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Aborto, una scelta in discussione

di Emanuela _Cerri - 15.02.2008 Scrivici

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immagine gravidanzaScrive Natalia Aspesi su Repubblica in merito alla vicenda dell'aborto con annesso blitz della Polizia al Policlinico di Napoli: "Non era mai capitato neppure ai tempi tragici della clandestinità, quando i giornali non pubblicavano per pudore la parola infamante, aborto; quando prosperavano cliniche con professoroni che liberavano a caro prezzo dall'incomodo le signore abbienti. Mentre le altre, una moltitudine silenziosa di donne umiliate, precipitava nelle mani di improvvisate mammane (che venivano anche chiamate per non offendere i lettori, fabbricanti di angeli) o si arrangiavano malamente da sole. Di clandestinità, allora, sino all'approvazione della legge 194 nel 1978, spesso le donne morivano o restavano per sempre rovinate".

Qualche dato sull'aborto: dal 1982 gli aborti sono diminuiti del 44% grazie al varo della

 

194

 

.

 

Prima di questa legge venivano punite da 2 a 5 anni sia la donna che chi l'aiutava ad abortire, se si arrangiava da sola, il delitto pareva meno grave e la pena era più mite, da 1 a 4 anni.

 

In realtà la legge chiudeva tutti e due gli occhi: in dieci anni, dal 1955 al 1965, le statistiche giudiziarie parlano di 150 casi di aborto procurato, mentre quelle mediche ne registrano milioni.

 

Oggi, nell'illuminato 21esimo secolo, in un giorno di febbraio un blitz della Polizia ha invaso un reparto riservato a sole donne come quello di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico napoletano, un reparto dove si soffre, si gioisce, si SCEGLIE.

 

Almeno fino a pochi giorni fa, quando una donna di nome Silvana, 39 anni che trovandosi in ospedale per un aborto terapeutico, all'uscita dalla sala operatoria ha trovato 7 agenti di polizia giudiziaria ad indagare per infanticidio.

 

Questo fatto inquietante segna l'inizio di una guerra pre-elezioni per assicurare al movimento di Ferrara e quindi alla destra l'appoggio elettorale della Chiesa ma non basterà a convincere le donne che hanno deciso di abortire, a cambiare idea, solo che potrebbe succedere che, pur in presenza di una legge che lo consente, non avranno altra scelta che tornare ai tempi della clandestinità.

 

iò che è impressionante in questa nuova crociata anti-aborto

 

,

 

è che ad occuparsene

 

, a scagliarsi contro,

 

a offendere siano i maschi

 

.

 

A parte poche donne

 

(Binetti, Tamaro, ecc.)

 

è soprattutto fatta di uomini l'offensiva di quelli che vogliono

 

permettersi di decidere su qualcosa che riguarda solo il corpo della donna

 

, il suo cuore, il suo futuro,

 

il suo legame col figlio

 

.

 

Sempre riportando le parole della

 

Aspesi

 

:

 

"Una sofferenza, un senso di impotenza, una paura che gli uomini non conosceranno mai, per cui alla loro spietata etica in difesa astratta di una generica vita, dovrebbe sovrapporsi il rispetto per chi sceglie di non diventare madre, di non volere mettere al mondo un figlio non desiderato o casuale cui non potrà assicurare il necessario amore".

 

L'articolo di Natalia Aspesi su Repubblica.it

 

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