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Baby blues e depressione post partum

di Emanuela Cerri - 24.07.2020 Scrivici

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Mettere al mondo un bambino è forse l'esperienza più bella e forte che l'essere umano è in grado di vivere. Un evento che cambia radicalmente la vita e che in alcuni casi può essere accompagnato da crisi di pianto, baby blues e variazioni umorali

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Baby blues

Mettere al mondo un bambino è forse l'esperienza più bella e profonda che l'essere umano è in grado di vivere. È un evento dirompente e coinvolgente che cambia radicalmente abitudini, modi di fare e di essere. Proprio per l'unicità e per il significato del parto, non è possibile accomunare i vissuti di donne diverse.

Ci sono situazioni in cui la gioia e la felicità non sono i sentimenti con cui si accoglie l'arrivo di un bambino. Con questo non ci riferiamo ai casi di gravidanza non desiderata, ma a un qualcosa che accade allo stato d'animo della mamma nei primi mesi di vita del bambino.

Variazioni umorali repentine e frequenti, crisi di pianto e sensazione di disagio, possono essere sintomi di baby blues. 

Baby Blues, cos'è

L'espressione inglese baby blues significa letteralmente bimbo triste, ma in italiano può essere tradotta con mamma triste (e infatti viene definita anche "maternity blues"). 

Dopo aver partorito, nella fase di normalizzazione del corpo e dell'allattamento, vengono prodotti numerosi ormoni che influiscono notevolmente sullo stato d'animo della donna. Vedersi così diverse, spesso con misure nuove, aggrava la sensazione di inadeguatezza. Il baby blues, il più delle volte sparisce così come fanno le bizze psicologiche della sindrome pre-mestruale.

Baby Blues sintomi

Solitamente, una donna che dopo il parto soffre di baby blues, ha umore instabile e ipersensibile, tende ad essere triste, ansiosa, piange spesso, perde la concentrazione, ha una sensazione di confusione mentale. Tutti sintomi che, nella maggior parte dei casi, sono transitori e vanno via da soli nei primi 10 giorni dal parto.

Baby Blues, le cause

Cosa provoca il baby blues? Solitamente gli ormoni. La caduta repentina di estrogeni e progesterone nel post-partum, infatti può influire sull'umore della mamma. A questi poi si aggiungono il cambio totale di vita, lo stress-psicofisico che il travaglio e il parto portano con sé. Ansia e senso di inadeguatezza, difficoltà ad allattare e possibili contrasti con il papà e con altri familiari.

E' sbagliato pensare che baby blues e depressione post-partum siano la stessa cosa. I sintomi della depressione post-partum perdurano oltre i 10 giorni da parto e spesso comportano anche perdita di appetito o di sonno, eccesso di stanchezza, mancanza di interesse verso le attività quotidiane e scarsa attenzione per il neonato, segnali che non vanno trascurati. Con l'aiuto dello specialista e delle persone che le sono attorno, la mamma potrà intraprendere la strada giusta per risolvere il problema.

Qualsiasi sia il disagio provato nelle settimane dopo il parto, bisogna essere pronte a parlarne, senza temere il giudizio degli altri. Molto spesso, il peso del ruolo sociale, induce le mamme che si trovano in difficoltà a nasconderlo.

Questo comportamento non potrà che peggiorare la situazione. Ogni donna è in diritto di chiedere aiuto, non è facile fare i conti con nuovi equilibri familiari, una fisicità stravolta dentro e fuori dando ascolto ad un bebè che abbisogna di tante attenzioni.

Baby Blues, cosa fare?

Se è vero che l'istinto materno esiste, è altrettanto innegabile che è distribuito in dosi differenti per ciascuna persona. Come tutti gli impulsi, poi, ha bisogno di crescere e di essere educato. Mamma e bambino devono fare amicizia e socializzare, ma accelerare i tempi non giova a nessuno dei due.

  • Ad esempio, se il parto e la degenza sono stati difficili e non vi sentite pronte ad occuparvi del vostro bimbo, non abbiate remore a dirlo, avete tutto il diritto di riprendervi con calma.
  • Le difficoltà che si possono presentare all'inizio del percorso di mamma non pregiudicano il valore della vostra maternità futura.
  • In questo caso, il ruolo del papà sarà fondamentale, essere una famiglia unita vi consentirà di ascoltarvi e capirvi e di trasmettere questo dialogo anche al bambino.
  • Comunicare vuol dire essere già vicini alla soluzione, i problemi possono essere risolti con serenità dove c'è amore e fiducia.

Non solo le mamme, anche i papà - senza affrontare direttamente il parto - possono vivere il loro "baby blues". Questo senso di ansia, nervoso, instabilità emotiva, tristezza, li interessa da subito dopo il parto. Una condizione psico-fisica che va tenuta sotto controllo ma che, tranne in casi limite in cui è più appropriato parlare di depressione, si risolve in pochi giorni, proprio come per le neomamme.

Film che parlano di Baby Blues

Forse se ne parla ancora troppo poco, ma alcuni registi negli anni passati hanno portato il delicato tema del Baby Blues sul grande schermo. A cominciare da Alina Marazzi e dal suo "Tutto parla di te".

Il film, del 2013, fa luce su come ci si possa sentire sole e inadeguate una volta partorito. Parla di quel post-partum che non sempre è così idilliaco come lo raccontano e che può far sentire sola, triste, la donna. Un film che parla anche agli uomini e ai neo-papà. Film drammatico è molto forte su Baby Blues e della depressione post-partum è, invecem "Maternity Blues", film di Fabrizio Cattani del 2011.

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