Home Parto Post parto

Parto prematuro e sindrome da distress respiratorio

di Ingrid Busonera - 06.11.2017 Scrivici

distress-respiratorio
Fonte: shutterstock
Uno dei problemi più importanti che possono interessare il piccolo prematuro è legato alla funzionalità dei polmoni, parzialmente o totalmente immaturi e incapaci di garantire una respirazione spontanea

In questo articolo

Sindrome da distress respiratorio

La gravidanza fisiologica dura circa 40 settimane. Durante questo periodo il feto si sviluppa completamente per adattarsi alla vita extrauterina. I neonati che nascono prima, e non hanno quindi completato il pieno sviluppo e maturazione di alcuni organi tra cui fegato e polmoni che svolgono delle azioni fondamentali, a seconda dell'epoca in cui nascono, possono avere delle grosse difficoltà di ambientazione e ripresa.
Uno dei problemi più importanti che possono interessare il piccolo prematuro è legato alla funzionalità dei polmoni, che a seconda dell'epoca in cui avviene il parto, sono parzialmente o totalmente immaturi e quindi incapaci di garantire una respirazione spontanea e autonoma.

La sindrome del distress respiratorio (Respiratory Distress Syndrome RDS) è causata dal deficit ovvero dalla mancanza di surfacente polmonare, una miscela protettiva di fosfolipidi e di 3 lipoproteine secreto dagli pneumociti di tipo 2 che permette il normale scambio gassoso nei polmoni consentendo a questi di gonfiarsi con l'aria ed evitare che gli alveoli collassino. Questo disturbo si verifica quasi sempre in tutti quei neonati che nascono prima della 37a settimana, ossia prematuri anche se i rischi più grossi li corrono i bimbi che nascono con una grave immaturità, e quindi con un rischio molto più alto di sviluppare gravi problemi respiratori.

Cause 

Oltre alla prematurità esistono anche altri fattori che aumentano il rischio che il piccolo soffra di distress respiratorio e sono:

  • Parto con taglio cesareo, perchè non si verifica la "spremitura" dei polmoni che normalmente avviene durante il passaggio del piccolo nel canale del parto;
  • Mamma affetta da diabete gestazionale;
  • Gravidanza gemellare;
  • Complicazioni durante il parto che causano acidosi alla nascita;
  • Precedenti gravidanze con neonati che hanno già sofferto di distress respiratorio;

Se è vero che alcune patologie materne aumentano il rischio di distress respiratorio, pare che i rischi si abbassino in quei neonati la cui madre soffre di problemi cronici legati alla pressione arteriosa sballata a causa della gravidanza come ad esempio la gestosi o se si è verificata una rottura delle acque da molte ore prima del parto, perchè questi eventi causano molto stress nel piccolo accelerando il processo di maturazione dei polmoni.

Come prevenire la sindrome di distress respiratorio

È importante comunque sapere che la sindrome del distress respiratorio si può prevenire:

  • In primis evitando il parto con taglio cesareo se non veramente indispensabile
  • Quando il ginecologo valuta la possibilità che si verifichi un parto prematuro, perchè la gravidanza appare travagliata e appaiono gi estremi per far pensare che il piccolo nasca prima
  • Quando il ginecologo per patologie materne o ancora per motivi legati alla crescita e alla salute del feto stesso decide di intervenire chirurgicamente facendo nascere il piccolo con un pò di anticipo, o di indurre il parto, viene somministrata una terapia con farmaci corticosteroidi che con due somministrazioni intramuscolari a distanza di 24 ore, accellerano lo sviluppo e la maturità polmonare del feto.

Questa terapia si attua anche quando il parto si scatena spontaneamente e improvvisamente dalla 24a settimana in poi, associata a farmaci tocolitici che rallentano il processo del travaglio almeno finchè non si ha la sicurezza che i farmaci abbiano fatto effetto. Non sempre è possibile attuarla in caso di parto prematuro che spesso evolve molto velocemente e non c'è farmaco che ne blocchi il processo.

Sintomi del distress respiratorio

Dopo la nascita del piccolino, nella maggior parte dei casi già a pochi minuti da quando è venuto alla luce, è possibile verificare se soffre di distress respiratorio mentre in altri casi è possibile scoprirlo soltanto dopo diverse ore e i sintomi tipici sono:

  • respirazione superficiale e inefficace;
  • mancanza di respiro stesso e rantolii durante l'atto respiratorio;
  • cianosi ovvero colorazione bloustra della cut e delle mucose;
  • respirazione rapida;
  • arti superiori e inferiori che presentano edema ovvero gonfiore;
  • infiammazione delle mucose del naso;
  • episodi di apnea ovvero pausee nella respirazione;
  • diminuzione dell'emissione di urina;
  • grugniti;
  • movimenti respiratori insoliti.

Per confermare la diagnosi  della sindrome del distress respiratorio, già sospettata per i sintomi che il piccolo manifesta e per la storia clinica ovvero parto prematuro, diabete gestazionale ecc.

, è necessario eseguire alcuni esami sul piccolo tra cui una radiografia del torace e l'emogas. Questi esami mostrano rispettivamente che i polmoni hanno le caratteristiche tipiche del distress respiratorio con atelettasia diffusa ovvero appaiono a vetro smerigliato con broncgramma aereo mentre gli esiti delle analisi mostrano un grado variabile di ipossiemia e ipercapnia.


Una volta confermata, possono rendersi necessari alcuni esami di laboratorio per escludere che il piccolo abbia in corso infezioni o sepsi, molto pericolose e che possono gravicizzarsi molto velocemente. Una volta che si diagnostica l'RDS deve essere trattata altrimenti potrebbe causare anche la morte del piccolo. Naturalmente esistono diversi stadi di distress respiratorio e non tutti sono gravi  nè comportano manovre invasive nè compromettono la qualità futura della vita del piccolo e spesso si risolvono in pochi giorni. La cosa più importante è che il neonato riceva la terapia adatta e studiata in base alle sue difficoltà e considerando che l'organismo non è ancora in grado di rermoregolarsi,garantendo che il corpo rimanga alla temperatura ideale.

Cosa fare

A seconda del grado di distress respiratorio verrà studiata una terapia che comprende innanzittutto il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dove il piccolo sarà preso in carico da un equipe di specialisti neonatologi che terranno costantemente sotto controllo tutti i parametri vitali e il decorso dello sviluppo con il regredire della difficoltà respiratoria cercando di prevenire altre insorgenze infauste che possono colpire i piccoli prematuri come l'emorragia cerebrale, l’enterocolite necrotizzante, la displasia broncopolmonare, infezioni e la pervietà del dotto arterioso.

Altri problemi del bambino prematuro

Altri problemi che può presentare il piccolo prematuro a seconda dell'epoca gestazionale in cui viene al mondo sono:

  • ittero;
  • tachipnea transitoria del neonato causata dalla persistenza del liquido amniotico nei polmoni del piccolo;
  • pervietà del dotto arterioso, che dev'essere chiuso chirurgicamente o con l'ausilio di farmaci specifici;
  • enterocolite necrotizzante: infiammazione intestinale talvolta molto grave e pericolosa;
  • retinopatia del prematuro: crescita anomala di vasi retinici che spesso deve essere corretta chirurgicamente;
  • displasia broncopolmonare: difficoltà respiratoria che necessita la somministrazione di ossigeno.

Il podcast: come affrontare un parto prematuro

Ascolta anche il podcast con la riposta della dott.ssa Sarah Gangi alla domanda: come affrontare un parto prematuro?

Insieme al professor Mario De Curtis ha scritto il libro "Piccoli piccoli - Storie di neonati nell'Italia di oggi" (Laterza). Racconti di vita reale sorprendenti e intensi che ci insegnano con quanto coraggio e amore madri, padri, medici e infermieri affrontino la sfida di accogliere ogni nuova vita, anche in condizioni difficili, in un reparto di terapia intensiva neonatale. Nei capitoli che compongono il libro ogni singola storia diventa l'occasione per un approfondimento medico e per una riflessione sulle problematiche di ordine umano, sociale, bioetico e legislativo.

gpt inread-parto-0

Articoli correlati

Ultimi articoli