente è proprio nella parte terminale della tuba, vicino all’ovaio, che avviene la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo.
  • Le ovaie sono invece gli organi secretrici dell’apparato genitale femminile, le cosiddette gonadi. Esse sono la sede in cui i follicoli presenti dalla nascita si sviluppano uno per uno una volta al mese generando l’ovulo che può essere fecondato dagli spermatozoi. Sono organi secretori perché stimolati da ormoni provenienti dall’ipofisi producono estrogeni e progesterone regolando il ciclo mestruale di ogni donna.

Apparato genitale femminile, problemi

Anche questo apparato può però non funzionare sempre bene e dare origine a problematiche molto comuni tra le donne, vediamo le principali.

  • Per ciò che riguarda le ovaie la condizione patologica più comune è sicuramente la presenza dell’ovaio policistico (o micropolicistico o policistosi ovarica). Accade che i follicoli maturino ma o non generano l’ovulo, o pur avendolo generato e rilasciato poi non vengono distrutti come normalmente accade. Si formano quindi delle vere e proprie cisti che possono causare cicli irregolari e particolarmente dolorosi, così come difficoltà di concepimento che devono essere trattate con un ginecologo specialista. Infatti non sempre la somministrazione della pillola anticoncezionale porta alla risoluzione, ogni situazione va studiata sia ecograficamente che dal punto di vista ormonale, quindi è importante rivolgersi agli specialisti.
  • L’utero può essere soggetto alla formazioni di miomi (o fibromi), sono degli aggregati di materiale di diversa origine (a volte sono stati trovati persino residui di materiale simile a quello dei denti) che crescono in diverse aree. Spesso la causa della formazione di questi aggregati non è conosciuta, sicuramente la familiarità e la genetica contano ma possono esserci anche altre motivazioni. Come per le ovaie policistiche è necessario che queste masse vengano monitorate con un ginecologo di riferimento per capire se è necessario rimuoverle chirurgicamente o se l’attesa può essere la via migliore.
  • Infine il canale vaginale e la vulva. Questi due organi sono i più soggetti alle infezioni batteriche e fungine e alle irritazioni dovute ad agenti chimici o fisici. Spesso i problemi vulvo-vaginali sono correlati tra loro nel senso che un’infezione/infiammazione esterna può coinvolgere anche il canale vaginale e viceversa. Di solito le infiammazioni dovute ad agenti chimici (come ad esempio detergenti troppo aggressivi) si manifestano con gonfiore della vulva, anche molto molto pronunciato, e rossore. Stessa cosa vale per le irritazioni dovute allo sfregamento con indumenti sintetici o alla presenza costante del salvaslip. Per questo motivo è consigliabile almeno quando è possibile, lasciar traspirare la zona vulvare stando senza mutande per qualche tempo. Oltre le infiammazioni dobbiamo considerare le infezioni da agenti patogeni che si possono riconoscere perché danno sintomi come pruriti, bruciori, arrossamenti e spesso perdite vaginali differenti dalle solite (diverso colore, diversa quantità, e anche diverso odore). In alcuni casi compare anche il gonfiore vulvare spesso dovuto al fatto che il prurito porta a grattare la parte e a gonfiarla di conseguenza. In questo caso è necessario eseguire un tampone vaginale per capire quale sia il batterio responsabile e quindi effettuare la cura per debellarlo. Dobbiamo però distinguere il gonfiore da rapporto sessuale da quello causato da infiammazioni e infezioni. Infatti anche dopo il rapporto sessuale può presentarsi del gonfiore vulvare. Il motivo è che l’atto meccanico della penetrazione richiama sangue e liquidi in quella zona da tutto il corpo e questo causa un gonfiore assolutamente fisiologico che tende a scomparire entro un paio di ore dal rapporto.
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