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Il racconto parto difficile di mamma Serena

di Redazione PianetaMamma - 07.09.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
Mamma Serena ci racconto il suo parto dopo 30 ore di contrazioni dolorose e o 8 ore di travaglio. Un parto difficile, ma assistito da un'eccellente ostetrica

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Racconto parto difficile di mamma Serena

Le nostre pianetine sono le protagoniste di PianetaMamma, rendono questo spazio vivo, colorandolo di tante sfumature! E come accade in tante famiglie ci piace confrontarci e raccontarci i momenti più belli e quelli più tristi, le piccole gioie quotidiane e gli eventi che cambiano la vita e la rendono meravigliosa, ma anche più complicata, come la nascita di un figlio. Per questo abbiamo riservato uno spazio del sito ai vostri racconti parto. Mamma Serena ci descrive la nascita difficile di suo figlio e quanto sia stata importante l'ostetrica durante il travaglio.

La rottura delle membrane

Un anno fa, ero a due giorni dalla data presunta del parto. Era un sabato, a mezzanotte mi alzo per andare in bagno e trovo il salvaslip completamente bagnato. Dico a mio marito che forse mi si sono rotte le membrane, ma che per sicurezza avrei aspettato per capire meglio. Mezz'ora dopo, oltre al bagnato, trovo anche del sangue. Di corsa in ospedale, mi attaccano al tracciato e mi visitano. Mi rimandano a casa dicendomi che era l'utero che si contraeva ma che non ero ancora pronta e le membrane sane, raccomandandomi però di tornare nel pomeriggio seguente se avessi ancora avuto perdite di sangue.

Le perdite sono continuate, quindi mi sono ripresentata in ostetricia, un bel po' dubbiosa sulla situazione. Arrivata lì mi rivisitano e mi dicono che si è rotta la membrana in fondo, per cui il liquido non fuoriusciva di molto. Mi ricoverano alle 16 del pomeriggio, nessun dolore fino alle 19. Poi cominciano le contrazioni, sempre più dolorose, a distanza diversa... Ogni 5 minuti, poi ogni 8, poi ogni 3. Ogni tanto monitorano il battito, ma le contrazione non sono regolari e mi dicono che devo avere pazienza. I dolori cominciano ad essere fortissimi, passo tutta la notte in piedi contro un muro, perché sopporto di più le contrazioni.

Finalmente in sala parto

Poi arriva il giorno seguente, continuano a dirmi che devo aspettare, mentre i dolori sono insopportabili e io quasi non mi reggo in piedi. Finalmente, dopo aver implorato per ore, alle 17 mi fanno entrare in sala parto. Arriva un'altra ginecologa, mi visita e mi dice che secondo lei non mi si erano rotte le membrane e me le rompe lei. Mi ha fatto molto male, ma ero così felice che finalmente stava per iniziare il travaglio attivo che è stato un sollievo.

Mi mettono però la flebo di ossiticina, perché le contrazioni erano troppo ballerine ed io non ero ancora dilatata. Da lì parte il travaglio, dolorosissimo perché con l'ossotocina non c'è pausa dal dolore fra le contrazioni (me lo hanno detto solo quando io, al limite dello stremo, ho chiesto come mai non sentivo le pause tanto decantate durante il corso preparto!). Avevo chiesto l'epidurale e me l'hanno fatta. Dopo la prima iniezione, di colpo, il dolore è completamente sparito, al punto che esausta mi sono addormentata ed ho dormito per quaranta minuti. Dopo un po' il dolore è riaffiorato, sempre più forte. Mi hanno fatto una seconda iniezione e questa volta i dolori si sono alleggeriti ma c'erano ancora.

Le ore passavano, l'analgesia era andata via del tutto e io ero ancora poco dilatata. Il dolore era così forte che supplicavo per un'altra iniezione. L'ostetrica però ha cercato di farmi tenere duro e mi ha fatta arrivare sino a quasi 7 centimetri. Non sopportavo nulla, la palla, la vasca, i massaggi di mio marito, ero davvero al limite di forze per resistere ancora a quel dolore. Allora l'ostetrica si è avvicinata e mi ha detto che ero quasi arrivata al momento, ma che mi avrebbe fatto fare una piccola iniezione ancora di analgesico, circa metà dose, per permettermi di riprendere le forze per la fase di espulsione. Così è stato, dopo circa mezz'ora di dolore accettabile, l'ultima analgesia è andata via e io ho cominciato la fase delle spinte, durata tre quarti d'ora.

La fase più dolorosa

È stata la fase oggettivamente più dolorosa, ma avevo una forza e una grinta, date dal fatto che stavo finalmente facendo nascere mio figlio, che sono stata una leonessa. Mio figlio è nato all'1 e 13 minuti, di notte, dopo 30 ore di contrazioni dolorosissime e otto di travaglio vero e proprio. Un parto difficile, ma sono stata assistita da un'eccellente ostetrica.

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